Quanti morti
dovremo ancora
registrare in
Ucraina prima
che si guardi in
faccia la realtà?
Quando la smetteremo di fare gli eroi con la vita degli
altri, ossia con milioni di uomini, donne e bambini ucraini che da un mese muoiono o
fuggono sotto le bombe russe? Fino a dove si spingerà il
cinismo di chi tifa per la pace
rifornendo gli ucraini di missili per fare la guerra? Lo so,
sono domande brutali che
mi costeranno la velata accusa di essere sotto sotto un
sostenitore di Vladimir Putin, quando invece sono semplicemente un avversario
dell’ipocrisia dietro a cui si
mascherano i buonisti,
pronti al conflitto, ma a casa
d’a l tr i .
Fin dal primo giorno, cioè
da quando i carrarmati di
Mosca hanno invaso l’Uc ra i -
na, ho cercato di spiegare che
per evitare una carneficina,
l’unica soluzione era trattare. Da subito quella di Kiev
mi era parsa una guerra impari, seppur
supportata da ideali nobili e
legittimi, ovvero il diritto alla
difesa del proprio territorio e
della propria democrazia. Per
quanto spalleggiata dall’Ame -
rica e dall’Europa, l’Uc ra i n a
non è nelle condizioni di
sconfiggere l’armata russa, al
massimo ne può ritardare l’avanzata e le può rendere la vita difficile. Ma a che prezzo?
Quante vite si è disposti a sacrificare per dare del filo da
torcere a Puti n e fargli pagare
cara l’invasione? L’altra sera
ho sentito l’a mba s ci atore
Giampiero Massolo dire in tv
che si punta a costringere i
russi a una vittoria mutilata,
cioè a spingere il Cremlino
verso una trattativa in condizioni meno favorevoli. Da ex
segretario del ministero degli
Esteri ed ex coordinatore dei
servizi di intelligence italiani,
M a s s ol o è senza dubbio uomo
di esperienza. Ma se parla di
vittoria, per quanto mutilata,
significa che dà per scontato
che alla fine Puti n si prenderà
un pezzo di Ucraina e si tratta
solo di capire quale porzione
riuscirà a conquistare. Peraltro, dopo giorni di annunci di
imminenti default della Russia a causa delle sanzioni occidentali, ieri ho letto un’analisi
di Federico Rampini, sul Cor -
rie re, in cui riconosce che non
sempre le misure adottate
contro i cosiddetti Paesi canaglia sono efficaci. In effetti,
anni e anni di embargo adottato contro l’Iran non hanno
piegato il governo degli ayatollah. E nemmeno hanno ridotto a più miti consigli Kim Jong
Un , il dittatore nordcoreano
che minaccia con i suoi missili i Paesi confinanti. Dunque, è
possibile che bloccare le transazioni finanziarie, ma non
gli affari che la Russia intrattiene con Cina, India, Turchia
e Paesi arabi, non basti a fermare Puti n . Qual è perciò la
prospettiva? Continuare la
guerra, lasciando che Mosca
rada al suolo intere città, in
attesa che le sanzioni facciano effetto? Inviare altre armi
affinché gli ucraini continuino a combattere e farsi ammazzare? Sperare che prima
o poi qualcuno in Russia levi
di mezzo, con il veleno o con
un colpo di pistola, il dittatore? È questa la strategia su cui
confidano gli Stati Uniti e
l’Europa? Beh, se le soluzioni
sono quelle appena dette, mi
pare che l’Occidente, e la combriccola di giornalisti e politici che tifano per la resistenza
dura e pura, sia un po’ a corto
di proposte. Magari scopriremo domani che lo zar del Cremlino è stato messo agli arresti, ma mi pare difficile. Se si
ha un po’ di buon senso e soprattutto di realismo, dunque
non si può che sperare in una
trattativa che fermi la guerra.
Dopo un’ubriacatura guerrafondaia che ha agitato anche il principale quotidiano
italiano, persino al C o r rie re si
comincia a ragionare sulla
trattativa. Aldo Cazzullo, rispondendo a un lettore, ha
scritto che una via d’u s ci ta
andrà pur trovata. «La battaglia di Mariupol conferma che
l’Ucraina non può resistere a
lungo in campo aperto all’esercito russo; può pensare di
logorarlo con l’imboscata e
con la guerriglia. E Puti n non
ha interesse a farsi logorare».
Dunque? La Russia «potrebbe
accontentarsi di conquistare
la striscia che congiunge la
Crimea al Donbass, facendo
del mare d’Azov un mare russo, ma lasciando Z el e n s ky al
potere. In questo modo entrambi potranno sostenere di
aver vinto». Fino a pochi giorni fa chiunque proponesse un
compromesso - e quello di cui
parla C a z zu l l o è un compromesso, che consegnerebbe
più a Mosca che a Kiev la vittoria - era tacciato sul C o r rie re
di immoralità. Paolo Mieli ad -
dirittura accusava i sostenitori della trattativa di essere pacifisti cinici, perché invitavano gli ucraini alla resa. Ma
adesso, dopo un mese di guerra e svariati migliaia di morti
dall’una e dall’altra parte, dopo città rese spettrali dalle
bombe, dopo milioni di profughi, alla fine anche gli irriducibili bombaroli, quelli che
seduti nel loro salotto sono
pronti ad armare fino ai denti
gli ucraini affinché combattano fino alla morte, si rendono
conto che bisogna trovare una
via d’uscita che salvi la faccia
a tutti, ma soprattutto a loro.
All’improvviso serve un punto di equilibrio. Cioè accettare
u n’ingiustizia che però è
«preferibile alla strage quotidiana cui assistiamo con sgom e nto » .
Beh, benvenuti nel mondo
reale. Dopo aver applaudito
l’ennesimo discorso di Volo -
dymyr Zelensky, eletto a furor di popolo nuovo Che Gueva ra che combatte l’imperia -
lismo, vi rendete conto che
con l’imperialismo russo bisogna trattare. Vi faccio una
domanda: quante vite è costata l’illusione che avete dato a
Z el e ns ky e agli ucraini che
voi, quando li applaudivate,
facevate sul serio e non scherz avat e?
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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