STUPIDA RAZZA

venerdì 29 aprile 2022

L’eccezione Ue per Spagna e Portogallo

 



Il forte aumento dei prezzi del gas sui mercati mondiali, dopo il blocco delle esportazioni russe verso la Polonia e la Bulgaria, ha dato a un recentissimo accordo tra la Commissione europea e due paesi membri dell'Unione, la Spagna e il Portogallo, nuova ragion d’essere. L’intesa, che prevede un tetto al prezzo del gas, fa sorgere la domanda se sia possibile estendere l’accordo ad altri Stati membri, in un contesto di grande volatilità sui mercati delle materie prime. Secondo Madrid e Lisbona, il compromesso raggiunto con Bruxelles prevede che le autorità spagnole e portoghesi possano mettere un tetto temporaneo al prezzo del gas di 40 euro per megawatt ore. Su un periodo di un anno, il tetto medio dovrà essere di 50 euro per megawatt ore (ieri il prezzo sul mercato oscillava attorno ai 100 euro). Naturalmente, l’obiettivo è  di calmierare i prezzi al consumo, e ridare potere d’acquisto alle famiglie e alle imprese. L’incontro tra le parti - ha spiegato martedì una portavoce della Commissione europea - «ci ha permesso di raggiungere un accordo di principio con le autorità spagnole e portoghesi che permetterà loro di adottare misure proporzionate e temporanee per affrontare i livelli dei prezzi dell’elettricità, per mantenere gli incentivi a favore della transizione energetica e per preservare l’integrità e i benefici del mercato unico. I contatti continueranno ora a livello tecnico». L’esecutivo comunitario non ha voluto confermare le cifre citate dai due governi. L’accordo riguarda gli acquisti all’ingrosso di gas da parte delle centrali elettriche. L’intesa è giunta dopo quattro settimane di negoziati a livello bilaterale. I due paesi avrebbero voluto imporre un tetto più basso (pari a 30 euro per megawatt ore), ma l’accordo ha comportato un compromesso. Si tratta per Bruxelles di non mettere a soqquadro mercato unico. Il pacchetto è giunto dopo che i Ventisette avevano deciso in marzo di venire incontro a Spagna e Portogallo. La situazione di questi due paesi è specifica. In primo luogo, soffrono più di altri dell’ancoraggio del prezzo dell’elettricità al gas, tenuto conto che il loro mix energetico si basa in modo particolare sulle fonti rinnovabili. In secondo luogo, la penisola iberica è più isolata di altre regioni rispetto al centro della rete elettrica comunitaria. Visto il forte aumento dei prezzi del gas, dopo la scelta russa di bloccare i flussi verso la Polonia e la Bulgaria, è lecito chiedersi se la concessione decisa a favore di Madrid e Lisbona possa essere estesa ad altri paesi. Qui a Bruxelles la questione non riceve risposta netta. Per ora, il compromesso è una eccezione al libero mercato e vale solo per i due paesi iberici. Da qui al prossimo vertice europeo del 30 e 31 maggio la situazione, tuttavia, potrebbe cambiare.

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