STUPIDA RAZZA

giovedì 28 aprile 2022

Così gli Usa hanno perso la leadership morale



È da gennaio 2021 che molti osservatori si chiedono quanto siano cambiati gli Stati Uniti. È comprensibile che gli Usa di oggi non siano più «quelli di una volta», almeno a memoria storica della generazione che ha vissuto dalla fine della seconda guerra mondiale. In modo esemplificativo e sintetico provo a proporre quattro fasi che possono aiutare a spiegare l’evoluzione degli Usa. 1 Una prima fase della guerra fredda (1947-1991), post Yalta, dove gli Usa e il capitalismo americano si contrappongono alla minaccia del comunismo (in alleanza con le religioni cristiane), con presidenti del calibro di Ke n n e dy, N i xo n , Car ter, R ea ga n , Bu s h s e n io r. In questo periodo di guerra fredda era consacrato a bilancio un 12%-14% del Pil in spese per la difesa. Terminata la guerra fredda detta percentuale del Pil scende a circa il 4%, liberando un 10% di risorse economiche per sostenere una nuova globalizzazione economica. 2Con detta globalizzazione economica accelerata e utopistica nelle scelte, si avvia una seconda fase di evoluzione degli Usa (1993-2001) che produce anche le cause dello straordinario sviluppo economico cinese. Questa fase si conclude con l’attac c o terroristico al Wtc e l’i n i z io della prudente contrapposizione al terrorismo islamico. Presidente per tutto questo periodo fu Bill Clinton. 3Segue una terza fase, conseguente all’11 settembre, di crisi soprattutto finanziaria dell’errato modello di globalizzazione attuato e di inizio dei vari reset per cercare di correggerne le conseguenze. Il presidente dal 2001 al 2009 fu G. W. Bush Jr. Egli dovette affrontare la crisi post attentato Wtc e l’e s i ge n za di «drogare» la crescita economica con i subprime per accelerarla e assorbire le nuove necessarie spese per la nuova difesa. Dovette affrontare la conseguentemente provocata crisi finanziaria del 2007-2008 e decidere il raddoppio del debito/Pil per salvare le banche nazionalizzando il debito delle famiglie che era stato il vero motore della crescita drogata e insostenibile. E il ricollocamento di questo nuovo debito mise, come sappiamo, in gravi difficoltà l’Europa e Italia. 4 Una quarta fase, dal 2009 al 2017, con la presidenza di Barack Obama, inizia con una serie di reset strategici piuttosto significativi, tutti improntati ad un nuovo forte «progressismo» in materia etica e bioetica (unioni civili, uso di cannabis...), ma soprattutto economica (ambientalismo e migrazionismo, riforma sanitaria...). Sotto O ba m a finisce però anche l’incubo di Osama Bin L ad e n e si fanno accordi con gli ayatollah. Detta quarta fase viene interrotta dal 2017 al 2021 con la presidenza Trump, che rimette tutto in discussione. Tr u m p s e m b rò orientato a resettare i reset precedenti, soprattutto a ridimensionare il ruolo della Nato che considerava obsoleta (mancando forse i nemici storici che la giustificavano). Nel 2020 inizia la pandemia Covid, con quello che è c o n s eg u i to. La quarta fase resuscita però con la presidenza Biden, per esser completata post Covid. Sembra essere la fase di reset del capitalismo americano (ora autodefinito «inclusivo e sostenibile») orientato alla transizione energetica e tecnologica, dove il «nemico» da sfidare sta ad Est, in Oriente, in Cina. È pertanto un po’ m eg l io comprensibile perché gli Usa di oggi non possono esser quelli di ieri. I cosiddetti «nemici» da fronteggiare sono cambiati, il modello di globalizzazione, iniziato negli anni Settanta, è fallito. Il potere economico geopolitico è completamente cambiato, 50 anni fa l’Occ idente controllava il 90% circa del Pil mondiale, oggi circa il 45%. Cinquanta anni fa il potere economico finanziario era in mano a imprenditori, oggi è in mano a fondi di investimento. Oggi c’è un vuoto di leadership preoccupante. Riconosciamo che le soluzioni ai problemi son state affrontate negli effetti e non nelle cause con vari reset, spesso utopistici e taluni molto rischiosi, come ques t’ultimo reset sul capitalismo, che ha concorso a creare alcuni problemi che stiamo soffrendo con la guerra in corso in Ucraina. Tra questi reset ho accennato a quello etico-morale , merita attenzione visto che ha anche comportato un cambiamento radicale e misterioso nella Chiesa Cattolica... Dopo l’attentato terroristico di matrice islamica, dell’11 settembre 2001 al Wtc, fu impressionante l’esplosione di autori e libri che inneggiavano all’ateismo necessario alla civiltà occidentale. Ciò prendendo spunto evidentemente dall’atte ntato alle torri gemelle, ma estendendosi con naturalezza contro le religioni dogmatiche. Ne ricordo qualcuno: - Chris Hitchens, Dio non è grande: come le religioni avvelenano ogni cosa; R ich a rd Dawk i n s ,La delusione di Dio;Sam Harris, La fine della fede: religione, terrore ed il futuro della ragione, ecc. Tutti a combattere il risorgente irrazionalismo e pericolo delle religioni fondamentaliste, quelle del «disegno intellige nte » . Le religioni non dovevano più esser tollerate e solamente relativizzate, ma dovevano esser contrastate duramente. E ciò avvenne, ispirandosi a motivazioni fondate sul pensiero malthusiano, freudiano, darwiniano, ambientalista, pagano e magari anche eretico. Ecco, questa esibizione di intolleranza irrazionale, divenuta subito pensiero politicamente corretto, è, secondo me, alla base di una accettabile spiegazione di come gli Usa, grazie alla loro leadership, abbiano contribuito a cambiare in pochi anni molti valori e principi alla base della la civiltà cristiana in Occidente. Direi che chi aveva la leadership mondiale ha cambiato molti valori di riferimento che ispiravano la loro guida del mondo intero. Anche questa valutazione prova che la mancanza di valori, propria del nichilismo, mette a rischio una intera civiltà. Spiegandolo in Cari - tas in Veritate,Benedetto XVI aveva avuto ancora una volta perfettamente ragione.

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