MA COME BRUTTI PARACULI,PRIMA AVETE DETTO CHE IL VACCINO SERVIVA PER EVITARE I CONTAGI,POI PER EVITARE LE TERAPIE INTENSIVE E I DECESSI !
La decisione di far indossare le mascherine ancora in diversi luoghi al
chiuso era nell’aria, ma a spingere
ancora una volta il Governo sulla
strada della cautela sono stati i numeri: soprattutto quelli dei decessi. Sono ormai trascorsi tre mesi di
convivenza con Omicron e quello
che si è capito è che questa variante,
protagonista incontrastata della
lunga coda della quarta ondata della pandemia per la sua alta contagiosità, è tutt’altro che una influenza. Se è vero che provoca meno casi
severi grazie anche alla protezione
del vaccino è pure vero che i tantissimi contagi - ieri 69mila dopo i
100mila casi dei giorni scorsi - alla
fine hanno provocato conseguenze
anche sui ricoveri e poi sui decessi.
Da quando il 31 gennaio, secondo la flash survey dell’Iss, Omicron
era presente nel 99,1% dei tamponi
si sono contati oltre 16mila morti -
quasi il 90% over 70 e over 80 -, il
doppio di un tradizionale virus influenzale che nelle stagioni record
non supera 8-10mila morti in 6-8
mesi. Anche nell’ultima settimana
si è viaggiati a una media di 148
morti al giorno (ieri 131). Numeri
lontani da quelli delle ondate più
drammatiche quando si superavano anche i 500 morti al giorno, ma
comunque significativi.
Non solo, come dimostra l’osservatorio del day hospital del Policlinico Gemelli di Roma è ormai
evidente che anche la variante
Omicron è responsabile di casi di
Long Covid, la sindrome che dopo
diversi mesi colpisce chi è stato
contagiato, anche se sembra con
sintomi più leggeri. «In base a
quello che osserviamo nei pazienti
che arrivano alla nostra struttura
circa l’80% a tre mesi di distanza
dall’infezione ha ancora dei disturbi e degli strascichi. Ovviamente da
noi viene soprattutto chi sospetta
di avere il cosiddetto Long Covid,
ma anche i sani che vogliono fare
degli accertamenti», avverte Matteo Tosato responsabile del Day
Hospital Post-Covid del Gemelli,
struttura che ha appena tagliato il
traguardo dei 2 anni di attività e ha
seguito circa 3mila pazienti di cui
500 in età pediatrica.
Ma chi è stato infettato con la variante Omicron rischia anche il
Long Covid? «Assolutamente sì -
spiega Tosato - anche se i pazienti
post Omicron con Long Covid che
abbiamo visto sono ancora pochi:
circa una trentina. Non possiamo
dunque ancora fare analisi su base
scientifica, ma dal punto di vista
aneddotico possiamo dire che la
percentuale di pazienti con Long
Covid dopo Omicron potrebbe essere più bassa e forse con sintomi
più leggeri, ma bisogna capire se
questa incidenza apparentemente
più bassa dipenda dalla variante o
dal fatto che nel frattempo le persone si sono vaccinate anche con più
di due dosi, cosa che sembra avere
un impatto anche sul Long Covid».
«Il messaggio però che non deve
passare - conclude il responsabile
del day Hospital Post-Covid del Gemelli di Roma - è comunque che
con Omicron questo virus sia come
una influenza e non lasci strascichi
su chi si è infettato».
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