Quando il ministro Br u netta si produsse nella scena del «costo psichico» per disincentivare i tamponi e spingere i riluttanti alla vaccinazione non mancò di turbare molte persone. Si percepì chiaramente come il governo, con una misura definita «geniale», adottasse una linea apertamente ostile nei confronti di una libera scelta. Ma giacché «non si invochi la libertà», non si trattava di una vera «libera scelta» quella di preferire il tampone ogni due giorni alla vaccinazione, si trattava di un capriccio irrazionale di gente stupida o malvagia. La dichiarazione di Roberto Burioni che, nei giorni di adozione del Supergreenpass, parlò di effetti avversi dei tamponi superiori agli effetti avversi dei vaccini, si pose nella stessa direzione. Ma prima i tamponi in frontiera - con non si è capito bene se la critica o il plauso della Ue - e poi, soprattutto, la riflessione sulle nuove norme in procinto di essere divulgate dal governo, hanno riabilitato i tamponi come strumento attendibile per limitare i contagi. Quindi Br u n etta ,Bu - r ion i , Sp e ra nza , lo stesso D ra g h i che disse «i vaccinati non contagiano», hanno semplicemente detto cose sbagliate, magari tratti in inganno da errate valutazioni sanitarie? No, non hanno sbagliato affatto. Siamo ormai usciti da l ’ambito argomentativo razionale, ci siamo lasciati alle spalle la consequenzialità logica, il te rtiu m non d atu r ed il principio di non contraddizione, la comparazione e l’analisi dei dati, la valutazione sanitaria in accordo con i principi consolidati della disciplina. Siamo entrati nella Narrazione irrazionale la quale, si badi bene, non è affatto sinonimo di «narrazione folle» o «casuale», al contrario si tratta dell’imposizione di schemi di pensiero che si basano sull’analogia e sul richiamo agli istinti ancestrali, come nel caso dell’astrologia rinascimentale o della retorica bellica. Questo tipo di pensiero, al contrario di quello che hanno voluto farci credere gli illuministi e i loro nipotini, non ha mai abbandonato l’uomo e, quando lo ritiene necessario, il Potere fa ancora ricorso a questi richiami. Dire quindi che è giusto «infilare il tampone fin nel cervello» a chi non vuole vaccinarsi ha perfettamente senso se vuoi appellarti agli impulsi primordiali e irrazionali della derisione e del disprezzo del diverso e del dubbioso; oppure, al contrario, abbandoni i ragionamenti sulla virologia e ti metti a cantare le canzoncine natalizie se vuoi far passare il messaggio che chi si vaccina è un bravo bambino. Purtroppo può capitare che tale schema debba essere capovolto nel giro di tre settimane e quindi i tamponi devono tornare ad essere lo strumento principe per definire e circoscrivere i contagi, devono cioè tornare ad essere ciò che sono stati fin dal principio in tutto il mondo: i sacri custodi dell’epidemia. Torcere la narrazione sino a squalificare come inaffidabili e quindi fonte di contagio i dispositivi che hanno definito sin dall’inizio cosa sia e cosa non sia «Covid», è uno stravolgimento non facile da gestire. Eppure la Narrazione irrazionale prevede anche questo, prevede che si possa digerire tutto, proprio in virtù dell’abolizione del principio di non contraddizione. Ecco dunque la costruzione dell’identità del «no vax» - che ricordiamo non esistere - come di una persona che per egoismo contagia gli altri, favorisce le varianti, si ammala gravemente e muore. Se le cose stanno così o i no vax moriranno tutti entro breve oppure saranno dotati di un’immunità naturale che la Scienza farebbe bene a studiare. Questa, almeno, sarebbe la conclusione di un ragionamento ancora logico. Ma c’è una cosa che nemmeno la Narrazione irrazionale consente: l’uso contemporaneo di argomenti logici e di argomenti irrazionali. O vige la ragione o vige la paura: non possono stare insieme. E quando apri il vaso di Pandora degli istinti irrazionali non ti servirà più la metafora della patente quando chiedi una nuova patente a quelli che pensavano di poterla chiedere agli altri. E scoprirti disertore quando pensavi di essere l’eroe di guerra è una brutta sensazione.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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