STUPIDA RAZZA

venerdì 29 aprile 2022

Putin minaccia risposte dure agli interventi occidentali

 

Il giorno delle minacce. Una escalation: ieri il presidente russo Vladimir Putin è stato chiaro. «Se la Russia sarà minacciata, risponderà con mezzi che i suoi avversari non hanno ancora». Lo ha detto in un discorso ai parlamentari a San Pietroburgo. Il leader russo ha parlato di «minacce geopolitiche» e ha aggiunto: «Devono sapere che ci sarà una risposta, e sarà rapida. Abbiamo strumenti che nessuno ha e li utilizzeremo, se necessario. Voglio che tutti lo sappiano», è il suo avvertimento. La Turchia rilancia l’idea di una mediazione, mentre il presidente della Commissione Ue, von der Leyen, parlando del gas russo, ha dichiarato che «la Russia si sta facendo del male perché si esclude da importanti entrate». Putin ha accusato l’Occidente di voler dividere la Russia in pezzi e di aver spinto l’Ucraina verso il conflitto con la Russia. Il presidente russo ha anche assicurato che il rublo, il sistema bancario, il settore dei trasporti e l’intera economia, ha retto all’impatto delle sanzioni. Poi ancora: «Gli obiettivi dell’operazione speciale russa in Ucraina saranno portati a termine». Parole dure cui ne sono seguite altre, secondo alcuni osservatori, mirate a blandire e rassicurare la popolazione russofona di alcune regioni: «Noi siamo un grande Paese, non abbiamo bisogno di annettere altri Paesi, l’Ucraina era una minaccia per la Russia». «Le operazioni militari speciali in Donbass e Ucraina sono volte a garantire la sicurezza del nostro Paese, così come in Crimea. I nostri soldati hanno impedito una minaccia». La mediazione della Turchia Nonostante le crescenti difficoltà, la Turchia crede che ancora sia possibile ospitare un vertice tra i leader di Russia e Ucraina. Lo ha sottolineato il ministro turco della Difesa, Hulusi Akar, citato dal sito di Hurriyet. «Nonostante alcune difficoltà, siamo ancora fiduciosi. Forse sarà possibile riunire i due leader nei prossimi giorni su proposta del nostro presidente Erdogan», che nei giorni scorsi ha parlato di nuovo al telefono con Vladimir Putin e Volodymyr Zelensky, ha dichiarato Akar. «Noi, come Turchia, continuiamo a fornire tutti i possibili contributi, compresa la mediazione per una tregua immediata, per evitare un ulteriore peggioramento della condizione umanitaria». Adviivka colpita con il fosforo I russi avrebbero utilizzato bombe al fosforo. È quanto riferisce l’Ukrainska Pravda secondo cui i russi hanno sparato proiettili al fosforo contro la città Avdiivka e poi lanciato un attacco aereo sulla città: almeno una persona è rimasta ferita. Lo afferma su Telegram Pavlo Kyrylenko, capo dell’amministrazione militare regionale di Donetsk. «I russi hanno colpito Avdiivka due volte con proiettili al fosforo. Il primo - ieri sera vicino alla fabbrica di carbone, e questa mattina - nel centro della città. A seguito di questi bombardamenti, sono scoppiati diversi incendi in città». Sempre secondo Kyrylenko dopo il secondo bombardamento, i russi hanno lanciato un attacco aereo su Avdiivka, mirando a un grattacielo. Almeno una persona è attualmente segnalata ferita. Gas, la Duma e l’Europa In una nota ufficiale, Gazprom ha reso noto che «è stata completamente sospesa l’alimentazione di gas alla società bulgara Bulgargaz e alla polacca Pgnig per mancato pagamento in rubli». La fornitura resterà sospesa, aggiunge la nota, «fino al pagamento in rubli, secondo quanto stabilito dalla nuova procedura». La decisione è stata presa martedì sera e ieri è stata formalizzata dal colosso energetico russo. Una ratifica su cui il presidente della Duma, Vyacheslav Volodin, ha rilasciato ieri dichiarazioni importanti: «La Russia dovrebbe sospendere la fornitura di gas non solo a Bulgaria e Polonia, ma anche ad altri paesi ostili». La presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha dichiarato ieri che il sesto pacchetto di sanzioni contro Mosca «arriverà a tempo debito, ci stiamo lavorando intensamente», aggiungendo che «stiamo lavorando anche sul tema del petrolio». Infine: la mossa che la Russia ha fatto ieri bloccando le forniture di gas a Polonia e Bulgaria «è una mossa con la quale si è fatta del male», perché così si sta «escludendo da sola da importanti entrate». Il via libera dei 27 all’embargo del petrolio potrebbe arrivare nei prossimo giorni: sabato 30 aprile si riunirà di nuovo il Coreper (Organo del Consiglio dell’Unione europea) e gli ambasciatori di tutti i Paesi dell’Ue potrebbero dare il via libera al sesto pacchetto di sanzioni.

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