STUPIDA RAZZA

mercoledì 27 ottobre 2021

Francesco nomina suo consulente il messia di aborto e contraccezione

 

 Non poteva che finire così, come tutti i grandi amori. La corrispondenza di amorosi sensi tra il pontificato di Fra n c e s c o e l’economista che ha scritto un libro intitolato La fine della povertà, si è concretizzata in un bel matrimonio. Ieri è stata, infatti, ufficializzata la nomina di Je f - frey Sachs come membro ordinario della Pontificia accademia delle Scienze sociali. Sach s da tempo frequenta i sacri consessi di varie pontificie accademie e anche sinodi dei vescovi, risulta come uno dei consiglieri più ascoltati da Fra n c e s c o in qualità di guru mondiale dell’a m bie n - talismo e del cambio paradigmatico dell’economia. Tutto ciò anche se l’uomo che predicava «la fine della povertà» per ora non risulta aver portato a termine l’impresa, tanto che la giornalista americana Nina Munkin un suo pamphlet del 2013 scriveva impietosa che il guru in Africa applicava una dottrina riassumibile in una formula: inondare un villaggio di dollari e contraccettivi e poi aspettare che lo sviluppo sorgesse spontaneamente. Forse di questa formula potrebbe essersi rallegrato George Soro s , che attraverso la sua onnipresente Open Society in diverse occasioni si è mostrato prodigo di aiuti per i tentativi del messia Sach s . Ma in Vaticano non è detto che tutti amino questo lato vagamente neo-malthusiano del neo membro ordinario della pontificia accademia, visto che alla Cnn il professore nel 2011 diceva papale papale che una delle chiavi di sviluppo è la «riduzione dei tassi di fertilità», che tradotto significa soprattutto contraccezione e ab o rto. Tuttavia la nomina di Sa - ch s potrebbe non venire da questa sua spiccata attività contro la povertà, a cui si è applicato ai massimi livelli come consulente speciale dell’Onu, dove ha diretto dal 2002 al 2006 il Millennium Project, il piano monumentale per eliminare la povertà nel mondo entro un numero indefinito di anni. La sua presenza in Vaticano potrebbe essere stata suggerita dal suo mentore tra i sacri palazzi, monsignor Sanchez Sorond o, il vescovo argentino che appunto è cancelliere delle accademie pontificie delle scienze e delle scienze sociali. Se l’eco-economista nato a Detroit sostiene che «la dottrina sociale della Chiesa offre una cruciale via verso u n’etica globale dello sviluppo sostenibile», l’a rc ive s c ovo argentino ha detto nel 2018 che «in questo momento, quelli che realizzano meglio la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi». E i due appunto sono promotori di una via della seta del tutto particolare, condividendo una diplomazia volta alla cooperazione con il regime di Pechino accompagnata da un atteggiamento acritico e agiografico. Lo sviluppo sostenibile quindi può benissimo sacrificare questioni come la libertà religiosa e i diritti umani; ad esempio, Sach s su l l a strage degli uiguri era malamente scivolato con un commento che parlava di «propaganda» occidentale contro Pechino, salvo poi parzialmente ritrattare con un tweet in cui diceva – sic! – che stava «cercando di capire la s i tu a z io n e » . Sarà anche «sbagliatissimo che la Chiesa si permetta di usare le parole che sono usate nelle Nazioni Unite», diceva nel 2015 il cardinale africano Robert Sarah, perché «abbiamo un vocabolario per esprimere ciò che crediamo», ma ora la star dei grandi filantropi mondiali può diffondere il suo verbo salvatore direttamente da dentro la Santa Sede. Jeffrey Sachs è certamente il campione globale dello sviluppo sostenibile, il promotore di qualsiasi goal che l’Onu si proponga di raggiungere, il martello del cambiamento climatico, tutto ciò e molto di più. Le formule magiche come «ac c ess to family planning» e «sexu al and reproductive health and reproductive rights», ampiamente presenti nei documenti onusiani che poi fanno riferimento più o meno diretto all’aborto o alla contraccezione, sono ben maneggiate dal messia Sach s , attualmente presidente della Sustainable Development Solutions Network dell’O rga - nizzazione delle Nazioni Unit e. Ma nella visione politica di Fra n c e s c o, dove il popolo assume categoria «mitica», il ruolo di Sach s come guru arruolato prende sostanza. Papa B e rgog l io ha da subito instaurato un rapporto con i cosiddetti movimenti popolari, gli «scartati», che in gran parte sono gruppi ascrivibili a un mondo anticapitalista e no-global e a cui Fra n c e s c o preconizza un futuro fatto di «terra, casa e lavoro». Qui il consigliere di Bernie Sanders sembra incontrare il Papa venuto quasi dalla fine del mondo, rivelando però uno strano paradosso, quello di chi per salvare gli scartati parte dalla pop star dello sviluppo sostenibile. Sach s , che Bono Vox ha definito un «maestro», che con A n gel i n a Jol ie ha fatto uno show per Mtv e a cui tanto devono le coscienze dei «buoni» come Bill Gates o George Soros. Sembrerebbe pura tattica gesuitica, ma potrebbe anche essere una via troppo umana e mondana per risolvere problemi che, invece di Sach s , avrebbero bisogno del Padreterno per essere davvero risolti. 



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