STUPIDA RAZZA

sabato 30 aprile 2022

Un altro passo per separare il padre dai figli E renderli ansiosi e infelici

 

La decisione della Corte c o st i tuz io na l e di eliminare l ’ a u t o m a t ismo, giudicato «illegittimo» del solo cognome paterno ai neonati è un colpo di piccone sulla nostra storia e sulle nostre tradizioni. E un ulteriore passo verso la demolizione del ruolo di padre, sempre più sperato dai propri figli.Un cognome, due cognomi, poi quattro e poi otto. Al cognome del padre sarà aggiunto quello della madre, vale a dire del nonno paterno. Un’altra modifica fondamentale di cui avevamo un disperato bisogno, mentre sprofondiamo nella miseria più totale e siamo sull’orlo di una guerra nucleare. Se noi rappresentassimo l’età della pietra come un’a s ta lunga un metro, tutto quello che verrebbe dopo è un segnetto di mezzo millimetro. L’età della pietra è il periodo sicuramente più lungo della nostra esistenza sul pianeta. Noi abbiamo, quindi, un cervello preistorico, adattato all’età della pietra. Nell’età della pietra, l’unica possibilità, per un bambino, di sopravvivere era avere un padre. L’essere umano viene al mondo inabile, incapace e con un’ unica competenza: un pianto disperato con cui attira l’attenzione di qualcuno dotato di tenerezze e di mammelle, la mamma. La mamma non è stata in grado di cacciare, negli ultimi mesi di gravidanza, la mamma non è in grado di procurarsi cibo per molti mesi dopo la nascita. L’unica sopravvivenza possibile per il bambino è garantita dalla presenza del padre. L’essere umano è l’u n ic o neonato che, nascendo, fa chiasso. Tutti gli altri stanno zitti evitando, quindi, di attirare su di sé, e sulla mamma sfinita dal parto, grossi predatori. Noi nasciamo piangendo perché di fianco a mamma, con la sua tenerezza e le sue mammelle, sappiamo che deve esserci il papà con la sua forza virile, con la sua ferocia, con l’a g g re s s i - vità che adesso qualche idiota chiama mascolinità tossica, che ci difenderà da tutti i possibili predatori. Se il padre non c’è, il bambino non sopravvive. Il bambino ha questo, molto chiaro, nel suo inconscio. L’a s s e n za del padre, per lui, è ansia, paura, insicurezza, perdita di fede: «Valgo talmente poco che mio padre non è rimasto con me a proteggermi». Tutto questo è nell’inconscio, e nessun isterismo di modifica di parole può cambiarlo. Il padre era colui che proteggeva con la sua presenza, che spaccava la legna con la sua ascia per scaldare, e che teneva lontano da casa i malintenzionati. Ora a proteggere la casa ci sono porte blindate e polizia, la temperatura è mantenuta tiepida dalle caldaie, ma dove manca il padre si moltiplicano i disturbi fobici e la tristezza. Negli ultimi settant’anni, la depressione è aumentata del 1.000% e disturbo fobico del 1.200%. Un notevole numero di autori, R is è, R ic ci, Ma rches in i, G o b bi , indica come una delle principali cause di questo disastro la perdita dei padri. I padri sono derisi, ridicolizzati nella maggioranza dei film e delle narrazioni. Ug o Fa ntoz z i è un padre ridicolo. Homer Simpson è un padre ridicolo. Carlo Verdone ve - stito da boyscout è un padre ridicolo. In effetti, l’unico padre buono è quello morto: il padre di Harry Potter. Anticoncezionali e aborto hanno costituito la base della cosiddetta libertà sessuale, termine ampolloso con cui si indica la promiscuità sessuale. Oltre che le malattie sessualmente trasmissibili, questo comportamento sviluppa all’ennesima potenza la de-responsabilizzazione. Sempre più uomini considerano la paternità un privilegio, ma un peso. La contraccezione e l’infinita facilità e gratuità dell’aborto hanno avvalorato questo concetto. Noi portiamo nostro figlio nel ventre per nove mesi, e in quelli successivi alla nascita il legame è fortissimo. Prima di essere stata una persona, la madre è stata un posto, è stata l’universo stesso in cui il bambino si è formato. Il nostro rapporto col bambino rischia di essere eccessivamente simbiotico. Il compito del padre, in questa fase, è difendere la diade madre-bambino. Negli anni successivi alla prima infanzia, la presenza del padre è fondamentale, invece, proprio per allargare il legame madrebambino che rischia di diventare simbiotico. La madre protegge sempre, il padre insegna il coraggio. Dove i padri sono assenti, il coraggio si forma con più difficoltà. I cosiddetti padri che sfruttano il corpo delle donne, di chi ha venduto l’ov u l o, di chi ha portato la gravidanza, moltiplicando le patologie e i pericoli, oppure che si comprano un bambino orfano di madre, spaccano il legame più sacro che esista in biologia. Bizzarramente, ora, sono molto alla moda, gli unici pubblicizzati. Molti genitori sono separati, il padre è allontanato fisicamente. L’unico legame che resta col bambino è il cognome. Non levatelo, sarà un passo di più verso l’incerto, il fluido, le sabbie mobili. Ogni popolo, inoltre, ha un diritto inalienabile alla propria storia e le proprie tradizioni. Prima di prendere un piccone e infrangerle è il caso di pensarci due volte.


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