STUPIDA RAZZA

venerdì 31 dicembre 2021

Quarantene e contagi svuotano gli ospedali

 

Hanno anche il coraggio di s o r p ren d e r s i perché i contagi Covid tra gli operatori sanitari sono aumentati del 177% in un mese, ovvero dal 28 novembre al 28 dicembre. «Una crescita frenata», viene definita, grazie alla vaccinazione e al terzo richiamo, eppure sta mettendo in crisi le strutture più dei ricoveri in ospedale e in terapia intensiva, decisamente sotto controllo. Tra medici e infermieri sospesi perché non vaccinati (e non sostituiti), personale in quarantena in attesa dell’e s i to negativo del tampone molecolare, la coperta già corta non riesce più a soddisfare le necessità curative e assistenziali del Paese. Solo tra contagiati e nel limbo di un responso, sarebbero circa 20.000 gli infermieri e quasi 5.000 i medici fuori servizio secondo Fnopi, la Federazione nazionale degli ordini infermieristici. Già il nostro Paese aveva un deficit di 15.000 medici nelle strutture pubbliche e di 38.000 infermieri, con le assenze per quarantena e le sospensioni è evidente che negli ospedali c’è preoccupazione. Per il letto di rianimazione «servono due infermieri e un medico per ogni posto per ognuno dei tre turni ospedalieri», aveva spiegato alla Sta m p a Carlo Palermo, segretario del sindacato Anaao Assomed. Dove si vanno a pescare questi professionisti? «Manca personale sanitario, mancano gli infermieri, manca un po’tutto: e i numeri dell’emergenza e dei contagi da Covid-19 aumentano inesorabilmente ogni giorno sempre più. Purtroppo, a fare le spese sono come sempre quelli che stanno in prima linea: i professionisti del comparto della sanità. Lavoratori che pagano con sacrificio e sulla loro pelle, i danni della cattiva gestione e mala programmazione in termini di assunzioni», ha denunciato Fabrizio Rossi, coordinatore regionale Fratelli d’Italia Toscana. E dal 1 gennaio partono i controlli per verificare che i medici vaccinati con ciclo di due dosi da cinque mesi abbiano fatto la terza dose. Chi non l’avrà fatta sarà sospeso. Il problema non sono solo i controlli, ma la mancanza di personale in grado di fare tracciamenti oltre che di fornire cure. Enorme e irrisolto rimane il problema del trattamento domiciliare del coronavirus, ancora più urgente visto che Omicron sembra creare pochi problemi di ospedalizzazione. «Hanno u n’età compresa tra 35 e 60 anni, i pazienti Covid che chiamano l’ambulanza da casa quando hanno già febbre alta, tosse forte e difficoltà respiratoria acuta. Sono i dati nazionali raccolti dalle centrali operative del 118 con rilevazioni regionali», puntualizzava ieri la Repubblica, scrivendo che molti cittadini «evitano l’ospedale e restano a casa fino a quando non riescono a respirare», come informa il servizio sanitario d’u rge n za . Perché questi poveretti se ne stanno a casa, aspettando che i sintomi del Covid peggiorino? Non certo per leggerezza, forse non hanno un medico di famiglia pronto a intervenire con cure che non siano «tachipirina e vigile attesa». Se il virus non viene aggredito subito, anche prima dell’esito del tampone, il paziente perde tempo prezioso e sono ben pochi quelli che hanno il coraggio di ammetterlo. I medici devono gestire i pazienti con sintomi sospetti da Covid-19 «a distanza nei limiti del possibile», fa sapere la Società italiana di medicina generale e delle cure primarie (Simg). Questo dovrebbe tranquillizzare vaccinati con sintomi e persone entrate in contatto con un contagiato. Intanto, tra positivi e quarantene il Covid sta lasciando a casa centinaia di dipendenti delle Ferrovie in Italia, con la conseguenza di numerosi collegamenti cancellati, soprattutto a livello locale. Trenitalia ha soppresso o sostituito con autobus il 5% delle corse programmate. Trenord, la società che gestisce il trasporto ferroviario regionale in Lombardia, ha fatto sapere di aver soppresso un centinaio di corse al giorno sulle oltre 1.800 programmate nelle settimane di festività. Questo a causa di un 12% di assenze sulle 1.300 persone della forza lavoro, compresi molti capitreno e macchinisti. Problemi anche per la Circumvesuviana, la ferrovia locale che collega Napoli con i centri dell’area vesuviana e della costiera sorrentina: «causa improvvisa indisponibilità», malattia e quarantena di personale, legata all’attu al e emergenza epidemiologica, sono stati soppressi diversi tre n i . Con l’avanzare dei contagi e la crescita esponenziale degli italiani in isolamento o in quarantena sono a rischio anche le forniture alimentari del Paese «garantite da quasi 4 milioni di persone» che lavorano nel comparto, ricorda la Coldiretti, sostenendo la necessità di non bloccare una delle filiere strategiche del Paese. «Una necessità per i cittadini ma anche per gli imprenditori in un settore che deve seguire la stagionalità dei raccolti e rispettare la deperibilità delle produzioni», avverte la confederazione che fa capo a a Ettore Prandini. «Il cibo italiano sulle tavole degli italiani e degli stranieri è garantito da 740.000 aziende agricole, 70.000 industrie alimentari e 230.000 punti vendita al dettaglio, particolarmente esposti al rischio contagio». 

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