STUPIDA RAZZA

mercoledì 27 aprile 2022

È iniziata la guerra del gas Rubinetti chiusi verso la Polonia

 

Nel pomeriggio di ieri, Gazprom ha comunicato la sospensione della fornitura di gas alla Polonia tramite il gasdotto Yamal, chiedendo  che il gas già fornito venisse pagato in rubli, cosa che la Polonia non avrebbe fatto. La notizia, a mercati aperti, ha provocato uno sconquasso sui mercati, con il prezzo del future Ttf di maggio che in pochi minuti è passato da 90 a 108 euro/MWh, per poi chiudere a 99 euro/MWh (+7% rispetto al giorno prima). Un segnale di quanta tensione si respiri sui mercati, pronti a sobbalzare al minimo scricc h io l io. Intanto, da qualche giorno, i flussi di gas in arrivo in Italia dalla Russia sono diminuiti. Ieri sera, la trasmissione Fuo - ri dal coro, in un serviziodi Tommaso Mattei, ha sollevato l’ipotesi che l’Italia stia di fatto già rinunciando, parzialmente, al gas russo. A fronte delle forti pressioni ad attuare un embargo energetico nei confronti della Russia, è possibile che l’Italia si stia portando avanti? Per saperlo dobbiamo guardare al complesso dei flussi di gas in entrata nel nostro Paese, confrontati con i consumi e le iniezioni a stoccaggio. Nei trasferimenti internazionali, per fare in modo che chi ha comprato il gas lo riceva nelle quantità desiderate, i gestori dei gasdotti chiedono che per ogni ora dei giorni a seguire vi sia l’i n d ic a - zione da parte del fornitore di quanto gas sarà messo a disposizione dell’ac qu irente. Questa attività di programmazione (la cosiddetta nomina) serve a far quadrare i conti, in modo che il sistema sia bilanciato a livello orario, cioè che il saldo tra immissioni e prelievi di gas sia sempre pari a zero. Considerata la ramificazione e l’e stensione delle reti di gasdotti interconnessi a livello europeo, non sfugge l’importanza della programmazione, per evitare sbilanciamenti dei sistemi. I flussi in importazione non sono costanti: le quantità per ogni ora possono cambiare. Questo perché le compagnie che stipulano i contratti di acquisto cercano di ottenere flessibilità, per cui anziché ritirare una quantità costante in ogni ora dell’anno possono avere un profilo di ritiro che, ad esempio, esclude i sabati e le domeniche, giorni in cui la domanda di gas industriale è più bassa. Oppure ci sono flessibilità sui quantitativi complessivi annuali. Per quanto riguarda il gas che dalla Russia arriva in Italia, Gazprom, che da quando è iniziata la guerra in Ucraina è molto attenta nella comunicazione, ha dichiarato più volte in questi giorni di fornire esattamente i quantitativi richiesti dai clienti, mettendoli a disposizione regolarmente all’entry point slovacco di Velke Kapusany. Da lì poi il gas viene veicolato attraverso Slovacchia e Austria sino all’ingresso in Italia a Tarvisio, dove entra nei gasdotti nelle quantità nominate di volta in volta. Sembra quindi che effettivamente le variazioni nelle quantità importate dalla Russia dipendano dalle nomine più basse annunciate dagli importatori (quindi dai minori quantitativi richiesti) e non da una diminuzione delle esportazioni decisa da Gazprom. La cosa però non è tanto legata a un anticipo dell’embargo, quanto semmai da una parte alle logiche di portafoglio degli importatori e d al l ’altra al bilanciamento del sistema gas italiano. Per quanto riguarda il primo aspetto, occorre tenere presente che non sono gli Stati a comprare il gas, ma società private. Un importatore che dispone anche di gas da propri giacimenti tenderà a privilegiare l’utilizzo di questo, piuttosto che comprare gas dalla Russia, se può evitarlo. Dunque, compatibilmente con i vincoli contrattuali, un abbassamento dei volumi in acquisto dalla Russia permette all’i m p o rtato re di bilanciare, del tutto lecitamente, il proprio portafog l io. Per quanto riguarda il secondo aspetto, occorre dire L’Ue in ordine sparso sulle sanzioni Per il tetto ai prezzi è appesa a Biden Difficile che oggi la Commissione annunci il sesto pacchetto contro lo zar. Quelli adottati fino ad ora non stanno funzionando e l’idea del price cap sul greggio dipende dalla vigilanza sui mercati degli Usa Giorgetti in Israele per l’oro azzurro Il ministro a Gerusalemme prova a rilanciare Eastmed, la pipeline finora accantonata in favore del Nord stream 2. Incontri anche con la società che produrrà chip in Brianza  che l’Italia è in ritardo sulle regole per il riempimento degli stoccaggi. A fine aprile ci troviamo ancora senza regole definite e con un regime provvisorio che frena gli operatori dal partecipare all’iniezione di gas negli stoccaggi. Questo ritardo proietta incertezza sul mercato e sugli operatori, che oggi non hanno convenienza a iniettare il gas per via del disallineamento dei prezzi. Poiché il gas consegnato in estate oggi costa di più del gas consegnato in inverno, mettere gas in stoccaggio rappresenta per u n’azienda del settore una perdita secca. Il sistema di incentivi che il Mite e l’A re ra dovrebbero istituire ancora non è operativo. Questo fa sì che il fabbisogno giornaliero di gas del sistema Italia nel suo complesso sia inferiore a quanto potrebbe essere. A maggior ragione, essendo il gas dalla Russia quello marginale per l’Italia, è proprio questo a essere utilizzato di m e n o.

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