STUPIDA RAZZA

martedì 26 aprile 2022

Consumi, il 39% degli italiani taglia le spese


Quattro italiani su dieci stanno valutando un taglio dei consumi, il 37% pensa di acquistare solo lo stretto necessario e un altro 32% sceglierà i prodotti più economici. Queste le misure anti crisi messe in campo dalle famiglie stremate dai rincari di luce, gas e carburanti, da una inflazione che non si vedeva dal novembre 1995 e dalla guerra scatenata dalla Russia. Questo il quadro presentato da Ilaria Ugenti, Corporate reputation leader di Ipsos, durante l’evento «Gli italiani e l’inflazione che sale: preoccupazioni e prospettive» organizzato da Ansa e Federdistribuzione. Si guarda con cautela al domani perché la metà del campione teme un deterioramento del clima economico nei prossimi sei mesi. Per reggere all’impatto dei rincari si cercherà di ridurre i consumi rinviabili e quelli non essenziali come il fuori casa, l’auto, i divertimenti mentre nel carrello della spesa entreranno prodotti più economici. «Nella moderna distribuzione viene rilevato un +2,9% di inflazione contro il +5,7% registrato dall’Istat a febbraio - spiega Carlo Alberto Buttarelli, direttore Ufficio studi e relazioni con la filiera di Federdistribuzione -. La differenza è assorbita dalla Gdo ma non saremo in grado di farlo a lungo». Tra le contromisure a sostegno di famiglie e consumi Buttarelli auspica «un taglio delle accise su energia e carburanti per un periodo più lungo del mese a oggi previsto e la riduzione dell’Iva sui beni essenziali». La volontà è di raffreddare i prezzi «ma le nostre imprese sono in grossissima difficoltà» avverte Buttarelli. Alberto Frausin, presidente di Federdistribuzione, presenta un pacchetto di proposte per non ridurre i consumi. «Lo Stato è parte della filiera con l’Iva e in un periodo di inflazione le entrate aumentano mentre noi vediamo calare i volumi di vendite - dice Frausin -. Chiediamo la riduzione per almeno sei mesi dell’Iva sui prodotti di largo consumo come è stato fatto con le accise. Anche in Europa ci si pone questo problema». Nel mondo produttivo un aumento dei prezzi di un punto percentuale ha come diretta conseguenza un calo dei volumi di vendita dello 0,6%. «Le misure messe in campo dal Governo nelle scorse settimane mirano ad attutire nell’immediato gli effetti di una tempesta perfetta che sta investendo le filiere produttive, aggravate dall’aumento dei costi energetici e di alcune materie prime - ricorda Gilberto Pichetto Fratin, viceministro del Mise e senatore -. A queste iniziative occorre ora affiancare un’azione di più ampio respiro, concordata all’interno delle istituzioni europee. Abbiamo davanti la prospettiva di un’inflazione destinata a perdurare, occorre quindi guardare a misure incisive per sostenere le imprese e i consumatori, creando le condizioni per superare le attuali criticità, che generano incertezza e senso di sfiducia, e per proseguire il percorso di ripresa economica del nostro Paese». 


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