Cresce l’allarme sui rincari in Italia, trainati dall’escalation dell’energia e dalla forte ripresa di attività nell’edilizia, con ricadute importanti soprattutto per alcune tipologie di beni. In questo contesto, l’inflazione percepita dalla popolazione, un parametro importante per cogliere la rilevanza acquisita da questi fenomeni nella consapevolezza dei cittadini, arriva al 5,3%, mentre il tasso ufficiale ha raggiunto il 3,7% a novembre. È la prima volta che non si registra una differenza molto elevata tra ciò che è la percezione del carovita e quanto rilevato invece su base scientifica da Istat. In passato la percezione dell’inflazione è stata sempre maggiore, anche con una differenza di 7-8 punti rispetto al dato reale, mentre adesso il divario è solo di 1,5 punti. Questa tendenza si ripropone anche nei principali Paesi europei, nei quali la percezione dell’inflazione assume numeri molto simili ai dati ufficiali. In un periodo di crisi sanitaria ed economica la valutazione del fenomeno assume un aspetto più razionale che emotivo, nel senso che si fa più attenzione al reale aumento dei prezzi e si riescono ad esprimere considerazione più realistiche. L’analisi effettuata per Il Sole 24 Ore dall’Istituto Noto Sondaggi è stata condotta sugli stessi prodotti e servizi contenuti nel paniere Istat: quindi, la comparazione tra inflazione reale e percepita assume in questo caso una maggiore rappresentatività. Le tensioni sull’abitazione Anche se l’aumento medio nel 2021 è valutato dalla popolazione in misura del +5,3%, diventa di particolare interesse analizzare anche in quali comparti i prezzi nel corso di quest’anno sono aumentati ancor di più secondo gli italiani. Tra tutti svettano i costi per la gestione dell’abitazione: in questo capitolo di spesa il tasso medio percepito si alza al +11,3 per cento. Non solo, scendendo nel dettaglio dei singoli beni e servizi, l’energia elettrica arriva al massimo del +17,5%, seguita dalle spese dedicate per il gas che segnano un +16,6% e quelle per il gasolio con +15,3 per cento. Pur con percentuali inferiori, registrano aumenti vistosi anche i costi per la riparazione e la manutenzione della casa (+11,1%), quelli dei servizi di pittori-carpentieri (+10,9%) e di idraulici-elettricisti (+10,8%). Se, poi, agli stessi cittadini viene chiesto di immaginare l’evoluzione dei prezzi nel 2022 per questo stesso comparto, le risposte si concentrano per il 62,9% a favore di un ulteriore incremento anche nel prossimo anno. È l’abitazione-energia, dunque, il settore che registra le maggiori criticità sia considerando la situazione attuale sia pensando al futuro . Il secondo ambito in cui l’inflazione percepita è molto elevata è quello dei mezzi e servizi di trasporto, con una media del +7,8 per cento. Nello specifico, sul gas a metano per l’autotrasporto gli italiani avvertono un aumento dei prezzi del 17,6%, poi segue l’incremento del costo della benzina e gas Gpl con un +13,9 per cento. Anche in questa area le attese nel 2022 non sono rosee, visto che per il 56,2% i prezzi continueranno ad aumentare nel prossimo anno. Al terzo posto per aumento percepito si piazza l’istruzione con un +5,8 per cento. Seguono quasi ex aequo i servizi sanitari con un +5,5 per cento. Entrando nello specifico delle spese per la salute, la cura dei denti fa registrare un +7,6% e i costi delle cliniche private un +7,4 per cento. In un momento così delicato per la salute degli italiani, i costi per le visite specialistiche sono visti in aumento del 6,5 per cento . Anche in questo campo la stima del 2022 non è rosea: quasi un cittadino su due pensa che i prezzi continueranno ad aumentare. I timori sui beni alimentari Il comparto dei prodotti alimentari e bevande è al sesto posto tra i settori che hanno fatto registrare un maggiore aumento dei prezzi con un’inflazione percepita al +5 per cento. Tra i prodotti in cui si rileva un incremento al di sopra della media c’è quello della frutta di stagione con +8,3%, seguono poi le verdure e vegetali di stagione con il +7,8%, e con la stessa percentuale il pesce fresco. Poi il riso, la pasta ed il pane con il +6,9% e l’olio con +6,1 cento. Nella prospettiva del 2022 l’alimentare è il comparto in cui si prevedono i maggiori aumenti: per il 65,5% degli italiani, infatti, i prezzi continueranno a salire. Al bivio tra risparmi e consumi Il fattore-inflazione percepita può influenzare la propensione agli acquisti. Pertanto, anche se nella media generale non c’è molta differenza tra il percepito ed il reale, da questa analisi emergono due considerazioni particolari. Ci sono settori e prodotti in cui la percezione dell’aumento dei prezzi è molto elevata, ma soprattutto per tutti i comparti si teme che nel 2022 i costi continueranno ad aumentare. È questo, quindi, il fattore che potrebbe creare il cortocircuito: se si pensa che il potere di acquisto a breve diminuirà, si tenderà a privilegiare i risparmi e a deprimere i consumi.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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