L’ultimo singulto del regime pandemico: il green pass
va verso la rottamazione a
maggio, ma - dice il ministero
della Salute - «non esiste alcun
automatismo». E la Pasqua ce
la rovinerà lo stesso. A nulla è
servito il tentativo della Lega
di spedire in soffitta il documento dal 15 aprile, per liberare il fine settimana di Risurrezione. Sarebbe stata una coincidenza troppo suggestiva.
Il cdm di ieri ha licenziato il
decreto con la tabella di marcia per il superamento delle
restrizioni anti Covid. Che
non scadranno tutte con lo
stato d’emergenza, il 31 marzo.
Aprile rappresenterà un periodo di transizione: archiviato il decotto meccanismo dei
colori, resterà obbligatorio
esibire il lasciapassare, benché nella versione base, quella
che si ottiene anche con il tampone, per accedere ai luoghi di
lavoro pubblici e privati, alle
mense, ai concorsi, ai corsi di
formazione e agli eventi sportivi all’aperto. A proposito: gli
stadi torneranno al 100% di capienza dal primo del mese.
Incredibilmente, verrà ripristinato l’illogico doppio
standard sui mezzi pubblici:
niente pass sui trasporti locali, ma pass obbligatorio su aerei, navi, treni e autobus che
collegano più di due Regioni. Il
tutto, peraltro, mentre vengono giustamente parificate le
regole sulle quarantene per i
contatti a rischio: vaccinati e
non vaccinati dovranno limitarsi a girare con le Ffp2 per
dieci giorni.
L’obbligo di certificato Covid salterà alla fine di questo
mese in locali all’aperto, alberghi, banche, poste, sportelli pubblici, negozi e tabaccai.
Un colpo al cerchio e uno alla
botte: per tutto aprile, infatti,
il foglio verde rafforzato sarà
richiesto in bar e ristoranti al
chiuso, sia al bancone che al
tavolo. È la zampata della linea
R ic c i a rd i -S p e ra n za , uno strascico persecutorio senza giustificazioni scientifiche. Ed è
un altro dei nodi sui quali l’op -
posizione del Carroccio, che
aveva portato a un’interruzio -
ne del cdm, è stata vana. Chi
non ha porto il braccio alla patria e desiderasse festeggiare
al ristorante, dovrà sperare
che Pasqua e Pasquetta siano
tiepide e soleggiate. Il super
green pass, poi, sarà indispensabile pure in palestre, piscine, centri benessere, convegni, congressi, centri culturali, feste, ricevimenti, spettacoli ed eventi sportivi al chiuso,
d i s c ote c h e.
Rimarrà addirittura fino a
fine anno l’insensata discriminazione tra vaccinati e non
vaccinati in Rsa e reparti ospedalieri: le visite a nonnini e parenti malati saranno consentite dal 10 marzo, ma fino al 31
dicembre, i familiari dovranno essere dotati di certificazione rafforzata.
Ridicolo: se si trattasse di preservare i
fragili da potenziali
focolai, semmai bisognerebbe pretendere l’esecuzione di
un tampone, indip e n d e nte m e nte
dallo status vaccinale dei visitatori.
L’obbligo d’i n iezione per gli over 50
scadrà, come previsto, il 15 giugno. Dal
primo aprile, però,
gli ultracinquantenni dovranno esibire solo il green pass base in fabbriche e uffici: in sostanza, potrebbero decidere
di pagare la multa, continuando a lavorare con cicli di test
ogni 48 ore. Quanta grazia!
Puntura coatta fino al 15
giugno anche per forze dell’or -
dine e personale scolastico,
mentre l’imposizione durerà
fino al 31 dicembre per i sanitari. Almeno, il governo ha
messo una toppa sull’a s su rd a
esclusione dal lavoro di medici
e infermieri guariti: i sospesi
saranno reintegrati «sino alla
scadenza del termine in cui la
vaccinazione» post infezione
«è differita», in base alle indicazioni giunte da Roma.
Tutto ciò significa che, entro maggio, il foglio verde sarà
completamente abrogato, anche sul lavoro? Non proprio: in
serata, il ministero della Salute ha chiarito che «non è detto
che dal primo maggior verranno meno» mascherine al chiuso e certificato. E allora? Ieri
abbiamo scherzato? Era tutta
una farsa? D’altronde, lo strumento in sé è stato già prolungato: per chi ha ricevuto tre
dosi, o due e dopo è guarito dal
Covid, la certificazione ha una
«validità tecnica» di 540 giorni, che sarà automaticamente
prolungata di altri 540 giorni.
Se qualcuno non stesse meditando di rispolverare, prima o
poi, l’odioso codice a barre,
non sarebbe servita una proroga di quasi tre anni...
Nota positiva: dal primo
aprile, addio alla Dad. Seguiranno i corsi online solo gli
studenti contagiati. Tutti gli
altri, inoculati o no, resteranno in aula. L’auto s o r veg l i a n za ,
con obbligo di indossare la mascherina, scatterà soltanto se
saranno registrati più di quattro casi in classe. In caso di sintomi - e a cinque giorni dalla
loro comparsa, se essi permangono - gli alunni eseguiranno in autonomia un tampone, il cui esito negativo sarà
attestato con autocertificazione. Oltre all’apartheid tra i
banchi, viene così sorpassato
il farraginoso sistema di monitoraggio in capo alle Asl.
Fino al 30 aprile, le mascherine saranno necessarie nei
luoghi al chiuso. E sui mezzi di
trasporto, verranno esplicitamente richieste le Ffp2. Questo, appunto, non non vuol dire che a maggio si possa organizzare un bel falò con gli insopportabili bavagli. Lungotevere Ripa ha sottolineato che
entro il 30 aprile «si deciderà
se lasciar decadere il tutto o
prolungare ulteriormente».
Un discorso a parte lo merita la soppressione delle strutture tecniche ad hoc. Emerge,
in effetti, che il bluff riguarda
pure la fine dello stato d’emer -
genza. A gennaio 2023, presso
lo stato maggiore della Difesa,
dovrebbe essere costituito «il
nucleo iniziale di formazione
di un’Unità di gestione» delle
future calamità. Intanto, il
prossimo 31 marzo, cesserà il
mandato del generale France -
sco Paolo Figliuoloe sarà sciolto il Cts. Fino al 31 dicembre,
però, sarà operativa un’a l tra
specifica Unità, inquadrata
nel ministero della Difesa e incaricata di adottare «misure di
contrasto alla pandemia» e del
«completamento della campagna vaccinale». Come ha
confermato Mario Draghi, tale organismo sarà autorizzato
a prendere provvedimenti, in
caso di recrudescenza del virus. In definitiva, si cambiano
le parole d’ordine - da «emergenza» a «ordinarietà» - ma la
sostanza è sempre la solita.
Per di più, sebbene non sia
stata introdotta la clausola con
cui bloccare le riaperture oltre
una certa soglia di contagi, il
dicastero di Roberto Speranza , dal prossimo anno, raccoglierà comunque le funzioni
dell’Unità affidata alla Difesa.
E il ministro manterrà il potere di ordinanza, per «aggiornare linee guida e protocolli»
che regolamentano le «attività
economiche, produttive e sociali»; potrà altresì «introdurre limitazioni agli spostamenti da e per l’estero, nonché imporre misure sanitarie in dipendenza dei medesimi spostamenti». Anziché la tagliola
delle chiusure, la spada di Damocle. Che penderà sulle nostre povere teste.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
venerdì 18 marzo 2022
I sanitari guariti tornano in corsia ma Speranza può rimetterci in cella
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