STUPIDA RAZZA

martedì 22 marzo 2022

Ci si stupisce dell’inva s i o n e perché si vive solo l’att i m o Però esiste ancora la storia

 

Ok, inchiniamoci pure
al «cogli lattimo», unico prin-

cipio sopravvis-
suto allavanza -
ta devastante
della modernità
occidentale. At-
tenzione però: se non ricor-
diamo che anche quellatt i-
mo ha un passato e (inevita-
bilmente) un futuro, prodot-
to da ciò che ne facciamo,
rischiamo di fare molto ma-
le, a noi stessi e agli altri. Da
qualche settimana gran par-
te del mondo e tutto ciò che
contiene, dalle persone alle
valute, alle materie prime,
viene shakerato dentro latt i-
mo della decisione di V l ad i-
mir Putin di invadere mili-
tarmente lUcraina, e dei lea-
der del mondo occidentale di
punirlo per averlo fatto. Co-
me per la verità aveva ripetu-
tamente minacciato di fare
se l intraprendente vicino
non avesse interrotto la sua
marcia verso lOccidente e i
suoi principi.
La decisione e le conse-
guenze delle sanzioni, ac-
compagnate dalle immagini
e considerazioni fornite,
hanno per prima cosa diviso
in due il mondo: un fatto che
- come si sa - in sé non è mai
produttore di pace. Da una
parte, dunque, il mondo «al-
to» con le sale e i tavoli del
potere, compreso quello del
leader ucraino Vol odymy r
Zelensky che però veste la
maglietta del soldato sempli-
ce (presto imitato da Emma-
nuel Macron). Nel mondo
dellistante, infatti, il segno,
rapido, sostituisce il simbo-
lo, la comunicazione visiva è
tutto, non cè tempo né vo-
glia di pensare. Listante ec-
cita e suscita ansia quanto la
riflessione calma e fa pensa-
re.
Dallaltra parte il mondo
basso: le vittime al loro po-
sto, nella terra e nel sangue,
tra le rovine, in mezzo ai fu-
mi neri, barcollanti tra buchi
nella terra, i cadaveri scom-
posti, frugati dagli obiettivi.
Assieme a tanti altri, ulterio-
ri mondi bassi (quelli pro-
duttivi, non distruttivi) coin-
volti, molt o diversi dalle
smaglianti sale, conferenze e
studi degli intellettuali in -
tervistati. Come i lavoratori
di piastrelle di Sassuolo che
in Italia sono in cassa inte-
grazione perché è dal Don-
bass che arriva lar gilla per
lavorare, o i mobilieri che de-
vono ora andare in Africa a
cercarsi il legno, mentre i
compratori russi coi loro ru-
bli svalutati non comprano
più nulla.
È sempre in basso, avan-
zando lentamente con mezzi
pesanti, sulla terra e sul fan-
go, che si muovono poi i catti-
vi: i russi con i loro scarponi
e le loro telefonate notturne
alle mamme (intercettate
della spie e subito diffuse ai
giornali per alimentare la
narrazione straziante). Lop-
posizione tra il peso (i carri
armati e linvasione) e la leg-
gerezza (le sanzioni comuni-
cate via Internet e le appari-
zioni sul Web) è del resto
u naltra caratteristica del -
lopposizione tra lattu a l-
mente impopolare Storia,
che si costruisce nel tempo,
e lattimo (oggi senzaltro
preferito), che distrugge in
un istante, senza bisogno di
conoscere la storia, anzi pro-
prio perché non la si conosce
affatto.
È così che giornali e televi-
sioni raccontano subito, tut-
ti eccitati, del fallimento del-
la sporca operazione milita-
re. Intanto i russi avanzano,
lentamente, e le città cado-
no, una dopo laltra. Nel frat-
tempo, nel mondo alto, giu-
sto e pulito, su Internet, ne-
gli incontri di vertice o nelle
telefonate private dei leader,
avanzano le trattative. Non
senza, però, paurose e inso-
spettate scivolate, perché al-
la fine, quando la Storia è
stata risvegliata, si scopre
comunque che il potere degli
umani che lo manovrano
non è così grande come si
crede. Se non nel distrugge-
re. Nel grande e rumoroso
spettacolo, unico discreto e
profondo testimone delle-
terno, il Papa chiama un taxi,
e si fa portare dalla m ba s c i a-
tore russo a Roma, per dirgli
la sua costernazione.
Ma da dovè nato quellat-
timo di perversa follia che,
come si racconta, avrebbe
spinto Puti n a invadere lU-
craina, e i leader occidentali
a sanzionarlo per porre fine
al suo potere? È nato dal con-
trario dellattimo, dalla Sto-
ria che gli amanti dellistante
non vogliono vedere, perché
richiede sacrifici ed è impe-
gnativa per tutti, mentre il
culto dellattimo come ogni
finzione ri duttiva, come un
videogioco, fabbrica eroi e
mostri che tali non sono mai
completamente, e narrazio-
ni che vengono poi regolar-
mente smentite, come quella
afgana miseramente conclu-
sa qualche mese fa, dopo an-
ni di sangue, velleità e stupi-
daggini. Sentiamo cosa scri-
vevano due scienziati politi-
ci impegnati a Chatham
House (uno dei maggiori
pensatoi di relazioni inter-
nazionali) i professori Je n n i-
fer Lind e Daryl G. Press su l
formarsi dellattimo scop -
piato poche settimane fa e
noto a tutti da anni sul bime-
strale Foreign Affairs, rivista
di grande prestigio e tra lal-
tro molto vicina al Diparti-
mento di Stato americano.
Larticolo è: «Prova di realtà.
Il potere americano nelle-
poca dei limiti». Dopo aver
descritto la Russia come un
«improbabile impedimen -
to» al primato americano, e
comunque la nota determi-
nazione di Puti n nella r re-
stare lespansione occiden-
tale attraverso lUcraina, i
due politologi concludeva-
no: «Per evitare il conflitto i
due avversari devono fare
uno scambio: la rinuncia al-
lespansione occidentale in
cambio della non interferen-
za della Russia. LOccidente
deve smettere ogni allarga-
mento della Nato e dellUe
nellEuropa dellest. In cam-
bio, la Russia deve accettare
di smettere la sua campagna
di interferenze nella politica
locale dei Paesi». Con lelo-
quente, successiva parente-
si: («Ma anche Washington
dovrebbe abbandonare que-
sti metodi»). Questo articolo
è di due anni fa: da allora
quasi ogni numero del bime-
strale è tornato a occuparsi
della spinosissima questio-
ne, constatando che non si
era fatto nessun passo avan-
ti, anzi. Ma allora perché tut-
ta questa sorpresa, se tutta la
diplomazia internazionale
sa benissimo che questa in-
vasione non è figlia dellim -
provvisa follia di Puti n (che
potrebbe anche esserci, ma
qui non centra) ma di un
negoziato che tutti sapevano
necessario ma l Occidente
non ha mai aperto, malgrado
le ripetute proteste della
Russia?
Mentre scrivo leggo che il
presidente cinese Xi Jinping
ha esortato tutte le parti
coinvolte nella crisi in Ucrai-
na «a sostenere congiunta-
mente il dialogo e il negoziato tra Russia e Ucraina e trat-
tare i risultati e la pace».
Molto saggio, ma era già sta-
to detto, da tempo. Perché
nessuno lha fatto? Perché il
leggero, coraggioso, audace
«cogli lattimo» è, in realtà,
quello che un altro leader ci-
nese, M ao chiamava nel suo
Libretto ro sso: «Bastonare il
cane che annega». Cioè: «fi-
nisci il perdente», profitta
della situazione. Non pro-
prio una cosa elegante per
uno schieramento umanita-
rio e politicamente corretto.
Per sapere chi vince e chi
perde, però, occorre pazien-
za, come per imparare la sto-
ria. Non si fa in un attimo. Ed
è poco spettacolare, piutto-
sto meditativo.
Insomma, come diceva
ancora il vecchio M ao: «Non
è un pranzo di gala». Quelli
che piacciono ai nostri presi-
denti, che forse non se la ca-
vano benissimo tra guerre e
s a n z io ni.

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