STUPIDA RAZZA

domenica 26 dicembre 2021

Pensioni, nel 2022 uscite anticipate con Quota 102 e Ape

 

Con l’addio tra pochi giorni al-
l’esperienza triennale non proprio
brillante di Quota 100, dal 1° genna-
io sarà ancora possibile anticipare
il pensionamento ma avendo ma-
turato almeno 64 anni d’età, due in
più della soglia anagrafica attuale,

e 38 di versamenti. La nuova Quota
102, che durerà solo per i prossimi
12 mesi, è la vera novità in tema di
pensioni della manovra targata
Draghi. Che, dopo il sì del Senato,
prima di capodanno riceverà il via
libera definitivo della Camera. Ma
il pacchetto previdenza da oltre 600
milioni della legge di bilancio pre-
vede anche la proroga di un anno di
Opzione donna e dell’Ape sociale in
versione rafforzata con l’estensione
del bacino delle mansioni gravose

che ne possono usufruire.E proprio
l’Anticipo pensionistico sociale è
stato al centro dei ritocchi apportati
al testo a Palazzo Madama, con la
soglia contributiva d’accesso dei la-
voratori edili che è scesa da 36 a 32
anni (mentre quella anagrafica è ri-
masta ferma a 63 anni) e con l’inse-
rimento dei ceramisti nell’elenco
dei lavori usuranti che possono uti-
lizzare questo canale.
Ora i riflettori si spostano sul
confronto tra governo e parti so-
ciali per definire una nuova rifor-
ma strutturale delle pensioni che
possa scattare nel 2023,
una volta
esaurita Quota 102. Mario Draghi
si è detto disponibile a discutere di qual-
siasi intervento correttivo della
legge Fornero a patto che si riman-
ga all’interno del sistema contri-
butivo. In altre parole, eventuali
uscite anticipate dovranno essere
totalmente ancorate al versamento
dei contributi
(anche attraverso il
ricalcolo in questa chiave dell’as-
segno). Un paletto, quello fissato
da Palazzo Chigi, che non piace
troppo ai sindacati. E non è la sola
incognita che grava sul confronto:
Cgil, Cisl e Uil continuano a chie-
dersi se a inizio 2022, quando la di-
scussione dovrebbe entrare nel vi-
vo, sarà sempre Draghi al timone
di palazzo Chigi. Per il momento la
tabella di marcia prevede l’avvio di
tre tavoli tecnici su flessibilità in
uscita, trattamenti previdenziali di
giovani e donne e rilancio della
previdenza integrativa. Tra i nodi
da sciogliere c’è quello di un signi-
ficativo allungamento del raggio d’azione dell’Ape sociale. Per i sin-

dacati quello arrivato con la mano-
vra è un primo segnale.
Secondo le stime dei tecnici del
ministero dell’Economia, al netto
dei ritocchi apportati dal Parlamen-
to per “edili” e “ceramisti”, la pro-
pensione all’utilizzazione dell’Anti-
cipo pensionistico sociale si do-
vrebbe tradurre in 21.200 uscite,
con un impatto sulle casse dello
Stato di 141,2 milioni il prossimo
anno e 275 milioni nel 2023, che si
assottiglierà poi nei 12 mesi se-
guenti. Il costo di Quota 102 sarà in-
vece complessivamente di quasi 1,7
miliardi fino al 2025, partendo dai
176 milioni del 2022 e con un picco
di 679,3 milioni nel 2023.
I conti pubblici beneficeranno
però del definitivo stop di Quota
100, sulla quale il 31 dicembre cale-
rà il sipario ma non del tutto visto
che chi ha maturato i requisiti pri-
ma della fine dell’anno potrà an-
che successivamente incammi-
narsi lungo questa via d’uscita: già
nel 2024 gli “oneri pensionistici” si
dovrebbero infatti ridurre di 1,8
miliardi. Le previsioni della Ragio-
neria generale dello Stato indicano
in 16.800 nel 2022 i nuovi pensio-
namenti anticipati con il meccani-
smo “64+38”. Pensionamenti de-
stinati a salire a 23.500 nel 2023, e
successivamente a scendere a
15.100 nel 2024, a 5.500 nel 2025 fi-
no a fermarsi a soli mille tratta-
menti nel 2026. L’assegno medio
con Quota 102 dovrebbe essere di
26mila euro annui.

La conferma per il 2022 della
possibilità per le lavoratrici di acce-
dere a Opzione donna,ovvero a una
pensione totalmente “contributi-
va” con almeno 35 anni di versa-
menti e 58 anni d'età (59 se ”auto-
nome”), dovrebbe aprire la strada
il prossimo anno a 17mila assegni
anticipati (su un totale di 29.500
“addette” e “operatrici” che saran-
no in possesso dei requisiti richie-
sti), per un costo di 111,2 milioni. Un
flusso che dovrebbe salire a 28.200
trattamenti nei dodici mesi succes-
sivi e raggiungere il picco di 29.100
assegni nel 2024 (con una spesa vi-
cina ai 500 milioni) per poi comin-
ciare a scemare. Nessuna stima in-
vece è stata elaborata dai tecnici del
governo per le uscite anticipate dei
lavoratori delle Pmi in crisi per i
quali la manovra istituisce un ap-
posito Fondo con 150 milioni nel
2022 e altri 200 milioni l’anno nel
biennio seguente.

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