STUPIDA RAZZA

martedì 22 marzo 2022

«Media in trincea per affari e conformismo»

 

No Tav, no green pass, no war: insomma, no global. Ugo Mattei sta finendo di scrivere, per l’appunto, Il diritto di essere contro, in libreria a fine aprile da Piemme. Docente emerito di diritto internazionale all’università della California, insegna diritto civile a Torino. Dove, nel febbraio del 2021, si è candidato sindaco nella lista «Futura per i beni comuni» ottenendo il 2,32% dei voti. Risponde al telefono da Berkeley, dove si trova per motivi di studio. Professore, è disposto ad ammettere che i vaccini hanno f re n a to la circolazione e i danni del virus? «Che valore può avere una mia ammissione, non sono un virologo. Siccome all’i n iz io non temevo il Covid non mi sono vaccinato, per non approfittare della corsia preferenziale dei professori. Quando ho cominciato a informarmi i troppi riprovevoli interessi in gioco mi hanno confermato nella scelta. Così pure i comportamenti repressivi delle istituzioni. Mi sono trovato a difendere i valori liberali di uguaglianza e inviolabilità della persona contro l’autori - tarismo paternalista del governo Draghi. Visto che la sinistra non offriva spazi di resistenza, nelle piazze ho avuto per compagne molte persone e realtà inaspettate». È contento che Drag hi ha deciso di ridurre a l cu n e res tr i z io n i ? «Diciamo di sì, altrimenti Sergio Chiamparino mi dà del barb oton. La sospensione che m’interessa di più è quella dell’obbligo del green pass rafforzato agli over 50 per andare a lavorare. Un vulnus terribile». Perché sulla gue r ra russoucraina si è r i p ro d ott o lo stesso schema visto sulla pandem i a? «Perché c’è chi pensa in modo vigile e chi, come si diceva un tempo, mette la testa a partito. Esercitare la critica è una ginnastica democratica che richiede allenamento. Se per un anno smetti di criticare Draghi, difficilmente ti ravvedi e t’improvvisi critico adesso». Che cosa contesta a questo gove r n o ? «La deriva autoritaria. È u n’attualizzazione del fascismo degli anni Venti». Ad d i r i ttu ra? È passato un s e c ol o … «Il blocco che portò al potere Benito Mussolini è lo stesso che sostiene il governo Draghi: la finanza angloamericana. L’asse che da Wall Street passa per le banche, la Confindustria e arriva all’industria della guerra». E la deriva autoritaria? «Il fascismo esautorò il Parlamento concentrando il potere nel Gran consiglio del partito. Sparì anche l’o p p o s i z io n e. Draghi affida i processi decisionali alle cabine di regia, abusa dei decreti legge. Le istituzioni di garanzia sono inerti, a cominciare dalla Corte costituzionale. Basta vedere cos’è successo agli articoli 9 e 41 della Costituzione». La svolta ecologica? «Esatto. La biodiversità, l’ecosostenibilità e il rispetto della salute e dell’a mbiente anteposti alla tutela della libertà e dignità umana. L’esempio più clamoroso di autoritarismo l’abbiamo davanti». Sa re b b e? «La politica emergenziale. Si sospende lo stato di emergenza per il Covid, ma rimane quello per motivi bellici. Poi toccherà all’emergenza ambie nta l e » . Scenario apocalittico. «Berkeley è il posto più liberal e politically correct del pianeta e sono tutti preoccupatissimi del virus. Bene, da quando sono qui nessuno si è mai sognato di chiedermi una certificazione vaccinale. In biblioteca c’è l’indicazione d’in - dossare la mascherina, ma nessuno si trasforma in sbirro. In Italia chiunque si sente in diritto di additare il trasgressore e perseguire i diritti di una minoranza non allineata » . Co m’è la guerra russoucraina vista da lì? «Un vero movimento contrario non c’è. Gli americani diventano sensibili quando i cadaveri sono in casa. Gli Usa sono gli ultimi beneficiari di questa guerra. Far saltare l’as - se tra Germania e Russia è uno degli scopi non dichiarati». Il pensiero prevalente q ua l è? «La vulgata attribuisce le cause all’ego smisurato di Putin. Alcuni colleghi, soprattutto storici, hanno uno sguardo più complesso». Ècasuale che la complessità si trovi tra gli storici?La visione della c ro n aca s pi n g e a sempl i f ica re ? «Il qui e adesso è la logica della società dello spettacolo. Questa è una guerra spettacolare. Una guerra diversa, interpretata con categorie antiche». Qual è la diversità? «Se la compariamo con altre guerre, diciamo che Putin si è impantanato. Ma non ci accorgiamo che l’aviazione non è ancora stata utilizzata. Mentre, per esempio, la Guerra del Golfo è stata combattuta principalmente nei cieli. Prima si bombarda e poi si entra con i soldati. Non credo si possa dire che Putin non ha l’av i a z io n e… Poi c’è un’altra diversità». Qua l e? «Finora si combatteva per impadronirsi dei cieli o dei mari. Invece questa è una guerra psicologica, che mira a conquistare la mente per la costruzione dell’uomo globale, attraverso i meccanismi tipici della società del controllo. La propaganda ha raggiunto livelli sofisticatissimi. La cronaca ci fa vivere in un eterno presente, i social e il Web hanno modificato le nostre menti, capaci di livelli di attenzione sempre più brevi. Perciò abbiamo una capacità critica sempre più limitata. Farsi u n’idea precisa nel profluvio d’informazioni è complicato. Basta vedere il caso della fotografia della presunta carneficina attuata dai russi pubblicata dalla Sta m p a ». Che invece era un bombardamento di Donetsk di questi g io r n i . « Un’altra diversità è l’u so massiccio di politiche di marketing, compatibile con il fatto che tanti poteri traggono interesse da questa guerra. Le multinazionali come il gruppo Exxor che con Rolls Royce produce motori per le navi ed è consorziato con Leonardo per i sistemi di precisione. Biden vicino alle elezioni di metà mandato che accontenta l’in - dustria bellica e spera di vendere il gas all’Europa. La Germania che per la prima volta dalla fine della guerra mondiale ha destinato 100 miliardi ad a r m a m e nt i » . Però si registrano i primi n egoz i at i e circolano bozze di trattativa . «Appena se n’è cominciato a parlare Biden ha dato dell’as - sassino e del criminale di guerra a Putin». In quale considerazione dobbiamo tenere il diritto all’autodeterminazione del l’Ucraina e la sua volontà di entrare nell’Ue ? «Con la latitanza dell’O nu , che è deputato all’applicazio - ne del diritto internazionale, la trattativa si serve di diplomazie erratiche, le telefonate di Macron, le mediazioni di Erdogan... Vedremo se si riunirà il Consiglio di sicurezza. Non mi sembra si stia facendo di tutto per riportare questa crisi nei confini della legalità». E la volontà d el l ’Uc ra i n a di entrare nell’Unione europea? «Non è una richiesta che si può far valere in modo unilaterale. Da quanto tempo la Turchia chiede di entrare nell’Ue? L’autodeterminazione è un principio giuridico che si attua in relazione agli equilibri geopolitici. Ci sono aree del mondo che hanno una vocazione storica di cuscinetto, la cosiddetta sfera d’influenza. Nel 2014 in Ucraina c’è stato un colpo di Stato, la rivoluzione arancione del 2004 aveva ispiratori ben precisi. Togliamoci l’illusione che la Nato sia u n’organizzazione che ha come scopo la pace e l’a m ic i z i a tra i popoli». Come g iud ica l’a z io n e d el governo italiano? «Siamo una colonia. L’Ita l i a non ha alcuna autonomia in politica estera. Gli ultimi che hanno provato a guadagnarsela come Enrico Mattei, Aldo Moro e Bettino Craxi hanno fatto una brutta fine. Per conquistare autonomia serve una classe politica di altissimo livello, non un banchiere di Goldman Sachs». Come giudica l’invio di armamenti all’esercito ucrain o? «Lo trovo illegale e contrarissimo all’articolo 11 della Costituzione che rifiuta la guerra come strumento di soluzione di controversie internazionali. Poi lo trovo immorale perché serve a continuare questo conflitto negli interessi del capitale finanziario. Infine, politicamente suicida perché toglie all’Italia qualsiasi possibilità di mediazione». In questi giorni è stato ap - provato l’aumento delle spese mi li tar i da 25 a 28 miliardi l’anno. «Era quello che la Nato voleva da tempo. Invece di fare l’in - teresse degli italiani, Draghi prima ha fatto quelli di Pfizer, ora quelli di Lockheed. Se si studiano i pacchetti che controllano i mercati ci si accorge che sono ben integrati. Non stupiamoci se i gruppi editoriali sono così schierati». Ha sentito l’ex sindaco di Bologna Sergio Cofferati proclamarsi a favore dell’invio di armamenti in Ucraina? «Possiamo non parlarne? Mi piange il cuore». Cosa sta succedendo alla sin i s tra? «È diventata un avamposto del globalismo finanziario americano. I democratici con le loro politiche identitarie influenzano il Pd che a sua volta rende la sinistra italiana organica alle multinazionali. Una volta c’era la sinistra radicale, ma è stata decimata dal Covid, forse per ragioni anagrafiche». Secondo Walter Veltroni la guerra di Putin è contro i valori occidentali. «È una lotta contro il globalismo di matrice anglosassone. Finita la guerra fredda si è imposto il pensiero unico, mentre Putin cerca di affermare un mondo multipolare » . Tra i valori d el l’O c c id e nte da difendere c’è la libertà sessua l e come dice Veltroni? «Kirill è un capo religioso. Neanche papa Francesco che sta a Roma è favorevole ai gay p r id e » . Parlando di ciò che succede a sinistra, lei ha collaborato a lungo con Il Manifesto… «Ero nel consiglio d’ammi - nistrazione quando lo presiedeva Valentino Parlato». Cosa pensa del fatto che di recente abbia censurato Ma - nlio D i nuc c i , storico collaborato re , per un articolo in cui scriveva che l’invasione era largamente prevista? «È un fatto triste. Il Manife - sto paga la scelta mainstream di fare la Re p ub b l ic a di sinistra. Sono le conseguenze di due anni di c o vid ioz ia . Se ti schieri con il governo sulla pandemia poi stenti a ritrovare un pensiero critico anche su altri temi. Ritengo sbagliato continuare a dividerci fra destra e sinistra». Cosa intende dire? «Credo che serva un grande lavoro per ricostruire le condizioni di legalità costituzionali. Una volta fatto, si potrà tornare a dividersi. Per questo il Cln, il Comitato di liberazione nazionale che raggruppa molte sigle della società civile, promuove una grande manifestazione il 27 marzo alla Porziuncola di Assisi. C’è bisogno di rilanciare un’iniziativa di opposizione a un governo che ci sta portando a una situazione d ra m m at ic a » . 

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