STUPIDA RAZZA

venerdì 24 dicembre 2021

Aumentano i timori sulla ripresa del Pil

 

Crescono i rischi per la risalita del pil, pesa il caro energia, con l'impennata abnorme del prezzo del gas europeo e quindi dell’elettricità in Italia, +572% a dicembre rispetto al periodo pre crisi, e l'incertezza legata alla pandemia. Migliora l'occupazione: è aumentata in ottobre di 35mila unità, confermando lo scenario positivo del mercato del lavoro nel 2021. I lavoratori dipendenti hanno recuperato i livelli pre Covid, continuano a calare gli indipendenti. Il Centro studi di Confindustria ha analizzato la situazione del quarto trimestre 2021 e prospettive per il futuro: nel quarto trimestre 2021 si è confermata la frenata del pil e preoccupano la scarsità di commodity, i prezzi alti dell’energia, i margini erosi, l'aumento dei contagi. «Ma il trend di risalita dovrebbe proseguire», scrive nelle prime righe Congiuntura Flash: dopo il rimbalzo del terzo trimestre, +2,7%, il pil italiano è a -1,3 dal livello pre Covid (da un minimo di -17,9) e la previsione è di completare il recupero a inizio 2022. Per il Csc è «un terreno scivoloso di risalita»: il caro energia si è fatto sentire sulla produzione industriale, che a ottobre ha segnato -0,6%, dopo la frenata del terzo trimestre, come è già accaduto in Francia e Germania. Nei servizi pesano i rischi dovuti all'andamento della pandemia. La risalita sta proseguendo, il pmi (l'indice dei responsabili degli acquisti) è salito nei servizi da 52,4 a 55,9, ma anche se le limitazioni sono moderate per le famiglie resta l'incertezza. Se l’attesa risalita dei consumi potrebbe avere una frenata per il balzo dell'energia, resta in piedi un «potente driver»: il risparmio accumulato durante la crisi, oltre al recupero degli occupati dipendenti e quindi dei redditi. Il risparmio «è un cuscinetto di risorse», stimato prudenzialmente dal Csc in 26 miliardi nel 2020 e positivo anche nei primi tre trimestri del 2021, che sarà usato in parte per la risalita dei consumi, (PROPRIO IN PARTE.....!) ancora sotto il pre crisi (-10 miliardi nel 3°trimestre 2021 dal 4°2019, -40 annualizzati). Anche nel 2022, per il caro energia, i consumi dovrebbero restare sotto il pre crisi. Un'incertezza che pesa anche sugli investimenti: sono già a livelli pre crisi, +6,9% nel terzo trimestre, grazie alle costruzioni e ci si aspetta una crescita anche nel quarto, grazie al Pnrr e agli incentivi. Ma, sottolinea il Csc, la risalita degli investimenti in macchinari e attrezzature «potrebbe essere frenata dai margini esigui delle imprese e al contesto di nuovo molto incerto». E' ripartito l'export: le indicazioni per la fine del 2021 sono positive, gli ordini esteri indicano una espansione della domanda, ma restano «colli di bottiglia» nelle forniture. La crescita pesa in positivo sul mercato del lavoro: gli occupati, al minimo nel gennaio 2021, hanno recuperato buona parte della caduta, +625mila, ma c'è ancora un gap, -217mila, da fine 2019. È sotto i riflettori l'andamento dell'inflazione, molto eterogenea: alta negli Usa, +5,0% annuo e +4,1 la “core” al netto degli alimentari; in Ue è a +4,9, con la core salita di poco, +2,6. In Italia con l’energia alle stelle, +30,7, l'inflazione è salita di meno, +3,8 e la core quasi per nulla, +1,3. In Germania è +6,0 e +4,1. L'atteggiamento della Fed fa presagire un aumento dei tassi, la Bce sta mantenendo invece una policy molto espansiva. In Europa lo scenario economico è incerto, a dicembre il pmi manifatturiero è sceso ed è peggiorata la fiducia delle imprese.

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