PAPA BERGOGLIO,SE CI SEI BATTI UN COLPO.....!
«Fino a quando sarò sottosegretario farò di tutto per oppormi all’ingresso dell’ideolo -
gia di genere nelle scuole. Va
bene la lotta alle discriminazioni, ma propagandare la
fluidità di genere per ragioni
ideologiche o commerciali è
inaccettabile: giù le mani dai
bambini». Rossano Sasso, sottosegretario leghista all’Istru -
zione, è determinato. Alla vigilia della riapertura della discussione sul ddl Zan al Senato, Sasso si rivolge a «tutte le
persone di buon senso, di destra e di sinistra» perché evitino la deriva ideologica nelle
scuole. «Bisogna lasciare in
pace i bambini, lo dico da pedagogista. Quando saranno
più grandi avranno tutta la libertà di seguire i propri orientamenti. Ma nella scuola la
propaganda non deve entrare.
Da padre e poi anche da sottosegretario mi opporrò con tutte le mie forze a questo tentativo subdolo di infiltrare le nostre istituzioni scolastiche».
Sta per ripartire la discussione sul ddl Zan. Il cui testo
prevede proprio attività specifiche per le scuole.
«Al Pd e alla sinistra italiana
non basta più che ogni giorno i
nostri figli vengano bombardati attraverso i social dal pensiero unico sulle teorie di genere. Vip e influencer si fanno
quotidianamente paladini di
una narrazione che esalta la
mancanza di una precisa identità sessuale, il percepirsi a
tutti i costi come “f lu id i”. È una
realtà di cui purtroppo dobbiamo prendere atto. Ora si
prova anche l’assalto all’ulti -
mo baluardo che cerca di resistere a questa folle ideologizzazione: la scuola».
Per ora, almeno in teoria, la
propaganda a scuola non è
permessa.
«C’è una circolare, la 1972
del 2015, che la vieta esplicitamente. È grazie a quella circolare che, mesi fa, ho potuto intervenire con decisione sulle
“linee guida trans” che a un
certo punto furono proposte
nel Lazio».
Forse però quella circolare
sta diventando una barriera
un po’ f ra g i l e.
«Purtroppo nelle nostre
classi si moltiplicano i tentativi di imporre certe teorie, utilizzando l’alibi dell’auto n omia dell’insegnamento e facendosi beffe del consenso informato delle famiglie. Non
sono ancora molti, per fortuna, ma vediamo casi di insegnanti o dirigenti scolastici
ideologizzati che hanno già cominciato a spingersi oltre».
Ad esempio?
«Quando vedo Alessandro
Zan andare in una scuola a illustrare la sua proposta senza
contraddittorio mi sembra
che ci sia spinti oltre».
Ci sono scuole che hanno introdotto i bagni «gen der
f re e ».
«Se in una scuola c’è uno
studente che sta seguendo un
percorso di transizione bisogna tutelarlo, senza alcun
dubbio. Ma da lì a dare vita a
iniziative spot che servono a
far parlare di sé e a propagandare la fluidità di genere ce ne
pa s s a … Io vorrei che non succedesse mai quel che è accaduto in una scuola americana,
dove un ragazzo con la gonna
ha stuprato una ragazza in bagno».
Nel ddl Zan si parla di istituire una giornata contro l’om otra n s fo bi a a scuola. È d’ac -
c o rd o ?
«Quando sento parlare della celebrazione dell’id e o l og i a
Lgbt nelle scuole mi imbestialisco. Quando si fermeranno
gli ideologi? Cos’altro vogliono? Hanno praticamente già
vinto la battaglia culturale…».
In che senso?
«È evidente: tutto il sistema
mediatico tende dalla stessa
parte. Ormai basta esprimere
un dubbio sull’ideologia Lgbt
per essere tacciati di omofobia. A ogni livello, ovunque, si
tenta di incentivare il disorientamento. Vedo ragazzi di
10 anni che finiscono dallo psicologo per questo. Le famiglie
sono molto in difficoltà. È molto dura per i genitori competere con il resto del mondo che
dà per acquisite certe teorie. È
per questo che vorrei che la
scuola fosse lasciata in pace, e
spero in un’alleanza tra famiglie e educatori».
Diranno che lei non vuole
che si combattano le discrimin a z io n i .
«Io trovo giustissimo combattere le discriminazioni. Ma
qui le discriminazioni non
c’entrano niente. C’è un’offen -
siva che è dovuta a motivi ideologici oppure commerciali.
Nessuno vuole minimizzare
fenomeni odiosi come la discriminazione, il bullismo o
gli atti di violenza nei confronti della comunità Lgbt, ma qui
stiamo parlando di un’a l tra
cosa. A 10-12 anni non si ha
ancora la necessaria consapevolezza per affrontare determinati temi ed è facile rimanere disorientati e acuire il conflitto generazionale con le
mamme e i papà. Le famiglie
devono trovare nella scuola un
alleato e non un amplificatore
di queste teorie».
Insomma secondo lei non
servono altre azioni contro le
d i s c r i m i n a z io n i .
«Oggi le scuole hanno già
tutti gli strumenti per fermare
le discriminazioni. C’è già l’in -
segnamento dell’educ az io ne
civica, ad esempio. E poi, sinceramente, io mi fido molto
dei professori e dei maestri e
del lavoro quotidiano che fanno proprio per opporsi a ogni
violenza e al bullismo».
Se il ddl Zan dovesse passare al Senato che farà?
«Mi auguro che non accada.
In ogni partito ci sono sensibilità diverse e mi auguro prevalga il buonsenso. Non voglio
immaginare che venga sdoganata la propaganda istituzionalizzata, sarebbe un punto di
non ritorno. E poi questo non è
un argomento di cui dovrebbe
occuparsi un governo di unità
nazionale, non rientra nell’agenda Draghi. Confido che si
possano, per lo meno, eliminare dal ddl i punti controversi».
E se non avvenisse?
«Useremo tutti gli strumenti democratici, costituzionali
e parlamentari per impedire
prevaricazioni e derive ideolog ic h e » .
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