STUPIDA RAZZA

giovedì 31 marzo 2022

Le sanzioni si ritorcono su chi le propone

 



Esistiamo perché la Lega Santa ha vinto la battaglia di Vienna del 1683. Di fianco gli ussari alati di Polonia, che avevano sugli stendardi Nostra Signora che schiaccia la testa al drago, hanno cavalcato i cosacchi ucraini, i cosacchi del Dnepr. I cosacchi sono nostri fratelli. Gli ucraini sono nostri fratelli. Chiedo perdono all’Uc rai n a perché faccio parte di un’Eu - ropa, anzi di un Occidente, che sta facendo tutto il possibile per trasformare la guerra in corso in un conflitto permanente che distruggerà il Paese, che lo trasformerà in una seconda e più terribile Siria. Il figlio del presidente degli Stati Uniti lascia sbadatamente in giro sul proprio computer, dimenticato in riparazione, le prove certe sul suo coinvolgimento nella creazione di micidiali laboratori militari in Ucraina. L’anno scorso ben tre esercitazioni sono state fatte dalla Nato in Ucraina. Dal 2014 a ora, migliaia di morti hanno versato il loro sangue sulla terra dell’Ucraina orientale di lingua russa. I russi sono nostri fratelli. Ci hanno portato aiuti indispensabili nel momento peggiore dell’epidemia Covid, inviando, con il rischio di contagio, i loro soldati a sanificare i nostri ospedali e le nostre Rsa, e i loro medici a curarci. L’impressione è che ci sia un piano preciso, e che questo piano abbia come scopo la destabilizzazione della Russia. Per arrivare a questo scopo è stato scelto con notevole cinismo di distruggere l’Uc ra i n a . Joe Bide n , diciamocela francamente questa verità, ha qualche problema di memoria. Nell’entusiasmo dei suoi brillanti discorsi in pubblico non sempre ricorda quello che può dire e quello che non dovrebbe dire, e quindi si è cortesemente lasciato scappare esternazioni, prontamente smentite da tutto il resto dell’establishment statunitense, che danno l’impressione di rivelazioni sul piano ultimo. Analizzando le frasi di B id e n deduciamo che può esserci un piano per destabilizzare la Russia abbattendo il presidente Vladimir Puti n , che gli Stati Uniti potrebbero forse anche usare armi chimiche, e che non è escluso che venga dato ai soldati statunitensi in questo momento in Polonia l’o rd i n e di spostarsi in Ucraina. È commovente vedere con quanto entusiasmo l’e s tab l ishment italiano stia buttando benzina sul fuoco nella fiduciosa attesa di una catastrofe umanitaria in Ucraina, nazione di cui in realtà non importa un accidente a nessuno, spregiativamente definita popolo di badanti, amanti e cameriere. L’esistenza dei cosacchi ucraini dev’essere sfuggita. La catastrofe umanitaria è augurata perché permetterebbe di isolare ulteriormente la Russia, con un odio isterico che non ha nulla di politico perché diventato odio etnico, e con un ministro degli Esteri che fa a gara di insulti con B id e n , ed evidentemente, come lui, è disposto a combattere fino all’ul - timo europeo e soprattutto fino all’ultimo ucraino. La nostra classe politica ha astutamente creato una crisi economica senza precedenti e senza via di uscita. Negli ultimi decenni le regole europee hanno permesso di massacrare l’agricoltura italiana, riducendo la produzione di latte, carne, grano, imponendone l’im - portazione. In questo momento ci vogliono 400 euro per fare il pieno a un trattore. I pescherecci si sono già fermati, mentre il budget militare è stato raddoppiato. La gestione del ministro Roberto Spe ran za della cosiddetta pandemia ha permesso la distruzione capillare del turismo che era l’asse portante della nostra economia e soprattutto la nostra principale fonte di moneta forte. Il cambiamento della Costituzione, diventata ecologista ed entusiasticamente «gretina», impedirà per sempre lo sfruttamento del gas dell’Adriatico e del petrolio della Bas i l ic ata . Le sanzioni contro la nazione da cui importiamo il cibo e l’energia che ci servono disperatamente, e che pagavamo grazie al turismo e al made in Italy che abbiamo accuratamente annientato, sono la prova che l’establishment italiano odia il popolo russo, ma odia ancora di più il popolo italiano. Con un notevole colpo di genio B id e n , che con le sanzioni non rischia nulla, grazie alle sanzioni venderà a noi il suo gas al posto di quello russo. Ce lo venderanno a un prezzo più caro e ce lo manderanno per nave e liquefatto, con costi terrificanti di trasporto e la necessità di uno spaventoso numero di ore per scaricarlo e renderlo utilizzabile, con ulteriore fantastico aumento dei costi. Tutto quello che sta succedendo è talmente illogico che - dicono le malelingue - D ra g h i sta facendo una politica di assoluta obbedienza ai voleri di Biden e contraria agli interessi del popolo italiano, perché desidera come incarico successivo il posto di segretario generale della Nato. Se questo fosse vero, configurerebbe il reato di alto tradimento. Se si portasse dietro S p e ra n za , Di Maio e La - m o rge s e, però, potrebbe almeno limitare i danni. Per inciso, ho l’impressione che in una situazione analoga alla nostra, o almeno non del tutto dissimile, ci sia la Polonia. Io non sono così certa che il popolo polacco sia così felice di essere trascinato in guerra. Ci sono memorie atroci della storia recente, memorie contro i sovietici, come l’alleanza con H i tl er, il massacro di Katyn, la durezza spietata dell’occupazione, ma anche memorie terrificanti contro le milizie ucraine, i 100.000 civili quasi tutti donne e bambini assassinati nel massacro di Volynia e Galizia, nel 1943, compiuto con ferocia spaventosa. L’Unione Sovietica non esiste più e la Russia non può considerarsi un suo erede, non può essere imputata dei suoi crimini. Il taglio è stato netto. Nemmeno il nome esiste più. Gli ucraini di oggi non sono quelli del ’43, ma la storia è lenta a cicatrizzare le ferite. Che i polacchi siano tutti felici di poter morire per la nazione ucraina, e ansiosi di accogliere milioni di profughi, mi sembra quantomeno improbabile. Dobbiamo abbandonare l’idea che i governanti vogliano il nostro bene. Essi non hanno l’interesse dei loro popoli come priorità. In questo momento vivo in una deliziosa democrazia che mi impedisce di lavorare e di salire su un treno, per essermi rifiutata di ricevere un farmaco con tragici effetti, molti ancora da scoprire, per evitare una malattia che so curare. Vivo in una squisita democrazia dove gli insegnanti che non si sono piegati non possono ritornare nelle classi, i medici che sanno curare devono restare lontano dai pazienti. Ho l’i m p re s s io n e di non essere una nazione che sia in grado di esportare democ ra z i a.

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