Potrebbe trasformarsi in un boomerang, in piena campagna elettorale, l’apertura di Emmanuel Macron a concedere più autonomia alla Corsica dopo i recenti disordini. Anche la Bretagna chiede maggiori poteri, altre regioni sono pronte a farlo.L’autonomia della Corsica rischia di tornare come un boomerang sulla campagna presidenziale di E mmanuel M ac ro n . Questo perché dopo la morte dell’ergastolano corso Yvan Colonna - confermata nella tarda serata di lunedì 21 marzo - potrebbe riesplodere la rabbia dei nazionalisti e degli indipendentisti non solo su l l’isola mediterranea, ma anche in altre regioni francesi con una forte identità culturale come la Bretagna. Tutto è iniziato lo scorso 3 marzo quando, nella palestra del carcere di Arles, l’ex pastore Colonna - condannato in via definitiva all’e rga s to l o per l’omicidio di un prefetto, nel 1998 - è stato aggredito e lasciato in fin di vita da un altro detenuto camerunese. I fatti sarebbero potuti rimanere a una rissa tra reclusi finita male. Ma dalla prima fase delle indagini si è capito subito che in ballo c’e ra n o questioni molto più grandi e, soprattutto, che l’a g g re s s io n e era di matrice islamista. L'aggressore dell’i nd i pe ndentista corso, Franck Elong A b é, è un jihadista arrestato in Afghanistan nel 2012 e consegnato alle autorità francesi nel 2014. L’uomo è stato condannato più volte per attività terroristica. Dopo l’ag gressione, la procura nazionale antiterrorismo (Pnat) francese ha acquisito le indagini e il procuratore capo della Pnat, Jean-François Ricard, ha escluso fin da subito «ogni movente diverso da quello religioso». Elong Abé aveva riferito che l’i nd ip en d enti sta corso aveva proferito frasi offensive sul profeta dell’islam. I sostenitori di C ol o n n a (che lo hanno sempre considerato innocente) e vari esponenti del nazionalismo isolano chiedevano da anni il trasferimento del prigioniero in Corsica. Ma Parigi ha preferito temporeggiare. Così quando l’ex pastore è stato aggredito sono scoppiate violente proteste sull’isola rivolte contro le amministrazioni dello Stato francese, definito «assassino». Per cercare di calmare la situazione, il governo di Parigi ha mandato il ministro dell’Interno Gérald Darmanin in Corsica. Visto che mancano meno di tre settimane al primo turno delle presidenziali, Macron ha pensato bene di far dire al suo fedelissimo ministro che era disposto a parlare con i corsi di autonomia. Il capo dello Stato francese ha forse pensato che, così facendo avrebbe potuto raggiungere una sorta di p ax con gli isolani. Ma la leggerezza con la quale ha promesso una forma di devoluzione della Corsica è stata giudicata come una mossa incosciente da parte dei suoi concorrenti nella corsa all’Eliseo e ha aperto il vaso di Pandora dei vari movimenti autonomisti o indipendentisti regionali che devono aver fatto un semplice ragionamento: perché l’autonomia dovrebbe valere solo per la Corsica e non per le nostre terre? Dopo la morte dell’ex pastore, Gilles Simeoni, presidente autonomista del Consiglio esecutivo corso, ha detto che Colonna era «un patriota corso» e che «la sua morte è u n’ingiustizia che segnerà la storia contemporanea della Corsica e del suo popolo». Il Fronte di liberazione della Bretagna (Flb) e l’Esercito rivoluzionario bretone (Arb) hanno preteso l’o rga n i z zazione di due referendum. Il primo relativo alla riunificazione della Bretagna storica, dalla quale il maresciallo Phi - lippe Pétain, nel 1941, aveva amputato il dipartimento della Loire-Atlantique con la capitale storica regionale Nantes. Una seconda consultazione dovrebbe permettere ai residenti della regione di esprimersi sull’«autonomia o indipendenza della Bretagna riun i ta » . Ma gli indipendentisti della regione celtica francese non si sono limitati a queste richieste e si sono spinti a fare una semplice constatazione basata sulle vicende corse: il governo di Parigi ascolta le richieste di autonomia e indipendenza «solo in seguito ad azioni violente». Da qui l’ulti - matum all’esecutivo guidato da Jean Castex perché consenta lo svolgimento dei referendum entro il 31 dicembre 2022, altrimenti l’Arb «passerà all’azione». Sebbene le azioni di questi due movimenti indipendentisti bretoni siano state meno eclatanti dei loro omologhi corsi o baschi, non bisogna dimenticare che tra gli anni Sessanta e il 2000 l’Flb e l’Arb hanno organizzato varie operazioni violente culminate con la morte di una ragazza in un attentat o. Altri movimenti autonomisti o indipendentisti hanno espresso la propria solidarietà ai corsi dopo la morte di Yvan Colonna. L’a ss em bl ea nazionale della Catalogna ha presentato le condoglianze al movimento indipendentista corso e ribadito il «sostegno alle mobilitazioni di contestazione». Il partito basco Sortu ha invece ricordato «due popoli, una sola lotta. Solidarietà e condoglianze». Anche dalla Nuova Caledonia è arrivato un messaggio di vicinanza dall’Unione sociale dei lavoratori Kanaks e dal Partito del lavoro Kanak. In questo contesto, non sorprenderebbe se altre formazioni autonomiste francesi, come ad esempio quelle alsaziane, avanzassero pretese a Parigi. Questo non farebbe bene alla campagna di M ac ro n anche perché agli autonomisti storici potrebbero aggregarsi anche quelli «di importazione» ispirati alla «cancel culture» o, peggio, alla sharia.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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