STUPIDA RAZZA

sabato 30 aprile 2022

Viaggio nell’universo di Elon il visionario

 

È l’uomo del momento. Oltre che il miliardario più ricco del mondo con un patrimonio personale di oltre 264 miliardi di dollari. Ma chi è davvero Elon Musk? La filosofia del genio ribelle della tecnologia, che ora vuole diventare il nuovo «signore» di Twitter, affonda le radici nel cosmismo russo. Konstantin Eduardovic Ciolkovks kij (1857-1935) è considerato il grande padre della cosmonautica russa. Già nel 1885 scriveva trattati sperimentali sugli aerostati, e addirittura nel 1894 pubblicava articoli scientifici su «l’aeropla - no, ossia il velivolo aeronautico». Soprattutto, però, la sua mente era inebriata da una fascinazione per i razzi. Come racconta Silvano Tagliagamb e, «nel 1903 fu pubblicata la sua opera, divenuta ormai un classico della letteratura scientifica, intitolata Stud io degli spazi cosmici con apparecchi a reazione, in cui veniva enunciata per la prima volta da un punto di vista scientifico la possibilità di realizzare voli interplanetari con l’ausilio di missili». Ciolkovkskij non era soltanto un ingegnere. I suoi studi tecnici erano il frutto naturale del suo pensiero filosofico, il cui orizzonte era, appunto, il cosmo. Il pensatore russo era convinto che nell’universo non potessero non esistere forme di vita superiori, più evolute degli esseri umani, e riteneva che il compito dell’umanità fosse quello di progredire, di svilupparsi attraverso la scienza e la tecnica. «La tecnica del futuro», diceva, «darà la possibilità di vincere la gravitazione terrestre e di viaggiare per tutto il sistema solare. Di visitare e di esplorare tutti i suoi pianeti. Di liquidare i mondi imperfetti e di sostituirli con popolazioni proprie. Di contornare il sole con dimore artificiali, prendendo il materiale dagli asteroidi, dai pianeti e dai loro satelliti». Questa visione metafisica, che oggi può apparirci a tratti delirante, ha contribuito a dare enorme impulso alla ricerca sovietica finalizzata alla conquista dello spazio, che sarebbe avvenuta parecchi anni dopo la morte di Ciol - kovk s k i j. Se vi state chiedendo per quale motivo dovremmo ricordare, oggi, il nome di questo singolare intellettuale russo, provate a rileggere le sue parole, e forse vi sembrerà di aver sentito discorsi non troppo diversi uscire dalla bocca di un uomo che – da tempo e soprattutto in queste ore – sorride dalle prime pagine di tutti i giornali. Un uomo di nome Elon Musk, nato nel 1971 a Pretoria, in Sudafrica, cittadino canadese poi naturalizzato statunitense, fondatore di compagnie come Tesla e SpaceX, ragazzino prodigio dietro PayPal e, soprattutto, futuro dominatore di Twitter. LA FILOSOFIA DI ELON L’idea che Musk possa mettere le mani sul social network più amato dai progressisti sta spargendo da giorni terrore e raccapriccio fra i maggiori rappresentanti della sinistra globale, i quali tendono a considerare il guru digitale come un pazzoide anarco capitalista con tendenze destrorse, amante degli scritti di Ay n Rand e dell’ultraliberismo. O, peggio, come un pericoloso feudatario tecnologico criptotrumpiano sulla scia di Pete r Thiel, altro dissidente della Silicon Valley che ha dimestichezza con dottrine estreme quali l’accelerazionismo e l’il - luminismo oscuro del filosofo Nick Land. In effetti, è facile liquidare Musk come uno svalvolato di successo. Dopo tutto, ha chiamato un figlio X Æ A-12, poi divenuto X Æ A-XII (per gli amici X), mentre la donna con cui si è frequentato fino all’anno scorso, la cantante e artista canadese Gri - mes, durante la relazione ha cambiato nome in c (il simbolo della velocità della luce). Contemporaneamente, però, Elon è anche l’uomo più ricco del mondo, con un patrimonio stimato da Forbes di 264,6 miliardi di dollari (44 dei quali servono per mettere le mani su Twitter). Che gli piaccia creare il caos è indubbio: i suoi tweet sull’uso dei pronomi maschili, femminili e neutri da parte della comunità Lgbt ha fatto infuriare gli attivisti trans, cita Ernst Junger, si oppone alla cancel culture, al politicamente corretto e alla ideologia Woke, preferisce il Texas conservatore e libertario alla California fricchettona e progressista, finanzia contemporaneamente democratici e repubblicani… I nsomma, genera scompiglio, e si diverte un mondo. IL MODO PER DECIFRARLO Che cosa si agiti nella sua mente è difficile da comprendere, ma una chiave di lettura della sua figura ci è fornita proprio dal nostro russo Ciol - kovkskij. Q ue s t’ultimo è stato uno dei maggiori rappresentanti di una corrente filosofica chiamata cosmismo (di cui il già citato Silvano Tagliagambe ha offerto un indispensabile analisi in Dal caos al cosmo, Sandro Teti editore), le cui radici affondano nell’e s ote r ismo russo. A partire dal fondatore riconosciuto del movimento, il bibliotecario N i kol a j Fë d o rov (1829-1903), il cosmismo ha proposto una singolare fusione fra sapienza esoterica e progresso scientifico s c ate n ato. Sotto il comunismo, le sorti dei cosmisti furono altalenanti: in auge negli anni della esaltazione cosmonautica, messi da parte o perseguitati in altri periodi. Dopo il crollo dell’Urss, nell’era di El’cin, gli ultimi rappresentanti della corrente arrivarono negli Stati Uniti, grazie alle relazioni stabilite dall’Esalen Institute, ovvero la culla californiana della New Age. Come ha ricostruito Douglas Rushkoff, in quegli anni i cosmisti giunti in California lavorarono su «come perfezionare gli umani attraverso l’evoluzione intenzionale, spostare la coscienza nei robot, sconfiggere la morte, colonizzare lo spazio o trasferirne la coscienza sui computer. Queste furono le origini del movimento transumanista di oggi». Non per nulla le conferenze dell’Esalen «sono state esperienze formative per i dirigenti, gli investitori, i professori, gli scienziati e i tecnologi più influenti della Silicon Valley». Elon Musk ha evidentemente assorbito le esalazioni del cosmismo, in particolare la fissazione per la conquista di Marte. Il cosmista Aleksan - dr Bogdanov, ricercatore e scrittore di fantascienza, bolscevico della prima ora, teorizzò la costruzione di una società comunista sul Pianeta Rosso. Bogdanov era solito glorificare Satana in quanto «dio del proletariato», e forse – come ha notato A l ek s a n d r Dugin – scelse Marte per il legame del pianeta con l’a n ge l o Samael, spesso associato proprio a Satana. Non risulta che Musk sia appassionato di satanismo, ma di sicuro è deciso a conquistare Marte. Come i cosmisti, sogna un’umanità capace di abbracciare l’immen - sità dello spazio grazie ai satelliti di Starlink, che dovrebbero permettere collegamenti digitali su tutto il pianeta Terra. Come i transumanisti occidentali (che dei cosmisti sono in parte eredi), Elon immagina una ibridazione fra uomo e macchina. Non deve trarre in inganno la sua nota diffidenza nei riguardi dell’i nte l l i ge n za artificiale. Nel 2017, al World Government Summit di Dubai, Musk ha profetizzato che «nel corso del tempo, vedremo una fusione più completa tra intelligenza biologica e intelligenza digitale». A suo dire, o riusciremo a stabilire «una simbiosi tra l’intelligen - za umana e quella delle macchine», oppure perderemo ogni ragione d’e s i s te re. L’EREDITÀ DI FAMIGLIA A ben vedere, nella famiglia Mu s k pensieri di questo genere sono una sorta di tradizione. Il nonno di Elon, infatti, era un signore di nome Jo s hua Haldeman, e tra il 1936 e il 1941 è stato uno dei leader di un singolare movimento nordamericano e canadese chiamato Technocracy Incorporated. Di nuovo, una variante del transumanesimo con una fortissima carica utopistica. «L’ideologia della tecnocrazia sfugge a una facile caratterizzazione», ha scritto Ira Basen. «Era anticapitalista e antidemocratico, ma non fascista. Era anti-governativo, ma non libertario. Credeva in una forma radicale di uguaglianza sociale ed economica, ma non era marxista». Il nonno di Mu - sk, dopo qualche tempo, prese le distanze dal movimento, ma è difficile pensare che la sua visione del mondo non abbia sfiorato i suoi discendenti, e non soltanto in senso anticomunista. La tecnocrazia riteneva che «la scienza e la tecnologia stessero trasformando la vita del Nord America e che solo ingegneri ed esperti altamente qualificati fossero in grado di costruire un “n u ovo ” Nord America». I posti di lavoro cancellati dalle macchine non torneranno, agli umani non resta che adattarsi e «progredire» o soccombere. Più o meno, sono gli stessi concetti espressi da Elon Musk, mago e scienziato che immagina un futuro luminoso stando seduto su un passato leggermente più oscuro.

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