STUPIDA RAZZA

mercoledì 30 marzo 2022

Sorveglianza, pass e database infiniti: così l’Ue ci trasforma in identità digitali

 

L’i ntelli genza artificiale non viene usata solo nella guerra tra Ucraina e Russia. È già tra noi da molto tempo. Il futuro delle smart city, con città digitalizzate capaci di inghiottire gli utenti con i loro smartphone è un rischio sempre più reale. Lo dimostra l’i ntro du z ione del green pass durante la pandemia per fare da apripista a un sempre più severo controllo fiscale. L’obiet - tivo dell’Unione Europea è quello di trasformare i cittadini in vere e proprie identità digitali. Lo spiega la giornalista Nicoletta F. Pra n d i nel suo ultimo libro Immuni alla verità - Q uello che non dobbiamo sapere sul potere digitale (Guerini e associati editore). Nel testo vengono messi in fila i rischi della tecnologia e viene evidenziato come «i sistemi di sorveglianza biometrica di massa in luoghi pubblici si stanno diffondendo in tutta Europa. Spagna, Portogallo, Germania, Grecia, Svezia, Finlandia, solo per citarne alcuni». Il tema è di stretta attualità. Nemmeno il mese scorso, agli inizi di febbraio, è stata ufficializzata la notizia secondo cui l’Ufficio di polizia europeo (Europol) potrà conservare e utilizzare l’enorme quantità di dati sulle cittadine e sui cittadini europei presenti nei suoi archivi senza alcun limite. Anzi, potrà continuare a raccoglierne anche altri. A stabilirlo è stata la Commissione europea, assegnando un nuovo mandato a Europol e annullando la decisione del garante europeo della protezione dei dati (Edps), che aveva disposto la cancellazione di tutte le informazioni relative a persone non sospette. Eppure, ricorda Pra n d i , «il 21 giugno 2021» è stato pubblicato «il parere congiunto di Edpb e Edps (European Data Protection Board e European Data Protection Supervisor, ovvero le autorità di garanzia europee sulla protezione dei dati). Esprime l’urgenza di mettere nero su bianco, a livello europeo, il divieto di impiego di sistemi di riconoscimento facciale negli spazi pubblici e di un sistema di crediti sociali simile a quello adottato in Cina». Il parere è stato poi recepito da una risoluzione approvata dall’Europarlamento, a ottobre 2021, «con cui si chiede alla Commissione di bandire formalmente qualsiasi sistema di riconoscimento facciale e videosorveglianza massiva». Peccato che nessuno abbia mosso un dito. E così il tema torna di attualità in questi giorni. La guerra tra Russia e Ucraina, infatti, sta diventando purtroppo un esempio di come si svilupperanno in futuro i nuovi conflitti tra nazioni. Missili e carro armati sono solo una parte della battaglia che ormai si sviluppa in modo ibrido, spesso attraverso l’ut i l i z zo dell’intelligenza artificiale. Marc G a l e otti , senior associate fellow al Royal United Services Institute, nel suo libro The We ap o n i satio n of Ev e r yth i n g , spiega questo nuovo modo di fare la guerra. Assistiamo così in questi giorni all’utilizzo in Russia del sistema di riconoscimento facciale Sphere sui mezzi pubblici di Mosca per scovare chi manifesta in piazza. È un software che trova corrispondenze con le foto sui social network. Anche gli ucraini non sono da meno. L’esercito di Kiev sta usando Clearview AI, software molto controverso che estrae immagini da social media e altre piattaforme, multato nelle scorse settimane dal Garante privacy italiano per 20 milioni di euro. Sono metodi molto rischiosi per individuare le persone. Anche perché questi sistemi non hanno una precisione assoluta. Ma soprattutto sono un problema anche per i paesi europei non in guerra. Pra n d i , nel suo libro, cita anche una ricerca dei Verdi Europei dello scorso anno, dove vengono sollevati «dubbi circa la legalità di questi sistemi, che potrebbero essere stati introdotti senza alcun preventivo lasciapassare di tipo legale. E contiene anche un suggerimento: il monito a evitare finanziamenti pubblici europei a tecnologie che puntino a sviluppare o implementare sistemi forti di sorveglianza di massa sulla base di dati biometrici». La mappa di questi sistemi di videosorveglianza è consultabile sul sito dei Verdi Europei, insieme alla ricerca integrale. Il libro esplora anche gli investimenti «milionari (bando da 900 milioni di euro pubblicato dall’Agenzia europea Lisa (European Union Agency for the Operational Management of Large-Scale IT Systems in the Area of Freedom, Security and Justice) per realizzare, entro il 2022, uno dei più grandi database con dati biometrici al mondo». Gli aspetti critici dell’i ntelligenza artificiale riguardano da vicino anche l’a mministrazione delle città: il punto di contatto è la potenza, teoricamente infinita, che si sprigiona dall’ac c umulo progressivo di miliardi di dati (finanziari, sanitari, amministrativi) correlabili ai cittadini. Scrive Pra ndi: «è il sogno di una città autorealizzata, capace di regolarsi in modo indipendente. L’assunto alla base è semplice: intraprendere la condotta pubblica più giusta in funzione della presunta superiorità computazionale dell’Ia, a cui si delega qualcosa di non attuabile dall’uo m o » .


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