La più popolare forma di onanismo praticato in quel di Bruxelles è la c o nv i n z io n e che basta che a ciascuno dei loro piani si dia un acronimo con la giusta rima, affinché esso sia automaticamente quel che ci vuole per affrontare qualunque problema del mondo. Anni fa s’i nve n - tarono il pacchetto «20-20- 20 by 2020», più recentemente il «Fit-for-fiftyfive». Cose così li fanno godere moltissimo. L’ultimo che si sono inventato è il piano REPowerEU, scritto così con tutte le maiuscole e minuscole al loro posto. Devono avere lassù qualcuno che passa il proprio tempo a tessere tali preziosissimi veli di marketing, sotto i quali v’è il nulla. A me, a dire il vero, l’ultimo arrivato della lista degli acronimi evoca le parole «repair our Europe», e c’è da chiedersi chi l’abbia mai guastata negli ultimi vent’anni questa povera Europa, fatta di una artefatta unione di Paesi che hanno perduto la propria sovranità nazionale, ceduta ad una banda di irresponsabili che ci ha portato in guerra nonostante nessuno ce l’ave s s e d ic h i a rata . Ma torniamo al «REPowerEU» e ai loro padrini, Ur su - la von der Layen, presidente della Commissione europea, e Frans Timmermans, vicepresidente esecutivo del Green deal europeo. Strologa Ursula: «Dobbiamo diventare indipendenti dal petrolio, gas e carbone della Russia. Non possiamo affidarci a un fornitore che ci minaccia esplicitamente. Dobbiamo agire ora, per mitigare l’ascesa del costo dell’energia, diversificare le nostre forniture di gas e accelerare la transizione verso l’energia pulita. Prima ci spostiamo su rinnovabili, gas naturale liquido e idrogeno, e aumentiamo l’e f f ic ie n za energetica, prima saremo veramente indipendenti e padroni del nostro sistema e n e rget ic o » . Le fa eco Frans: «È tempo che si affrontino le nostre vulnerabilità e si diventi più indipendenti nelle nostre scelte energetiche. Precipitiamoci (sic!) nell’en ergia rinnovabile alla velocità della luce! L’energia rinnovabile è economica, pulita e, potenzialmente, una sorgente infinita e, invece che finanziare l’industria estera dei combustibili fossili, essa crea lavoro qui. La guerra di Puti n dimostra l’urgenza di accelerare la transizione verso la nostra energia pulita » . Il piano REPowerEU si propone, entro il 2030, di azzerare le importazioni di gas dalla Russia, e spiega che per raggiungere l’obiett ivo bisogna importare gas da altri e affidarsi al gas naturale liquido (gnl). La spiegazione ci lascia di sasso: il parallelo piano «Fit-for-55» prevede che le emissioni si riducano del 55% entro il 2030, e siccome la Russia fornisce all’Europa meno del 40% dei combustibili fossili che questa brucia, allora dopo aver azzerato le importazioni russe la Ue ha ancora molta strada da fare per implementare il «Fit-for55», e l’ultima cosa da fare è cercare altrove, men che meno il gnl. Continuano le spiegazioni: «Nonostante alla significativa crescita nella produzione d’energia rinnovabile, la Ue resta dipendente dalle importazioni per oltre il 90% del fabbisogno di petrolio, gas e carbone». Più che «nonostante», diremmo «grazie». E poi: «La Commissione calcola che 15 Gt (gigatonnellate) d’idrogeno possono sostituire 25-50 Gt di metano», proclama inutilmente reboante con un calcolo quanto mai ozioso. E infine: «15 TWh (terawattora) di elettricità solare consentiranno di risparmiare 2.5 Gmc (giga-metri-cubi) di metano», affermazione totalmente priva di senso. Una delle cose più odiose che faccio quando m’ac c i n - go a commentare le parole di qualcuno è indagare sugli studi compiuti, per capire quale processo formativo gli abbia consentito di forgiare quel pensiero e tradurlo in quelle parole. Piuttosto che cattiveria consideratela, questa mia, come un tentativo di giustificare l’o rato re. Perché, vedete, la Ursula, dopo aver provato a studiare archeologia, s’è poi dedicata alle scienze politiche, mentre il Frans è esperto di letteratura francese. Entrambe le circostanze ci consentono di dedurre che costoro forse non sono corrotti: essi semplicemente non sanno quel che dicono. G e sù av rebb e chiesto il loro perdono, e se lo chiede G e sù non possiamo non perdonarli. Epperò stan facendo un gran danno costoro, accidenti. Premesso che non è chiaro quando mai il «fornitore» russo abbia minacciato la Ue, bisognerebbe che qualcuno dica ad Ursula e a Frans che il lodevole desiderio di aumentare l’e f f ic ie n za nella disponibilità dell’energia inevitabilmente comporterà un maggiore uso della medesima. Il proclama detto sopra è inutilmente reboante perché basta un calcolo alla portata di G reta T hu n be rg per concludere che, a parità di massa, bruciare idrogeno fornisce 2.5 volte più energia che bruciare metano. Ed il calcolo è quanto mai ozioso perché mentre il metano è disponibile bell’e pronto all’uso, invece l’idrogeno non esiste sulla Terra. Quanto all’af fe r m a z io n e che abbiamo qualificato totalmente priva senso, il fatto è che 2.5 Gmc di metano producono 15 TWh d’e l ettr i - cità: non ha importanza se sia elettricità da solare, da carbone, nucleare o idroelettrico. Domanda spontanea: a Bruxelles ci fanno o ci sono? Proviamo allora a riformulare l’affermazione in modo che essa abbia senso: «15 TWh/anno di elettricità solare consentiranno di risparmiare 2.5 Gmc/anno di metano». Messa in questa forma possiamo ora provare a fare l’aritmetica, disciplina ignota ai gretini, visto che han deciso di non andare a s c uo l a . Ora, noi non sappiamo a quanto i russi vendono il loro gas ai distributori esteri, essendo la cosa un segreto industriale, però alla borsa il prezzo attuale (certamente ben superiore al prezzo che fa la Russia agli importatori) si attesta, a star larghi, a €1/mc, cosicché 2.5 Gmc per 20 anni (che è la vita degli impianti solari) costerebbero 50 miliardi. Si badi che questo prezzo è 10 volte superiore a quello di appena 2 anni fa e che gli aumenti si sono avuti già a cominciare dal gennaio 2021, e per ragioni speculative: Puti n non c’entrava allora e non c’entra neanche ora. Ma continuiamo l’aritmetica. Per produrre 15 TWh/anno d’elettricità col solare bisogna installare 20 GW di fotovoltaico che, a €3/watt fanno 60 miliardi, che diventano 120 miliardi se gli impianti si equipaggiano con sistemi di stoccaggio, necessari visto che abbiamo il vizio di usare l’energia elettrica anche quando il sole non brilla. Spendere, subito, 120 miliardi per risparmiarne 50 in ve nt’anni non sembra, a occhio e croce, una gran furbata . Dicevamo sopra non «nonostante» ma «grazie». Nel 2000 non v’erano impianti eolici o fotovoltaici in Europa. Gli zero watt d’allora per entrambi son diventati oggi oltre 200 GW di eolico e quasi 200 GW di fotovoltaico e, senza alcuna meraviglia, non è stato possibile ridurre il consumo di gas in Europa: 5.500 TWh nel 2000 e 5.500 TWh nel 2020. Infine, se può consolarli, di tutte le parole dette sopra dai nostri fenomeni, mai quel «precipitiamoci» di Frans fu parola più azzeccata .
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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