avanti il «green
caos» dei certifi-
cati obbligatori
sul lavoro, senza
v e d e r e f i n o r a
scalfito il nocciolo duro dei
non vaccinati, è ripartita la
giostra della confusione sul
fronte della terza dose. Le
somministrazioni procedo-
no ma nessuno ha ancora fat-
to chiarezza su quali saranno
i prossimi passi dopo aver da-
to il richiamo o il booster a
fragili, Rsa, over 80 e opera-
tori sanitari. Il copione del-
l’incertezza rischia infatti di
ripetersi. Perché al momen-
to abbiamo dichiarazioni as-
sai vaghe che lasciano molte
domande senza risposta. «La
terza dose sarà necessaria
per certe categorie special-
mente», come i più vulnera-
bili e i più anziani, «in questo
senso sarà fatta», ha detto ie-
ri il premier, Mario Draghi,
dopo il Consiglio Ue. Il giorno
prima era intervenuto il mi-
nistro della Salute, Rober to
S p era n za , limitandosi a ri-
cordare l’ultima circolare
che indica la possibilità di
procedere nella popolazione
over 60, nei fragili, nelle Rsa,
nel personale sanitario, «e io
credo che in questo momen-
to dobbiamo farlo, natural-
mente aspettando i sei mesi
dal completamento del ciclo
vaccinale». Stop. Per il suo
sottosegretario, P ie rpaolo
Sileri, «è verosimile che do-
vranno farla tutti, ma ce lo
dirà la scienza se e quando».
Ma attenzione, «se coloro
che si sono vaccinati a gen-
naio-febbraio inizieranno a
infettarsi e ad avere dei sinto-
mi allora vorrà dire che la
protezione è calata molto e
dunque bisognerà fare un ri-
chiamo», ha sottolineato Si-
leri. Mentre per il suo colle-
ga, Andrea Costa, «già entro
fine anno credo che si passe-
rà agli over 50 e così via. Però
sono indicazioni che ci dà la
comunità scientifica, siamo
in una fase in continua evolu-
z io n e » .
Insomma, le parole di D ra -
ghi, S p e ra n za e dei suoi due
sottosegretari, non aiutano a
fare chiarezza su cosa po-
trebbe succedere quando fi-
niranno le somministrazioni
alle categorie a rischio (pro-
babilmente a dicembre). La
terza dose verrà inoculata a
tutto il resto della popolazio-
ne? E se sì, con quale tabella
di marcia relativa alle fasce
anagrafiche? «Al momento
non sappiamo ancora quanto
presto dovremo vaccinare
nuovamente i più giovani per
far sì che il virus circoli poco.
I dati si stanno accumulando,
ci sarà tempo per decidere se
e quando vaccinarli», ha det-
to ieri Gianni Rezza, diretto-
re generale della prevenzio-
ne del ministero della Salute.
E Walter Ricciardi, consi-
gliere del ministero, è con-
vinto che andremo a sommi-
nistrare la terza dose a tutte
le fasce di popolazione, «do-
po sei mesi dalla seconda per
chi è stato immunizzato con
vaccini mRna, dopo due mesi
per chi è stato protetto con
u n’unica iniezione di John-
son&Johnson». Astrazene-
ca, non pervenuto.
Ma cosa succederà con la
gestione della durata del
pass? La terza dose può di-
ventare un «alibi» per proro-
gare per decreto l’obb l i gato -
rietà della carta verde sui
luoghi di lavoro? E se spunta-
no nuove varianti i vaccinati
nei primi mesi del 2020 che
però non rientrano nelle ca-
tegorie previste nel nuovo
cronoprogramma, pensiamo
a caregiver ma anche agli in-
segnanti, alle Forze armate e
forze di polizia, dovranno co-
munque aspettare?
Di certo, il commissario
Francesco Figliuolo ha invia-
to una circolare con la quale
richiama tutte le Regioni af-
finché «procedano con im-
mediatezza a effettuare i ri-
chiami vaccinali in parallelo
a tutte le categorie indicate,
fermo restando il solo vinco-
lo del rispetto dell’i nte r va l l o
di almeno sei mesi dal com-
pletamento del ciclo vaccina-
le primario». Nel documento
si chiede una maggiore uni-
formità e si richiama «l’op-
portunità di un ricorso sem-
pre più sistematico e struttu-
rato alla medicina del terri-
torio, con il coinvolgimento
più ampio possibile dei pe-
diatri di libera scelta, dei me-
dici di medicina generale e
dei farmacisti».
Però c’è un problema logi-
stico che La Verità ha solleva-
to più volte: quelle per i fragi-
li e per gli immunodepressi
sono dosi meno complesse
da somministrare, parliamo
di soggetti che sono seguiti in
maniera specifica da ospeda-
li e medici di famiglia e che
nel primo round della cam-
pagna hanno ricevuto il vac-
cino in strutture diverse da-
gli hub. Ora, almeno in Lom-
bardia, risulta che questi va-
dano negli hub rimasti aper-
ti, come anche gli operatori
sanitari. Vedremo cosa acca-
drà per gli over 80, mentre
per le Rsa si farà a domicilio.
Il problema vero arriverà se,
e quando, andranno gestiti
gli altri richiami «annuali»
perché si stanno già smantel-
lando molti hub per farli tor-
nare alla loro funzione origi-
naria. I medici di base, i pe-
diatri e soprattutto le farma-
cie (già alle prese con il caos
dei tamponi) saranno in gra-
do di sostenere il «secondo
giro» per tutti? La sommini-
strazione della terza dose do-
vrà essere messa a sistema
con quella dell’a nt i n f lue n za -
le e si sommerà anche alla
gestione delle vaccinazioni
in età pediatrica, caricando
le strutture di un compito
extra. Resta inoltre da capire
il ruolo futuro dello stesso
F i g l iuol o. Il Corriere della Se-
ra ieri riportava infatti l’ipo-
tesi che la struttura commis-
sariale possa confluire in
una nuova autorità naziona-
le di coordinamento alle di-
pendenze di Palazzo Chigi. E
sempre ieri Fabio Ciciliano
del Cts ha detto al Messag g e -
ro che il Comitato si avvia a
concludere il proprio man-
dato e ha come ultimo com-
pito quello di passare dalla
gestione emergenziale del-
l’epidemia a quella ordina-
ria. Nell’ultimo report setti-
manale della struttura com-
missariale non vengono indi-
cate le terze dosi ma si legge
che sono ancora 7,6 milioni
gli italiani che non hanno fat-
to neanche una dose di vacci-
no. La maggior parte nella
fascia 30-50.
Intanto dagli Usa, in attesa
che arrivi il parere indipen-
tente della Fda, Pfizer ha di-
c h i a rato c o n u n o s tud i o
u n’efficacia vicina al 91% del
suo vaccino nella fascia 5-11
anni.
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