«Il ruolo dei cavi sottomarini nello spionaggio globale è di
grandissima rilevanza. Da essi
dipendono le comunicazioni,
i flussi finanziari e l’accesso ai
dati stoccati nel cloud, quindi
il loro controllo costituisce
uno strumento formidabile di
influenza geoeconomica. La
Cina, ma anche la Thailandia e
Singapore, stanno concentrando grandi risorse su queste infrastrutture. Gli investimenti nel 2010 erano pari a
circa l’1% e dal 2011 in poi, sono
saliti ora al 9%». Giuseppe Gagliano, presidente del Centro
studi strategici Carlo De Cristoforis e analista geopolitico,
ci guida nella ricostruzione
della complessa strategia del
cablaggio sottomarino.
Qual è il ruolo dei cavi sottomarini nello spionaggio tra
p ote n ze?
«Nel 2019, un gruppo di
agenzie governative statunitensi guidate dal Dipartimento di giustizia, note come
Team Telecom, si sono fortemente opposte al progetto
chiamato Pacific light cable
network, un cavo sottomarino
lungo 8.000 miglia, circa
12.900 chilometri, tra America e Cina a causa di alcuni dubbi sul partner cinese coinvolto
nell’operazione. L’infrastrut -
tura, finanziata da Google, Facebook e Peng telecom & media group, uno dei maggiori
produttori di hardware e telecomunicazioni in Cina, produrrà il primo collegamento
Internet diretto tra Los Angeles e Hong Kong e si prevede
che incrementerà la velocità
di Internet sia in Cina sia negli
Stati Uniti. Il completamento
è previsto entro quest’a nn o.
Ma Team Telecom teme che il
progetto, dal costo di 300 milioni di dollari, possa facilitare
lo spionaggio cinese».
Quali sono i casi di spionaggio più eclatanti tramite i cavi
s otto m a r i n i ?
«Già a partire dagli anni
Settanta gli Usa avviarono
missioni di intercettazioni dei
cavi sottomarini. La più famosa è quella denominata Operation Ivy Bells, una collaborazione tra Marina, Cia e Usa per
ascoltare le comunicazioni tra
le basi navali sovietiche sul
mare di Okhotsk. Nel febbraio
2013 Edward Snowden rivelò
che la Nsa aveva introdotto un
virus informatico nel cuore
del sito di amministrazione e
gestione di Sea-Me-We 4, un
cavo che veicola le comunicazioni telefoniche e Internet da
Marsiglia al Nord Africa, il Medioriente e il Sudest asiatico.
Marsiglia costituisce uno dei
principali nodi di intercettazione al mondo. Recentemente gli americani hanno intercettato in Honduras un cavo
sottomarino che serve un resort in cui si riuniscono operatori economici globali del
settore automobilistico e
agroalimentare. A giugno
2014 il quotidiano londinese
The Register ha svelato l’esi -
stenza di un’area segreta a
Seeb, sulla costa settentrionale dell’Oman, gestita dal servizio di sicurezza britannico
Gchq, per controllare le comunicazioni tra Paesi arabi.
Ma non bisogna dimenticare
che due dei quattro cavi subacquei che atterrano a Seeb sono
i principali fornitori di connettività in India».
Cosa accadrebbe con un sabotaggio dei cavi sottomarini?
«Danneggerebbe in modo
estremamente rilevante le comunicazioni. A farne le spese
sarebbe soprattutto l’Eu ro pa
per tutti i nostri usi: voce, dati,
visualizzazione di video, visualizzazione di dati, archiviazione di dati personali o
aziendali, transazioni finanziarie. L’Europa è fragile e soggetta a tutti i rischi, dalla rottura del cavo alla sospensione
unilaterale del servizio. Le
conseguenze, anche sulla sicurezza nazionale, sarebbero
drammatiche. La Commissione europea ha poco potere. I 27
Stati membri non fanno causa
comune. Manca una strategia
globale. A volte alleate, spesso
concorrenti, le aziende europee non riescono a unirsi per
controllare un’attività con poca o nessuna regolamentazione. La Francia gioca certamente un ruolo di leader con
la multinazionale Orange».
C’è il rischio che la Russia
usi i cavi sottomarini per
eventuali ritorsioni o per
s pio n a g g io?
«Probabile. La Royal Navy
britannica da tempo controlla
con particolare attenzione
l’attività sottomarina russa
come dimostra l’i m p o rta n za
attribuita alla collisione avvenuta nel dicembre 2020 tra
una fregata britannica e un
sottomarino russo. Qual era lo
scopo del sottomarino russo
se non di prendere informazioni dai cavi sottomarini? È
evidente che la “cyber warfare ” che ha preso avvio dal 2014
tra Russia e Ucraina passa anche per i cavi sottomarini».
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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