Un tempo gli italiani avevano un grosso complesso di inferiorità nei confronti dell’America (e temo lo conservino ancora), ma allo stesso tempo consideravano l’americano medio un sempliciotto che poteva essere abbindolato facilmente. I napoletani appena “liberati” potevano trattare la “vendita” di un soldato americano ubriaco (cioè dei suoi averi) pur rimanendo loro i veri perdenti. Più tardi li vedevamo turisti ignoranti e danarosi ai quali Totò poteva vendere la fontana di Trevi. Ho come l’impressione che ai nostri giorni la distanza si sia considerevolmente ridotta. La differenza di un tempo, infatti, più che su una maggiore cultura e più profonda comprensione del mondo, si basava sulla capacità di arrangiarsi e sulla diffidenza verso l’autorità ereditata dalla lunga convivenza con una vita dura e difficile. Ma in tempi recenti la nostra vita non è stata affatto più difficile della loro, probabilmente il contrario.
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