STUPIDA RAZZA

venerdì 29 aprile 2022

«Consumi in frenata, la ripresa è tutta da costruire»

 



Quasi metà delle famiglie italiane si attende una riduzione dei risparmi (il 47,6%). Un quarto prevede una diminuzione del proprio reddito o dei consumi (rispettivamente il 26% e il 24%). Domina l’incertezza nel rapporto “Outlook Italia - clima di fiducia e aspettative delle famiglie italiane 2022” realizzato da Confcommercio con il Censis, presentato ieri a Roma nel forum internazionale organizzato con Ambrosetti. «La ripresa è tutta da costruire» ha commentato il presidente di Confcommercio Carlo Sangalli spiegando che «per rilanciare occupazione, redditi e consumi, è necessario mettere a terra le riforme e gli investimenti del Pnrr, agire sul cuneo fiscale e contributivo, detassare gli aumenti dei rinnovi contrattuali. E sostenere le imprese agendo sulle moratorie fiscale e creditizie». Più nel dettaglio, la riduzione dei consumi per oltre la metà delle famiglie (54,8%) è motivata da fattori di contesto, come l’aumento del costo dell’energia, la paura di dover sopportare imminenti spese impreviste, l’incertezza sul futuro causata dai grandi eventi internazionali, come una possibile recrudescenza della pandemia e la guerra in corso in Ucraina. Sul versante dei riflessi economici e sociali a carico dell’Italia, il ritorno di un tempo di guerra secondo Sangalli «ha determinato un sostanziale cambiamento di scenario e di prospettive», per cui «le stesse previsioni del Def appaiono un po’ ottimistiche sia sotto il profilo della sottovalutazione dell’inflazione, sia per la conseguente sopravvalutazione della crescita del Pil nel 2022» che «risulterebbe più  vicina al 2% piuttosto che al 3%». Il prodotto lordo, ha aggiunto il presidente di Confcommercio, «tornerebbe ai livelli pre-crisi alla fine del 2022, mentre i consumi farebbero registrare, secondo le nostre valutazioni, un anno di ritardo per il pieno recupero, che si collocherebbe solo alla fine del prossimo anno, una debolezza del nostro sistema economico con la quale dobbiamo convivere ancora a lungo». Secondo Confcommercio il 2022 si chiuderà con un aumento del 6,5% dell’inflazione, «ben sette decimi sopra le valutazioni del governo» ha aggiunto Sangalli, che ha lanciato una monito all’Esecutivo: «in questo contesto, è fin d’ora evidente che gli impatti economici e sociali della guerra in Ucraina e del caro energia richiederanno margini di intervento ben più ampi dei circa sei miliardi del Def». Con lo sguardo rivolto al futuro, tra i fattori che preoccupano le famiglie italiane al primo posto, per oltre un terzo delle famiglie (33,4%), c'è la crisi energetica con il conseguente aumento delle bollette e dei carburanti che nel breve e medio termine ha effetti molto consistenti sulla capacità di spesa e di risparmio. Segue (25,9%) il riscaldamento globale e i suoi effetti planetari, segno di come la consapevolezza delle tematiche ambientali si stia diffondendo tra la popolazione. La terza preoccupazione indicata dalle famiglie italiane (20,6%) è strettamente collegata alla prima e in generale alla situazione di incertezza: è l’inflazione, tornata a crescere significativamente dopo molti anni con valori vicini allo zero. Circa una famiglia su cinque ha paura che la crescita dell’inflazione riesca ad erodere il potere di acquisto, anche vista la tendenza generale di mancata crescita delle retribuzioni. (DFEFLAZIONESALARIALE !)

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