Dopo l’annun -
cio del ministro
tedesco dell’Eco -
nomia e dell’Azione per il clima, Robert Hab e ck , anche la Germania, da
ieri, si trova in stato di allerta
precoce per quanto riguarda le
forniture di gas.
Scriviamo «anche», perché
l’Italia è già in condizione di
preallarme dallo scorso 26 febbraio. Quasi certamente, però,
in Italia e all’estero non se n’è
accorto nessuno. Come La Verità ha scritto il primo marzo
scorso, il ministero della Transizione ecologica ha dichiarato lo stato di preallarme gas il
26 febbraio, cui è seguito il decreto legge 28 febbraio 2022, n.
16, che all’articolo 2 ha modificato la legge che regolava la
procedura cosiddetta di emergenza gas, risalente al 2011. In
base a questo decreto, possono
essere adottate le misure finalizzate all’aumento della disponibilità di gas e alla riduzione programmata dei consumi previste dal Piano di emergenza del sistema italiano gas
con un semplice atto di indirizzo del ministro della Transizione ecologica.
Dunque, formalmente, la
strada è spianata da oltre un
mese per prendere provvedimenti, anche drastici, tesi a risparmiare energia, rallentare
lo svuotamento degli stoccaggi, utilizzare le flessibilità già
previste con i clienti che possono ridurre il carico. Forse si
potevano evitare le esportazioni di gas che, sia pure per
volumi bassi, si sono verificate
anche in questi giorni verso
Nord attraverso il passo Gries,
oppure dare indirizzi a Terna
per minimizzare ove possibile
l’utilizzo di risorse per il bilanciamento alimentate a gas. Ma
nulla di tutto questo è accaduto. Se è vero che il preallarme è
soprattutto una fase di monitoraggio, è anche vero che in
questo frattempo molte cose si
potevano fare. Tra l’altro, l’emergenza gas normalmente
termina oggi, ma ancora non si
sa se sarà prorogata a comprendere l’estate e il prossimo
i nve r n o.
C’è da chiedersi, poi, se il
piano di emergenza sia stato
adattato alla nuova situazione,
nella quale da un momento all’altro può venire a mancare in
via definitiva il flusso di gas
dalla Russia, che negli ultimi
mesi si è attestato tra i 50 e i 70
milioni di metri cubi al giorno.
Esiste un contingency plan
che consideri strutturalmente
questa riduzione? Quali provvedimenti immediati verrebbero presi, considerato che la
legge cui fa riferimento il piano tutela innanzitutto i consumi civili? È vero che i consumi
delle famiglie per il riscaldamento si azzerano d’estate, ma
il fabbisogno dall’estero del sistema gas italiano non cala in
maniera corrispondente. Abbiamo sempre bisogno, mediamente, della stessa quantità mensile di gas dall’es tero
per riempire gli stoccaggi durante l’e s tate.
A questo proposito, il caso
delle aste per lo stoccaggio è
paradigmatico. Data la situazione straordinaria del mercato all’ingrosso, con prezzi elevatissimi, era evidente che
porre a zero il corrispettivo
per il servizio di stoccaggio,
come è stato fatto per decreto,
non avrebbe di per sé fatto accorrere gli operatori del libero
mercato a partecipare alle
aste. La situazione attuale del
mercato è tale per cui il gas
estivo costa più di quello del
prossimo inverno: dunque
non c’è convenienza economica per gli operatori in condizioni di libero mercato a partecipare alle aste con cui si assegna il volume degli stoccaggi.
Negli ultimi 15 giorni si sono
succedute cinque aste per l’as -
segnazione di spazio in stoccaggio, che sono andate sostanzialmente deserte (tranne
una per quantitativi molto modesti su un servizio particolare, il fast cyc le ). A 24 ore dall’avvio della stagione, con l’in -
combente rischio di un taglio
della fornitura russa e con l’obiettivo (a questo punto più
che ambizioso) di riempire gli
stoccaggi al 90% entro il 15 ottobre, ancora non si sa chi e
come deve comprare il gas da
mettere a riserva. Eppure, il
decreto sugli stoccaggi prevedeva espressamente la possibilità di assegnare incentivi
agli operatori in tal senso.
Si attendono le deliberazioni del ministro Roberto Cingolani, su cui ci sono diverse ipotesi. La prima è quella di bandire nuove aste per gli operatori dando a questi la possibilità
di offrire prezzi negativi per
aggiudicarsi lo stoccaggio. Ciò
consentirebbe agli operatori
di vedersi riconosciuto lo
spread estate-inverno, mantenendo la responsabilità dell’acquisto del gas e delle operazioni di iniezione. La seconda
possibilità è quella che sia un
soggetto istituzionale «di ultima istanza», che potrebbe essere la stessa Snam, a occuparsi dell’intero ciclo degli stoccaggi. Del resto, siamo in un
momento storico in cui il mercato non è in grado di fornire
un servizio di sicurezza degli
approvvigionamenti, a regole
attuali. Occorre prenderne atto e agire di conseguenza.
Ieri, Ci ngola ni era Berlino
per la firma dell’accordo di
sussidiarietà tra Germania e
Italia, che regola le forme di
mutua assistenza in caso di
grave carenza di gas. Accordi
simili sono già stati stipulati
con altri Paesi dell’Ue sia dalla
Germania sia dall’Italia. Partecipando poi al Berlin energy
transition dialogue, il ministro ha detto che «sull’ac c o rd o
di solidarietà sul gas fra Italia e
Germania c’è piena intesa col
governo tedesco: noi abbiamo
chiesto un paio di settimane di
tempo, per capire come lanciare le gare per lo stoccaggio».
Ora però il tempo stringe e i
fronti di incertezza sono davvero troppi, anche per un Paese cui magari manca una seria
cultura della programmazione, ma che non può continuare
a campare alla giornata.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
giovedì 31 marzo 2022
Stoccaggi invernali al palo Rischiamo il grande gelo ma Cingolani naviga a vista
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento