STUPIDA RAZZA

martedì 26 aprile 2022

L’antifascismo eterno rigenera il fascismo

 

 Signori dell’a ntif asci smo permanente e del fascismo eterno, ora che la festa del 25 aprile è passata, vi rivolgo col cuore in mano un’ap pa s s io - nata o spassionata esortazione, nel vostro interesse e per il bene della stessa causa che perorate. A via di ripetere che il nemico assoluto del potere vigente oggi è il fascismo, finirete con lo squalificare agli occhi della gente l’a nt i f a s c i - smo e col rivalutare il fascismo. Riflettete per un momento: se la gente, come si può largamente notare, non sopporta più il pensiero unico, il racconto unico, il regime di sorveglianza, egemonia e dominazione in corso, e se voi identificate tutto questo con l’antifascismo, e tutto ciò che si oppone ad esso con il fascismo, spingerete quella stessa gente a disprezzare l’antifascismo e ad apprezzare ciò che è ai suoi antipodi, e che chiamate fascismo. È una deduzione semplice, elementare, di buon senso. Il fallimento del sistema in vigore, la diffidenza popolare verso l’establishment e il mainstream, la lontananza sempre più marcata dal minuetto delle istituzioni e dal gergo dei mass media padronali sono ormai troppo vistosi agli occhi della popolazione; dunque non vi conviene tradurre il consenso al sistema come una professione di antifascismo e il dissenso verso il medesimo col nome di fascismo. Perché sotto sotto poi la gente penserà: allora l’u n ic a alternativa a tutto questo si chiama fascismo. E allora magari rivaluta proprio partendo quel che per voi è oggetto di scandalo e di vituperio da troppi decenni. Leggevo giorni fa un libro uscito di recente, Dei e potenza (ed. Altaforte) che raccoglie scritti sparsi di un pensatore francese in disparte, morto tre anni fa. G iu l l au m e Faye la pensava esattamente come voi ma arrivava coerentemente a conclusioni opposte. Ritenendo il fascismo un fenomeno non concluso con l’esperienza storica mussoliniana, ma un movimento globale di portata immensa, Fa - ye osservava che il fascismo si oppone «in ogni dominio umano, culturale, estetico, filosofico, spirituale e ovviamente sociale, economico, geopolitico e politico». E concludeva che «il fascismo è la sola visione del mondo che si oppone diametralmente e da ogni punto di vista, nelle analisi come negli obiettivi e negli ideali, ad ogni altra ideologia». Anzi, «il fascismo è il solo portatore di un progetto rad ic a l e » . Capovolta di segno, è la stessa convinzione che alimenta la fabbrica di opinioni del Regime. La fonte di Faye è in uno scrittore e giornalista italiano che viveva in Francia, Giorgio Locchi, che scrisse quarant’anni fa un piccolo saggio su L’essenza del fascismo che precorreva, a rovescio, la tesi di Umberto Eco sul fascismo eterno o Ur- fa - sc h i s m u s . Per Locchi il fascismo non era infatti un fenomeno circoscritto nel passato, ma una sorta di fuoco perenne acceso nella storia europea. Anzi l’essenza del fascismo supera le esperienze contingenti e caduche del fascismo storico: i fascismi passano ma il fascismo come essenza resta. E diventa anzi l’unico movimento veramente rivoluzionario, come aveva del resto intuito il filosofo francofortese Max Horkheim e r, citato da L o c ch i e da Fa - y e. È una tesi suggestiva, perfino affascinante, che personalmente non condivido, soprattutto nella declinazione «sovrumanista» che ne danno i due autori. Per Faye «il Sistema è perfettamente cosciente di tutto ciò» e perciò dagli anni trenta fino a oggi, «ci si è inventati un fronte antifascista» che è dunque diventato permanente. Anzi col passare degli anni, e con l’allontanarsi dell’esperienza storica del fascismo, e della sua caduta, l’antitesi fascismo-antifascismo si è acutizzata ed è diventata la chiave di lettura principale per capire il mondo d’og g i . Cosa sono del resto le denunce continue di un risorgente nazionalismo, populismo, razzismo, xenofobia, machismo, se non variazioni sulla stessa corda fascista? L’a nt i - fascismo, nota Fay e, è ormai «una reazione religiosa e metafisica», dunque non più storica o politica. Secondo Faye l’esas perazione del dualismo fascismoantifascismo sorge «a partire dal momento in cui il Sistema non ha più avuto il suo fratello nemico interno comunista, negli anni Novanta»; allora «il fascismo è stato di nuovo designato come pericolo assoluto». Faye c r i t ic a quanti da destra accusano l’ideologia dominante di dare la caccia ai «fantasmi». Al contrario, «l’ideologia dominante è perspicace e ha perfettamente ragione di temere lo scenario di un ritorno di fiamma del fascismo». Perché il fascismo «è sempre vivente, e più che mai». Tutto questo allarme antifascista, nota Fay e, è cresciuto con la crescita dei movimenti identitari. I governi, nota lo scrittore francese, tentano allora freneticamente di legittimarsi in negativo: o noi o il diluvio, ossia «l’Idra fascista, la Bestia immonda, la pornografia politica e morale, il saccheggio del Tempio dei diritti dell’uomo, in pratica la Tirannia aggravata dall’ab o - minio razzista». Insomma, un bel testacoda: l’antifascismo permanente finisce col dare ragione al superfascismo semprevivo, e viceversa. E noi che non siamo credenti né del superfascismo eterno né dell’a nt i - fascismo perenne, restiamo sgomenti, e leggermente divertiti, da questo perverso intreccio di convergenze. Una ragione in più per ripetere: state attenti ad abusare del fascismo, perché prima o poi le streghe a lungo evocate, rischiano di arrivare. Magari da direzioni impreviste, da soggetti inattesi...

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