STUPIDA RAZZA

mercoledì 27 ottobre 2021

Su efficacia e richiami è sempre più caos

 


IL BABY SHAMPOO HA COLPITO ANCORA.......!
 Walter Ricciardi rivela: « L’efficacia del vaccino Johnson &John son scema dopo due mesi». Per il milione e mezzo di italiani che hanno scelto il monodose sarà dunque necessario il richiamo. Intanto, l’Ema dà il via libera alla terza iniezione di Moderna, per tutti: mezza dose a sei mesi dalla precedente. Ma se la protezione cala dopo pochi mesi, perché il green pass dura un anno?Le virostar non vogliono che impariamo a convivere con il Covid, così come accade per altri virus. Odiano la normalità, la fine dell’e m e rge n - za. Ne hanno terrore, perché terminerebbe la pacchia delle comparsate televisive, delle interviste per ogni tampone positivo sfilato dal naso dei cittadini. Mentre non si registrano preoccupanti rialzi della curva epidemica, dei ricoveri e ingressi nelle terapie intensive, è già partita la gran corsa a inoculare la terza dose non solo a grandi anziani e persone fragili. Il mondo della sanità abituato ai riflettori sta dicendo in coro che il richiamo «s’ha da fare». Incuranti dei numerosi studi che dimostrano come l’i m mu n i tà da vaccino sia una chimera, un mostruoso inganno sulla nostra pelle, dall’Iss al Cts, dai virologi ai gastroenterologi appassionati di numeri, gli espertoni tutti tornano a spaventare una popolazione già oppressa dal green pass. «La terza dose di vaccino anti Covid per tutta la popolazione è uno scenario verosimile», ha detto il presidente dell’Istituto superiore di sanità, Silvio Brusaferro. Una settimana fa Giorgio Palù, presidente dell’Agenzia italiana del farmaco, sosteneva sul Fo gl io che le indicazioni attuali «che la limitano alle categorie fragili, sono quelle corrette e coerenti con la biologia del virus e con i dati clinici di morbosità e letalità». Lo scienziato, a differenza di altri che forse ne sanno meno, non ha dimenticato il voto contrario alla somministrazione di una terza dose del vaccino Pfizer per tutti i maggiori di 16 anni, espresso a settembre dal Comitato scientifico consultivo della Food and Drug Administration, l’a ge n - zia regolatoria americana. Gli esperti statunitensi respinsero in sedici contro due la richiesta di distribuire ulteriori dosi a tutti. Il b o o s te r va raccomandato solo agli over 65 e alle persone più vulnerabili a partire dal sesto mese dopo il completamento del ciclo vaccinale, dissero. La Fda ha da poco dato il via libera al richiamo anche per le persone che sono ad alto rischio di Covid-19 grave o hanno frequenti esposizioni professionali al coronavirus, ma non ha esteso le indicazioni a tutta la popolazione. In Italia, invece, l’idea è di rifare la puntura a tutti. Così almeno si consumano le scorte di vaccino che restano inutilizzate e che rischiano di scadere, anche se Pfizer Biontech ha allungato la durata del flaconcino congelato da sei mesi a nove mesi. «Questa estensione di tre mesi si applica anche, retroattivamente, ai flaconcini prodotti prima della data di approvazione», hanno fatto sapere. Però il siero è sempre lo stesso e qualche dubbio rimane. Intanto, ieri l’Ema ha dato l’ok alla somministrazione della terza dose di Moderna a partire dai 18 anni. Il booster è consigliato sei mesi dopo la dose precedente. Due giorni fa, La Ve rità ha dato notizia di uno studio canadese molto esteso dal quale risulta che dopo due dosi di vaccino Moderna o Pfizer le persone perdono più del 99% dell’immunità umorale, quella che ci permette di evitare una seconda infezione. Senza questa protezione, se otto mesi dopo la seconda dose si perde la «memoria» del sistema immunitario, come hanno dimostrato con il loro modello matematico il gruppo di esperti, non basterà il b o o s te r ma serviranno quattro, cinque, forse sei richiami. Lo si è appena visto con Janssen, l’anti Covid della Johnson & Johnson: a detta di Franco Locatelli, presidente del Css e coordinatore del Cts, non solo gli over 60, ma tutti, avranno bisogno di farsi u n’altra puntura, alla faccia del vaccino monodose. «L’efficacia della protezione», di Janssen, «diminuisce sensibilmente dopo due mesi», ha annunciato Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute Roberto Speranza. Allora perché insistere a mantenere un lasciapassare che dura un anno però non protegge chi ha completato il ciclo vaccinale e neppure le persone con le quali viene in contatto? «Ma il green pass annuale glielo hanno revocato a quei vaccinati non più coperti?», era una delle domande che giravano ieri sui social. L’interrogativo è fondato, così pure il dubbio ormai certezza che il governo lasci circolare persone con un documento che non è una misura sanitaria, bensì solo uno strumento di controllo insensato e a questo punto pericoloso. Senza immunità, perduta dopo due od otto mesi, come si fa ad affermare che i possessori di green pass non infettano, mentre si continua a discriminare chi fa i tamponi (a pagamento) ma almeno controlla la sua eventuale positività al Covid? Eppure secondo Francesco Vaia, direttore dell’Istituto malattie infettive Lazzaro Spallanzani di Roma «sono ancora troppo numerosi gli italiani che non si sono vaccinati» e bisogna «aumentare il numero di categorie per i quali il vaccino deve essere obbligatorio». Per chi lavora a contatto con il pubblico «non deve essere sufficiente il green pass ottenuto con il tampone», sostiene il professore. Quel pezzo di carta, invece, è sempre più inutile, non può essere associato a un certificato di invulnerabilità al Covid. Gianni Rezza, direttore della prevenzione del ministero della Salute, insistendo sulla necessità della copertura vaccinale, ieri ha dichiarato che «per tenere sotto controllo il virus, con un R0 che si assesta tra 5-6, dobbiamo raggiungere probabilmente la soglia del 90%». Ma la copertura del 90% non potrà mai essere raggiunta con questi vaccini, perché mentre pensi a inoculare l’mRna, coloro che sono stati vaccinati per primi o per secondi hanno perso già da tempo la protezione. L’evidenza scientifica sembra sfuggire agli espertoni che amano trattarci come degli sconsiderati da terrorizzare perché altrimenti dimentichiamo la pericolosità del Covid.

Nessun commento:

Posta un commento