STUPIDA RAZZA

sabato 30 aprile 2022

Guardia ancora alta, in tre mesi 16mila morti con Omicron

 

MA COME BRUTTI PARACULI,PRIMA AVETE DETTO CHE IL VACCINO SERVIVA PER EVITARE I CONTAGI,POI PER EVITARE LE TERAPIE INTENSIVE E I DECESSI !

La decisione di far indossare le mascherine ancora in diversi luoghi al chiuso era nell’aria, ma a spingere ancora una volta il Governo sulla strada della cautela sono stati i numeri: soprattutto quelli dei decessi. Sono ormai trascorsi tre mesi di convivenza con Omicron e quello che si è capito è che questa variante, protagonista incontrastata della lunga coda della quarta ondata della pandemia per la sua alta contagiosità, è tutt’altro che una influenza. Se è vero che provoca meno casi severi grazie anche alla protezione del vaccino è pure vero che i tantissimi contagi - ieri 69mila dopo i 100mila casi dei giorni scorsi - alla fine hanno provocato conseguenze anche sui ricoveri e poi sui decessi. Da quando il 31 gennaio, secondo la flash survey dell’Iss, Omicron era presente nel 99,1% dei tamponi si sono contati oltre 16mila morti - quasi il 90% over 70 e over 80 -, il doppio di un tradizionale virus influenzale che nelle stagioni record non supera 8-10mila morti in 6-8 mesi. Anche nell’ultima settimana si è viaggiati a una media di 148 morti al giorno (ieri 131). Numeri lontani da quelli delle ondate più drammatiche quando si superavano anche i 500 morti al giorno, ma comunque significativi. Non solo, come dimostra l’osservatorio del day hospital del Policlinico Gemelli di Roma è ormai evidente che anche la variante Omicron è responsabile di casi di Long Covid, la sindrome che dopo diversi mesi colpisce chi è stato contagiato, anche se sembra con sintomi più leggeri. «In base a quello che osserviamo nei pazienti che arrivano alla nostra struttura circa l’80% a tre mesi di distanza dall’infezione ha ancora dei disturbi e degli strascichi. Ovviamente da noi viene soprattutto chi sospetta di avere il cosiddetto Long Covid, ma anche i sani che vogliono fare degli accertamenti», avverte Matteo Tosato responsabile del Day Hospital Post-Covid del Gemelli, struttura che ha appena tagliato il traguardo dei 2 anni di attività e ha seguito circa 3mila pazienti di cui 500 in età pediatrica. Ma chi è stato infettato con la variante Omicron rischia anche il Long Covid? «Assolutamente sì - spiega Tosato - anche se i pazienti post Omicron con Long Covid che abbiamo visto sono ancora pochi: circa una trentina. Non possiamo dunque ancora fare analisi su base scientifica, ma dal punto di vista aneddotico possiamo dire che la percentuale di pazienti con Long Covid dopo Omicron potrebbe essere più bassa e forse con sintomi più leggeri, ma bisogna capire se questa incidenza apparentemente più bassa dipenda dalla variante o dal fatto che nel frattempo le persone si sono vaccinate anche con più di due dosi, cosa che sembra avere un impatto anche sul Long Covid». «Il messaggio però che non deve passare - conclude il responsabile del day Hospital Post-Covid del Gemelli di Roma - è comunque che con Omicron questo virus sia come una influenza e non lasci strascichi su chi si è infettato».

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