STUPIDA RAZZA

domenica 20 marzo 2022

Rivolta dei Tir sardi: cargo bloccati

 

La Sardegna è sempre più u n’isola alla deriva. Il governo pare non saperlo e spera di chiudere la vertenza dei camion con i provvedimenti presi ieri sera dal Consiglio dei ministri: 25 centesimi di sconto sul carburante, 38,5 milioni di sconto su ferrobonus e marebonus, 20 milioni per i pedaggi, 1,4 milioni di sconto sui contributi per l’Autorità di settore. Poi si parla di un fondo che per ora è dotato di 0 euro, della norma per l’automatico adeguamento delle tariffe ai prezzi del carburante e di una revisione trimestrale dei costi. Calcolando che le imprese del settore sono 25.000, fanno 2.400 euro a testa, cioè due pieni di gasolio di un bisonte della s trad a . I Tir sardi sono al quinto giorno di protesta e bloccano i porti e tutto il traffico merci. Due compagnie di navigazione tra le più importanti, Grimaldi e Grendi, hanno sospeso le partenze e anche Tirrenia cargo ha ridotto l’o p e rat i - vità. Invoca con una lettera u n’ azione dei prefetti Confindustria Sardegna, sostenendo che ormai i comparti industriali sono alla paralisi e si chiuderanno le fabbriche. Egualmente sono preoccupati gli agricoltori e gli allevatori mentre nei supermercati ormai le merci scarseggiano. Gli autotrasportatori non fanno alcun passo indietro, anzi hanno rafforzato il blocco a Cagliari dove ci sono 400 contenitori e 300 semirimorchi a bloccare i piazzali. È una sconfessione palese dell’ac - cordo che Unatras ha sottoscritto con il governo due giorni fa cambiando opinione nel giro di otto ore. Prima Unatras aveva rifiutato bollandole come insufficienti le proposte del viceministro Te - resa B el l a n ova che sta gestendo la «vertenza Tir», poi ha detto che andava tutto bene. Mau r izio Longo di Trasportounito anche alla luce delle decisioni del cdm prevede che quell’accordo sarà sconfessato: «La montagna ha partorito il topolino anche se sono intervenute le associazioni di categoria a far cambiare idea a Unatras, ma l’accordo sottoscritto con la B el l a n ova è uguale a quello bocciato il 15 marzo. Unatras lo aveva respinto e aveva indetto per oggi delle manifestazioni e uno sciopero per il 4 aprile. In realtà quello era uno sciopero finto perché non è mai stata inviata una comunicazione alla Commissione di garanzia. Dai territori sale una forte contestazione e la situazione rischia di peggiorare». In particolare le aziende contestano che sulle norme che dovrebbero adeguare i regimi contrattuali del trasporto non c’è alcun testo, che il taglio delle accise è marginale e che c’è un paradosso: «Hanno annunciato», nota L o n go, «ulteriori 7 centesimi di sconto al litro di gasolio per i camion Euro 5 ed Euro 6 che sono meno del 20% del parco circolante». Sul prezzo del gasolio si è mossa anche l’Antitrust che ha chiesto alla Finanza di indagare sulle compagnie petrolifere. Dalla Sicilia Pippo R ichich i , autotrasportatore e animatore delle proteste ribatte: «Le imprese del Sud sono sotto ricatto delle agenzie del Nord. Noi non abbiamo contatti diretti con il cliente. Da fonti certe sappiamo che un carico da Palermo a Milano viene fatturato dalle agenzie a 2.600 euro, a noi ne danno 1.400 e un pieno di gasolio ci costa 1.200 euro. Siamo sotto una forma di caporalato». In Sicilia come in Sardegna si sente aria di contestazione dura. «Le manifestazioni di oggi », aggiunge L o n go, «serviranno a valutare l’ac c o rd o firmato da Unatras e quanto deciso dal governo, ma nel Centro Sud la categoria è pronta a sfiduciare Unatras e a mobilitarsi». Il rischio? Che Cagliari sia solo l’i n i z io

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