STUPIDA RAZZA

martedì 26 aprile 2022

Inflazione in Spagna al 9,8% Germania record da 40 anni

 

L’inflazione continua a correre in Europa: con una crescita mensile del 3%, in marzo l’indice dei prezzi al consumo in Spagna è balzato al 9,8% annuo, record dal 1985. In Germania il tasso è al top dalla riunificazione: +7,3%. La presidente Bce Lagarde: «L’Europa entra in una fase difficile. A breve avremo un’inflazione più elevata e una crescita più lenta». Gli analisti: una volta svanito l’effetto dei rincari delle materie prime, non si tornerà ai livelli di prima a causa di transizione energetica e deglobalizzazione. (AVETE CAPITO BENE....?) Il primo mese di guerra in Ucraina ha avuto un impatto fortissimo sui prezzi, in tutta Europa. In Spagna l’inflazione è balzata al 9,8% in marzo rispetto allo scorso anno, raggiungendo così il livello più alto dal 1985. Mentre in Germania l’inflazione è salita sopra al 7%, il record degli ultimi 40 anni. E domani uscirà il dato ufficiale dell’Eurozona dove la crescita dei prezzi è già quasi tre volte l’obiettivo del 2% della Banca centrale europea. L’indice dei prezzi al consumo è spinto anche in Spagna da una domanda vivace, incoraggiata dagli stimoli pubblici, dalla fine delle restrizioni e dall’uscita dei risparmi accumulati nella pandemia; ma soprattutto dalle difficoltà delle catene di fornitura e dell’approvvigionamento energetico. A marzo inoltre la tendenza inflazionistica si è accentuata, con un aumento dei prezzi del 3% rispetto a febbraio, per lo sciopero dei trasporti nazionali che ha ridotto l’offerta e messo a dura prova le scorte delle aziende; mentre, sul versante internazionale non hanno certo aiutato i lockdown di Shenzhen, Shanghai e altre città cinesi. Secondo le analisi dall’Ine, l’Istituto nazionale di statistica l’Indice dei prezzi al consumo ha incatenato il quindicesimo rialzo consecutivo: una serie che va dall’1,3% di marzo 2021 al 7,6% di febbraio e al 9,8% del dato preliminare diffuso ieri. Per l’Ine, l’aumento riguarda in modo particolare i prezzi di energia elettrica, combustibili, bevande e alimentari: il prezzo medio dell’elettricità sul mercato iberico a marzo - sono dati dell’Operatore del Mercato Iberico dell’Energia - è stato il più alto di sempre, raggiungendo quota 283,30 euro al megawattora. «Faremo tutto il possibile per attutire gli effetti della guerra, invertire la tendenza e stabilizzare il costo della vita: sono dati brutti che colpiscono la nostra economia, la nostra società, in particolare i gruppi più vulnerabili», ha detto il premier socialista, Pedro Sanchez, ieri in Parlamento. Il ministero dell’Economia ha spiegato che il 73% dell’aumento dei prezzi è dovuto alle ripercussioni dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia sull’energia e sui prodotti alimentari non lavorati, sottolineando la necessità di applicare il pacchetto di misure appena approvate dal governo: fino a 16 miliardi di euro (6 miliardi di aiuti diretti e sgravi fiscali e 10 in prestiti agevolati) per contenere i prezzi e sostenere l’economia già segnata dal Covid e ora colpita dalla crisi nell’Europa orientale. Da ieri in Spagna per far fronte alle difficoltà delle forniture e alla mancanza di prodotti (oltre che per prevenire l’accaparramento), negozi e supermercati potranno razionare gli acquisti, stabilire cioè un limite agli articoli che ogni cliente può comprare. Per Angel Talavera, di Oxford Economics, è probabile che l’inflazione in Spagna rimanga molto alta per mesi. «In assenza di una rapida risoluzione del conflitto in Ucraina che porterebbe a un forte calo del prezzo del gas e del petrolio, dobbiamo attendere l’impatto che le misure del governo potrebbero avere sui prezzi dell’energia nei prossimi mesi. L’inflazione quasi a doppia cifra mette il governo in una situazione delicata per l’allarme sociale che genera, credo che arriveranno nuove misure di sostegno». Pochi giorni fa JPMorgan ha ridotto le previsioni di crescita del Pi spagnolo per il 2022 al 4,2% dal 6 per cento.

Nessun commento:

Posta un commento