STUPIDA RAZZA

martedì 22 marzo 2022

Pur di non andare a votare ci mettono l’elmetto


In Italia la democrazia continua a rimanere sospesa tra u n’emergenza e l’altra. Benché sia una questione seria e dirimente, avendo perso l’abi tu - dine a votare oramai nemmeno ci badiamo più alla democrazia. Nonostante le elezioni siano l’ultimo dei nostri pensieri, l’anno prossimo dovrebbero tenersi. Quindi finalmente torneremo a scegliere in proprio quei rappresentanti del popolo da cui dipende il futuro collettivo. Teoricamente dovrebbe andare così, solo teoricamente però. Nella pratica invece le urne potrebbero rimanere ancora chiuse a tempo indeterminato. Sebbene l’articolo 80 della Costituzione stabilisca la durata quinquennale delle Camere sino a quando Puti n resterà a piede libero rischiamo l’ennesimo stallo istituzionale. Difatti lo stesso art. 80 prevede che nell’ipotesi dello «stato di guerra» la durata delle Camere può essere prorogata. Ovviamente i parlamentari in carica tenteranno in tutti i modi di far slittare le elezioni all’infinito. Quantunque sono convinto nessuno di loro arrivi ad augurarsi il conflitto pur di mantenere la poltrona, ci mancherebbe. Ma sono altrettanto certo di quanto tutti sperino nella ciliegina sulla torta: la dichiarazione di «stato di guerra». Non sarà un’impresa semplice ma dall’onorevole cilindro potrebbe uscire anche questa magia. Debbono prepane routinaria», insomma nulla di sconvolgente. Intanto per non saper né leggere né scrivere riordiniamo e predisponiamo le nostre truppe alla guerra. Più precisamente allo «stato di guerra»! È sufficiente dichiararlo per non andare a votare, mica occorre combattere davvero. Stavolta presenteranno al Paese una narrazione micidiale e all’altezza dello scopo finale. Dalla recente circolare potranno cavare spunti interessanti. Frasi adatte a una narrazione drammatica e responsabile del tipo: «l’evo lu z io n e sullo scacchiere internazionale», «in questo momento caratterizzato dall’i nte n s i f i - carsi delle tensioni geopolitiche, deve essere effettuato ogni possibile sforzo affinché le capacità pregiate possano essere disponibili». E via discorrendo, sino ad «alimentare i reparti che esprimono unità di prontezza nei prossimi due anni». Ecco l’obbiettivo sono i prossimi due anni in piena emergenza. Quanto basta per garantirsi la poltrona.


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