In vista del
Natale anche io
faccio visita ai
parenti, ma se
q u e s t i s o n o
ospiti di una ca-
sa di riposo, per vederli non
mi basta essere trivaccinato:
ho bisogno di un tampone
eseguito nelle ultime 48 ore,
perché questo prevedono le
regole quando si ha a che fare
con persone fragili. Così, con
l’intenzione di fare gli auguri
alla mia mamma, che ha 92
anni e numerosi acciacchi,
mi sono messo alla ricerca di
una farmacia che mi consen-
tisse di prenotare il test. A
dire il vero, dopo una serie di
telefonate, trovando quasi
sempre la linea occupata, ho
chiesto aiuto a Paola, la mia
storica collaboratrice di Pa-
n o ra m a(la conosco dai tem-
pi della mia prima direzione del prestigio -so settimanale) la quale,
avendo casa vicino alla re -
dazione, è tra le poche di -
pendenti che non è costret-
ta allo smart working per
evitare i mezzi pubblici su -
peraffollati di Milano. Tut -
tavia, anche Paola non ha
avuto successo, e dopo
avermi confessato che non
era possibile prenotare un
appuntamento, mi ha spie -
gato che l’unica soluzione
era mettersi in fila insieme
a decine, e qualche volte
centinaia, di persone (evvi -
va gli assembramenti) fuori
dalle farmacie che non ave-
vano ancora alzato bandie-
ra bianca. Mossa da com -
passione, Paola si è perfino
offerta di fare la fila per me,
tenendomi il posto davanti
al gaz ebo della stazione
Centrale, dove si affollano i
viaggiatori in partenza, of -
ferta che naturalmente ho
respinto. Già mi accingevo
a predispormi alla coda nel
freddo di Milano, quando
mi è venuta in mente la
postazione allestita per i
collaboratori e gli ospiti
delle trasmissioni Media -
set, dove quasi ogni setti -
mana mi reco prima di par-
tecipare alle puntate dei
vari talk show delle reti
Fininvest. E così, da privile-
giato, ho potuto risolvere il
problema del tampone.
Ho citato il caso persona-
le non per dire che in qual -
che modo ho potuto godere
di una corsia di favore che
mi ha evitato una lunga coda, ma per segnalare il
caos in cui siamo piombati
a causa delle norme intro -
dotte da quello scienziato
di Roberto Speranza e dai
suoi consiglieri. Per co -
stringere gli italiani a offri -
re il braccio al vaccino, nel-
le ultime settimane si è
fatto in modo di rendere
sempre più complicati i te -
st. Addirittura, a un certo
punto era circolata l’idea di
restringerne la validità,
passando da 48 a 24 ore, in
modo che i renitenti alla
puntura alla fine si rasse -
gnassero all’iniezione. Per
non parlare poi dei tentati -
vi di screditare la validità
del tampone, che darebbe
risultati negativi anche
quando sono positivi, seb -
bene, quando si tratta di
accedere ai Palazzi della
politica, per esempio alle
conferenze stampa di Pa -
lazzo Chigi, vaccino o non
vaccino l’unica cosa richie -
sta è proprio il prelievo
nasale in quanto - nono -
stante le canzoncine dei tre
tenori in camice bianco -
alla fine il test effettuato
poche ore prima è il solo
modo di avere una buona
dose di certezza di non
essere contagiosi.
La guerra ai tamponi,
che li ha resi introvabili e
complicati da ottenere, non è riuscita a spingere i no
vax verso gli hub vaccinali,
perché alla fine i 6 milioni
di italiani che hanno rifiu -
tato il siero restano tali e
quali, nonostante i diritti di
cui chi non ha il green pass
è stato privato. In compen -
so, mentre i dubbiosi conti-
nuano a rifiutare le dosi, il
resto degli italiani è spro -
fondato nel caos, al punto
che il presidente dell’O rd i-
ne dei medici di Milano
denuncia una situazione
ingestibile e il Comune del
capoluogo lombardo parla
di scene inaccettabili.
A fare la fila, come c’e ra
da aspettarsi, non sono solo gli irriducibili che non si
rassegnano a porgere il
braccio, ma anche persone
già vaccinate, a cui però è
richiesto il test per poter
accedere a determinati luo-
ghi. O persone che sospet -
tano di essersi infettate o
sono entrate in contatto
con altre risultate positive.
Perfino i medici fanno fati -
ca a prenotare il tampone e
per il normale cittadino,
come ho potuto verificare
di persona, è praticamente
impossibile ottenere un ap-
puntamento e quando ce la
si fa è per la settimana
successiva. Le persone at -
tendono ore al gelo, ri -
schiando la polmonite (se
non hanno quella intersti -
ziale), mentre le farmacie
sono prese d’assalto, al
punto che molte preferi -
scono rinunciare al servi -
zio. Una situazione che ri -
schia di aggravarsi, soprat -
tutto ora che il green pass,
accorciato d’ufficio dopo
che ci si è resi conto che i
vaccini perdono efficacia
ben prima di 9 mesi, scadrà
appena trascorso un seme -
stre dalla seconda dose.
Davvero un genio il no -
stro ministro della Salute
il quale, nonostante abbia
collezionato errori e ritar -
di, continua a rimanere
incollato alla poltrona co -
me se niente fosse. Lo di -
ciamo solo per informa -
zione: in altri Paesi, per
esempio in Svizzera o in
Gran Bretagna, i tamponi
sono gratis. Alle famiglie e
agli studenti ne vengono
consegnati ogni mese un
certo numero, dando loro
la possibilità di effettuare i
test e poi inviarli o conse -
gnarli all’apposito centro.
Un sistema semplice, tal -
mente semplice che al mi -
nistero guidato da S p e ra n-
za non ci hanno pensato.
Non diciamo di pensarci
oggi, a caos ormai accerta-
to, ma almeno di pensare
alle dimissioni.
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