STUPIDA RAZZA

sabato 30 ottobre 2021

Appena 100 milioni per quota 102 La stessa cifra dei rimborsi Alitalia

 

Varata la manovra: 30 miliardi, di cui oltre 24 in deficit. Per il taglio delle tasse non si supera gli 8 miliardi. Mentre per il reddito di cittadinanza viene stanziato un miliardo aggiuntivo per un totale di 10 all’anno e per sempre. La fine di quota 100 porta invece quota 102 ma solo per il 2022 per un costo misero di 116 milioni. Dopo? Senza interventi, la Fornero.Con un paio d’ore di ritardo sulla tabella di marcia, il premier Mario Draghi si affaccia alle telecamere per commentare l’esito del cdm e il varo della legge di bilancio. Dopo due settimane di tira e molla tra Palazzo Chigi, Mef e partiti di maggioranza, è stata partorita una manovra da circa 30 miliardi di cui almeno 24 in deficit. «Si tratta di una misura espansiva», ha detto D ra - ghi celebrando l’unità di intenti del cdm nonostante si slittato il decreto concorrenza. «Al termine dei lavori», ha aggiunto, «è scoppiato un fragoroso applauso». Una semplice frase che mira a piallare i diversi punti di vista dentro una sola logica che è quella del Pnrr e del documento programmatico di bilancio. Un mega perimetro sventolato ieri forse con un po’ troppo ottimismo. «Stanziamo 540 miliardi di investimenti complessivi in 15 anni», ha chiuso il premier, almeno nella speranza che gli oltre 36 miliardi annui di investimenti vengano davvero messi a terra e non si incaglino nelle maglie della burocrazia come accaduto fino a oggi. Ha omesso però un dettaglio. Non da poco. A fronte di 540 miliardi, il nostro Paese ha già deciso di spendere 150 miliardi nello stesso lasso di tempo per il reddito di cittadinanza delineando un futuro ben preciso. Molti più sussidi a cui si aggiungeranno altri dipendenti pubblici (nota positiva l’assunzione di 12.000 laureati in medicina) a fronte di una scarsa speranza di assistere a un vero taglio delle tasse. E quindi di poter impugnare strumenti in grado di stimolare l’in i z i ativa privata e la voglia di lavorare. Non a caso il fondo per il taglio delle tasse nel 2022 non supererà gli 8 miliardi (come saranno distribuiti lo deciderà il Parlamento) a cui si aggiungeranno incentivi, fondi per le aziende, crediti d’imposta e ritocchi fiscali per altri 4 miliardi, ma in continuità con gli interventi varati nello scorso triennio. Dentro i 4 miliardi indicati da D ra g h i ci sono anche i 2 destinati a calmierare gli aumenti in bolletta. E pure l’ennesimo congelamento della sugar e della plastic tax. Non proprio ciò che si può definire un taglio delle tasse. Anzi, semplicemente per un anno si blocca il rialzo della pressione fiscale. In ogni caso ben poca cosa, se pensiamo che a partire dal 2026 s’impenneranno anche le tasse sugli immobili a seguito della riforma del Catas to. Nel frattempo chi sperava di andare in pensione in continuità con quota 100 dovrà mettersi il cuore in pace. Alla fine la scelta è caduta su quota 102. Per la precisione nel 2022 potranno andare in pensione coloro che a 64 anni di età avranno maturato almeno 38 anni di contributi. Gli italiani potranno usufruire di quota 102 anche nel 2023, ma solo se matureranno i diritti entro il 31 dicembre del prossimo anno. Ciò che succederà dopo è tutto sottinteso. Nel senso che la legge di bilancio non specifica alcun budget né alcun intervento normativo a partire dal 2023. Il che lascia intendere chiaramente che se non si farà una vera e nuova riforma delle pensioni, scatterà in automatico la legge Fornero. A quel punto lo scalone sarà massimo per gli uomini. Pure per le donne, in realtà, il rinnovo di Opzione donna non compenserà certo il salto verso la riforma varata nel 2011 e poi messa in frigorifero. Lo scivolo rosa è infatti molto costoso e penalizzante. Certo, nel frattempo le donne possono incassare lo sconto sull’I va degli assorbenti. Dal 22% l’imposta scenderà al 10, unico intervento migliorativo. D’altronde in una recente intervista Elsa Fornero ha spiegato perfettamente che la parità tra uomini e donne porterà a un paritetico innalzamento dell’età in cui uscire dal mondo del lavoro. «Andremo a lavorare sul metodo contributivo», ha aggiunto D ra g h i , «a cui verranno aggiunte nuove forme di flessibilità». Il riferimento è alle richieste avanzate da numerosi partiti di creare finestre di uscite che si differenzino per categorie e settore merceologico. È chiaro che la scelta di applicare quota 102 per quest’anno è una scelta simbolica. Si sarebbe potuto creare un gradino intermedio, visto che parliamo di costi bassi. Quota 102 costerà nel 2022 poco più di 100 milioni. Nulla se si pensa che con la stessa legge di bilancio varata ieri Alitalia riceverà praticamente la stessa cifra per coprire le errate emissioni dei biglietti e i relativi rimborsi. Per essere ancora più chiari, nel dl Infrastrutture sono stati messi a bilancio 500 milioni per lo spin off di Anas. Una scelta di per sé molto opportuna ma che è passata sotto totale silenzio. Nessuna discussione né polemica. Ci resta, insomma, da sperare che l’augurio di D ra - ghi si realizzi. «Per portare avanti le riforme e i nuovi modelli», ha concluso il premier, «ci vuole la ripresa economica». Più Pil, insomma, più soldi da spendere per le pensioni e per la riforma fiscale. Purtroppo nessuna parola sui cigni neri che si stagliano all’orizzonte. Inflazione e transizione ecologia si abbatteranno sulla nostra economia.

Nessun commento:

Posta un commento