A pochi giorni dalla chiusura dello
stato di emergenza per il Covid 19,
previsto per il 31 marzo, sono ancora
19 gli eventi calamitosi straordinari
per cui è ancora “attivo” il potere
“speciale” di intervento conferito dal
Governo alle amministrazioni competenti, con il supporto della Protezione civile. Trentacinque, in particolare, gli stati di emergenza dichiarati
dal 2020 a oggi.
Gli allarmi ancora attivi
Tra questi, gli ultimi due sono quelli
iniziati a fine febbraio per il conflitto
in Ucraina, sia per assicurare l’intervento all’estero dello Stato italiano sia
per gestire l’accoglienza dei profughi
sul territorio nazionale. Ma ci sono
anche altre emergenze ancora aperte.
Come quella che finirà - salvo proroghe - il prossimo 23 dicembre per i
nubifragi record che lo scorso ottobre
colpirono l’Alessandrino; oppure
quella legata al maltempo del dicembre 2020 in Friuli Venezia Giulia, che
si concluderà a fine giugno; a cui si
aggiungono la proroga al 10 settembre 2022 della crisi nel Bellunese,
scoppiata in seguito agli allagamenti
e frane che nell’agosto 2020 portarono all’abbattimento di centinaia di alberi, e quella a fine 2022 attivata post
terremoto del dicembre 2018 sul fianco orientale dell’Etna. Per ultimo, tra
gli stati di emergenza più recenti, c’è
quello per l’isola di Vulcano nell’arcipelago delle Eolie, dove a fine 2021 si
è registrata un’eccessiva concentrazione di gas vulcanici nocivi.
Dichiarato il 31 gennaio 2020 e durato più di due anni, è in scadenza
giovedì prossimo - quanto meno formalmente - il potere di ordinanza
“speciale” attivato per far fronte alla
pandemia, l’unica emergenza di carattere nazionale tra quelle censite
negli elenchi sugli stati emergenziali
raccolti dalla Protezione civile. Il dipartimento è tenuto a rendicontare le
delibere, l’assegnazione e il trasferimento degli stanziamenti iniziali al
dipartimento, in virtù delle novità introdotte con il Dl 93/2013, che ha visto, tra le altre cose, l’istituzione del
Fondo per le emergenze nazionali.
Su 159 stati di emergenza dichiarati o prorogati negli ultimi dieci anni,39 emergenze sono di carattere regionale e 15 internazionali (tra cui le ultime due per la crisi in Ucraina) e 105
provinciali o in località definite.
Il bilancio fino a oggi
Gli elenchi raccolgono 123 emergenze
nate a fronte di eventi meteo-idro, 9 a
fronte di eventi sismico-vulcanici, 15
legati a crisi internazionali, 4 non gestiti dalla Protezione civile e 8 per far
fronte a rischi ambientali, sanitari,
tecnologici o incendi (tra questi ultimi, la pandemia).
Nel bilancio dei dieci anni sono inclusi anche alcuni stati di emergenza
dichiarati prima del maggio 2013 (data di inizio mappatura) e successivamente prorogati per legge. Ad esempio quelli per il sisma del 2012 in Emilia-Romagna o per quello del Centro
Italia che nell’agosto 2016 devastò la
cittadina di Amatrice, rinnovati entrambe fino al 31 dicembre 2022. Per
quest’ultimo terremoto, in particolare, il rendiconto della Protezione civile registra importi assegnati con delibera per 3,07 miliardi di euro.
Complessivamente, gli stanziamenti assegnati con le delibere per
queste 159 emergenze ammontano a
oltre 9,9 miliardi di euro, ma sono
esclusi gli eventuali rifinanziamenti
previsti con le manovre di fine anno
che non “passano” dalla Protezione
civile o che arrivano attraverso i fondi
europei (come ad esempio è accaduto
per le risorse destinate ai territori colpiti dal terremoto dell’Aquila). Il 45%
di questo budget, oltre 4,4 miliardi, riguarda stanziamenti previsti per la
pandemia, di cui 3,93 miliardi il 10
febbraio scorso risultavano già trasferiti al Commissario delegato. Inclusi anche 15 milioni per l’intervento
all’estero a sostegno della popolazione ucraina e 40 milioni finora deliberati per l’accoglienza dei profughi.
La procedura d’emergenza
Con l’introduzione del Nuovo Codice
di protezione Civile nel 2018, si è lavorato per semplificare la normativa e le
procedure amministrative nel corso
di emergenze e del loro superamento.
Fino al 2019 il primo stanziamento
avveniva dopo la ricognizione del
danno, allungando così i tempi di delibera e di intervento. Ora, la dichiarazione dello stato di emergenza prevede contestualmente la definizione di
un primo stanziamento in modo da
poter attivare subito le attività di soccorso e di assistenza alla popolazione.
Infine, è la solo chiusura formale
dello stato di emergenza a far decadere il potere di ordinanza “straordinario” connesso. È il passaggio alla gestione ordinaria che, come sta per accadere per l’emergenza Covid, diventa cruciale: per il Capo della
Protezione civile cesseranno i poteri
emergenziali e verrà istituita un’unità
per il completamento della campagna
vaccinale, la quale dovrà coordinarsi
col ministero della Salute che, dal 1°
gennaio 2023 subentrerà nelle funzioni del Commissario straordinario.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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