STUPIDA RAZZA

mercoledì 23 marzo 2022

Gli affari vincono sul bla bla delle sanzioni

 

A proposito della situazione delle sanzioni alla Russia e di chi continua a farci affari ha sintetizzato bene la situazione Guido Crosetto, fratello d’Italia: «I francesi riprendono le produzioni, i turchi aprono porti e banche agli oligarchi, gli inglesi non hanno toccato un bene privato russo sul loro suolo, gli israeliani fanno ponti d’oro agli investimenti e trasferimenti di capitali. Diciamo chiaramente che la Realpolitik esiste». A questo aggiungerei che la Germania guarda con un occhio al pesce e con l’a l tro al gatto, tace oppure parla poco e continua indefessa a perseguire i propri interessi. Tra l’altro, per ovviare alla questione di una possibile diminuzione di afflusso del gas russo - in contemporanea - prende i soldi del Recovery fund per la transizione ecologica (cioè per finanziare l’industria automobilistica, come se ne avesse bisogno) e riapre le centrali a carbone. Come direbbero a Milano «ma allora, gli unici pirla siamo noi?». Da diversi anni noi perdiamo vari miliardi l’anno di export verso la Russia perché abbiamo onorato il patto sanzionatorio nei suoi confronti. Abbiamo lanciato anatemi contro tutti gli oligarchi compresi quelli che ci portavano soldini in varie zone del Paese, ne sa qualcosa, ad esempio, la località di Forte dei Marmi. Continuiamo a rispettare i patti con rigore e diligenza encomiabile. Avremmo a disposizione sette centrali a carbone pronte ad essere utilizzate, ma mentre la Germania le riattiva velocemente e senza fare tanti proclami, noi le teniamo spente accendendo la miccia dell’i n f l a z ion e. Tanto per gradire, come suggerito da ciò che ha detto C ro s etto, la Renault, che fino a prova contraria ci risulta essere francese, riapre le proprie produzioni in Russia e il Regno Unito, mentre dichiara per mezzo di Boris Johnson che mandiamo poche armi agli ucraini e al quale evidentemente prudono le mani per un intervento bellico diretto nella vicenda, dicevamo, nel frattempo anatemi contro gli oligarchi che fanno affari nel suolo inglese non se ne sono sentiti. Col cuore stanno dalla parte degli ucraini, col portafoglio si tengono stretti gli oligarchi russi. È vero che B or is Joh nson non è Wins ton C hu rch i l l ed è vero che E mmanuel Mac ro n non è C h a rles de Gaulle, ed è pur vero che Mario Draghi non è A lcide De Gasperi, ma c’è un limite a tutto, soprattutto ai cortocircuiti come questo. Come se non bastasse due giorni fa, nella trasmissione di Nicola Po r ro, Q ua rta Re p ub b l ic a , Paolo Scaroni, già amministratore delegato dell’Eni, ha confermato che la Russia fornisce regolarmene gas all’Uc ra ina, la quale regolarmente lo paga. Tanto per dire che caos ci circonda. Intendiamoci, la storia lineare è scritta sui libri, quella tutta storta, bernoccoluta, fatta di anse e di anfratti a volte ignoti, è quella reale, non scritta sui libri. Ma questo non ci esima dal fare alcune considerazioni che ci dicano qualcosa che riguarda il nostro Paese. La prima è che non è una buona ragione per diventare inadempienti, cioè per fare qualcosa di scorretto, che tutti gli altri - o buona parte di essi - lo facciano, ma non è neanche lo stare zitti di fronte al fatto che noi rispettiamo le regole di un patto sottoscritto anche da altri che non lo rispettano sia la strada giusta. Perché una strada si deve scegliere e allora se il Paese che ha la presidenza di turno de ll’Unione europea, la Francia, non rispetta il patto riaprendo la Renault, la questione non è di poco conto perché è l’Europa che si è dichiarata un cuor solo e un’anima sola a favore del popolo ucraino e contro il malvagio aggressore V l ad imir Putin, non è stata solo l’Italia. Con la sola differenza che l’Italia fa i compiti a casa e la Francia no. O si decide che le sanzioni, così come sono state messe in atto, sono sbagliate e troppo onerose per i Paesi europei, e allora si cambiano, oppure non si può far passare sotto traccia i comportamenti scorretti degli altri. O valgono per tutti o non valgono per nessuno. La seconda osservazione si collega a quella che spesso abbiamo fatto a proposito dei patti sull’ambiente, le famose Cop che vengono firmate da tutti e rispettate solo da alcuni e non c’è nessun organismo internazionale che sanzioni a sua volta chi non le rispetta. Qui siamo alle solite: si firmano i patti e poi chi non li rispetta dorme sonni tranquilli come chi li rispetta. Sono considerazioni elementari - ce ne rendiamo conto - ma si prestano volentieri alla discussione certi che nessuno possa contraddirle. Purtroppo. 

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