STUPIDA RAZZA

giovedì 31 marzo 2022

«Soldi da Pechino» Altre accuse al rampollo di Biden

 

Nuova tegola su Hunter Biden. I senatori repubblicani C huck Grass ley e R on John s o n h an n o presentato una ricevuta, che dimostra come il figlio dell’at - tuale presidente americano abbia riscosso una forte somma in denaro da una controversa azienda cinese. In particolare, secondo i documenti pubblicati, il 4 agosto 2017 il colosso Cefc ha versato 100.000 dollari a Owasco, società di Hunter. «Non c’è nessun intermediario in questa transazione. Si tratta di 100.000 dollari da quello che è effettivamente un braccio del governo comunista cinese a Hunter Biden», ha detto Gras - s l ey. Non è la prima volta che si parla degli opachi affari di Hunter nella Repubblica popolare. A novembre 2020, i senatori repubblicani pubblicarono un rapporto, in cui si mostrava come State Energy HK Limited, compagnia con sede a Shangai, avesse effettuato, tra febbraio e marzo 2017, due bonifici da 3 milioni di dollari alla Robinson Walker LLC: società di uno storico socio di Hunter, Rob Walker. Tra l’al - tro, il rapporto sottolineò che la stessa State Energy HK Limited era a sua volta affiliata a Cefc, che all’epoca era guidata da Ye Jianming: controverso businessman cinese, legato all’Esercito popolare di liberazione, che «coltivava rapporti con la Russia e con attori connessi al presidente russo Vla - dimir Putin». Il rapporto mostrava inoltre come Hunter fosse in «stretto contatto con Ye ». In tutto ciò, proprio ieri il Washington Post ha pubblicato una dura inchiesta sugli affari cinesi del figlio del presidente. «I potenziali progetti energetici discussi da Hu nte r B id e n con Cefc non sono mai stati realizzati. Tuttavia, i conti collegati a Hunter Biden hanno ricevuto almeno 3,79 milioni di dollari in pagamenti da Cefc attraverso contratti di consulenza», ha scritto il quotidiano. Inoltre, secondo la testata, «Hunter Biden ha ricevuto un importo addizionale di un milione di dollari, emesso come parte di un accordo per rappresentare Patrick Ho, un funzionario di Cefc che sarebbe stato successivamente accusato negli Usa in relazione a uno schema multimilionario per corrompere i leader di Ciad e Uganda. Tale accordo, in un documento appena scoperto, contiene le firme sia di Hunter Bidenche di H o, il quale è stato successivamente condannato a tre anni di carcere». Insomma, i rapporti tra il figlio di B id e n e Cefc sono ormai conclamati. È la seconda volta in pochi giorni che la grande stampa americana si accorge (finalmente) dei controversi affari di Hunter. Due settimane fa, il New York Times è infatti stato costretto ad ammettere non solo che il famoso laptop del figlio di B id e n esiste, ma anche che i suoi contenuti sono stati autenticati. E pensare che, quando il New York Post pub - blicò i primi scoop sul laptop nell’ottobre 2020, gran parte della stampa, insieme a Silicon Valley e pezzi di intelligence statunitense, bollò il tutto semplicisticamente come «disinformazione russa». Certo: il Washington Postha riferito che non ci sono al momento prove in grado di dimostrare che Joe Biden abbia beneficiato direttamente di questi affari. Resta però il fatto che il primo contatto tra Cefc e Hunter sarebbe avvenuto nel dicembre 2015, quando cioè B id e n era vicepresidente degli Stati Uniti: lo sarebbe rimasto fino al 20 gennaio 2017. E proprio nel corso del 2017 avvennero i contatti più significativi tra Hunter e Ye . Tra l’altro, già a novembre di quell’anno, Jo e B id e n disse pubblicamente di non escludere una candidatura presidenziale nel 2020. Domanda: è normale che il figlio di un ex vicepresidente e potenziale candidato alla Casa Bianca abbia intrattenuto simili rapporti con un colosso cinese e con un businessman sospettato di avere agganci con l’Esercito popolare di liberazione? Un colosso che, come sottolineato dall’indagine dei repubblicani, intrecciava legami anche con la Russia? Ricordiamo che, secondo un altro report dei senatori repubblicani (pubblicato a settembre 2020), Rosemont Seneca (società di cui Hunter era co-fondatore) avrebbe ricevuto 3,5 milioni di dollari nel 2014 dalla donna d’affari russa Elena Batu r i n a .Donald Trumpha pubblicamente chiesto a Puti n di divulgare le informazioni in suo possesso proprio su ques t’accusa (che i legali di Hunter avevano respinto). Quello stesso Puti n che, a ottobre 2020, disse però di non essere a conoscenza di attività criminali da parte del figlio di B id e n . Hanno torto i repubblicani? E se invece fosse Puti n , insieme ai B id e n , ad avere qualcosa da nascondere? Ricordiamoci i legami tra Hunter e Cefc e quelli tra Cefc e Mosca. In tutto questo, gli affari cinesi di Hunter vedevano coinvolti anche altri membri della sua famiglia (a partire dallo zio James). Del resto, un’email rivenuta nel famoso laptop a ottobre 2020 smentì quanto asserito dallo stesso Joe, il quale aveva detto di non essersi mai occupato degli affari del figlio: que l l ’email, datata aprile 2015, dimostrò invece che Hunter aveva organizzato un incontro tra suo padre e un alto dirigente di Burisma. Del laptop si continuerà quindi a parlare. Non solo perché è da lì che sono state reperite le prove dei legami finanziari tra il figlio di B id e n e l’appaltatore del Pentagono, Metabiota. Ma anche perché il deputato repubblicano, Matt Gaetz, ha ottenuto che il materiale contenuto in quel dispositivo venga inserito nel verbale ufficiale del Congresso degli Stati Uniti. Come lasciato intendere dallo stesso G aetz , la mossa potrebbe essere finalizzata a richiedere un ordine di comparizione per Hunter davanti alla Camera. Per il figlio di B id e n la strada si prospetta in salita.

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