STUPIDA RAZZA

giovedì 23 dicembre 2021

Il nuovo mantra dei virostar: «Vaccinati infetti? Si sapeva» Eppure dicevano il contrario

 

Uno dei personaggi più rappresentativi della categoria è il dottor Massimo A n dre o n i , primario di Infettivologia al Policlinico Tor Vergata di Roma. L’altra mattina, in collegamento con Ag o rà , ligneo, teorizzava che «il vaccino non impedisce il contagio perché non lo deve impedire, non è il suo lavoro». Il luminare, all’idea che i vaccinati possano diffondere il contagio, si mostra serenissimo: nemmeno una piega. Eppure si tratta dello stesso A n d re o n i che, la scorsa estate, raccontava ai giornali di avere corso un rischio tremendo. Trovandosi in gita in barca, si era imbattuto in un poveraccio che stava affogando e - mostrando di aver un grande cuore - gli aveva salvato la vita, arrivando a praticargli la respirazione bocca a bocca. Solo poi aveva scoperto che si trattava di un non vaccinato. «Lo salverei di nuovo», dichiarò A n d re o n i ai cronisti, «ma dobbiamo davvero prendere coscienza del pericolo che facciamo correre agli altri non immunizzandoci. Dobbiamo proteggere la salute di tutti ed evitare che i non vaccinati possano essere un pericolo». Sempre onore all’A n d re o n i per il gesto eroico, ma qualche dubbio sorge. Come mai, lo scorso luglio, era così terrorizzato dal no vax? Rileggendo le sue parole di allora viene da sospettare che, se si fosse imbattuto in un naufrago vaccinato, sarebbe stato più tranquillo, ritenendolo a prescindere non contagioso. Eppure oggi, con calma olimpica, ribadisce che anche gli inoculati contribuiscono a diffondere l’e pi - demia, come se fosse una verità a lui da sempre evidente. No, qualcosa proprio non torna nel discorso di A n d re o - ni e in quelli di tanti, tantissimi medici catodici, giornalisti e politici. Sono quelli che, negli ultimi giorni, alzano le spalle e sibilano: «Lo abbiamo sempre saputo». Sì, loro sapevano tutto. Ci hanno detto ogni cosa e il suo contrario, ma erano a conoscenza della verità fin dall’inizio, forse pensavano che non fossimo pronti a sentirla. Ci hanno ripetuto che il vaccino sarebbe stato uno scudo infallibile, ora si accorgono che non ferma i contagi ma non si scuotono: «L’abbiamo sempre saputo». Un’affermazione che costituisce la variante appena più supponente dell’altra frase attualmente di gran moda, e cioè: «La situazione è mutevole (scemo tu che non lo capi s c i ) . Il talebano del vaccino del genere più pensoso, quando gli si fanno notare le contraddizioni della narrazione ufficiale, tronca il discorso sbuffando: «Sì, ma la situazione cambia di continuo», e mai che questa mutevolezza gli regali un minimo di prudenza, un pizzico di dubbio, un granello di prudenza. Il talebano più combattivo e sicuro di sé, il falco, non si fa scrupoli e va giù diritto: «Lo abbiamo sempre saputo, non abbiamo mai detto il contrario». Lo ha ripetuto lunedì sera, a Otto e mezzo, il professor Luca Richeldi, direttore di Pneumologia del Gemelli. A suo dire, che il siero non fermasse la diffusione del virus era stranoto. Ma pensa. E dire che, alla fine di luglio il dottorone dichiarava al C orrie re della Sera: «Ho paura per chi non ha potuto o voluto vaccinarsi. Ci dobbiamo aspettare la pandemia dei non vaccinati». Forse Richeldi sapeva che pure i vaccinati erano a rischio contagio ma lo ha tenuto per sé? Se è così, ci spieghi il motivo del suo comportamento. Si diverte a illudere la gente? Oppure ha mentito per convincere gli italiani a sottoporsi all’i n iez io n e? Sapeva tutto pure P ie r pao - lo Sileri, uno che andava in Parlamento a gridare: «Dire che i vaccinati si prendono il virus e lo trasmettono è una falsità! È una bugia!» e oggi invece dichiara tranquillo che certo, i vaccinati contagiano, ingenuo chi ha creduto il contrario. L’elenco, volendo, potrebbe essere sterminato. Potremmo citare R oberto Burioni, ad esempio. L’11 ottobre il suo sito Medicalfacts titolava: «La “l ez ion e” di Bu r io n i : il vaccino contro il Covid protegge anche chi non lo ha fatto». E subito sotto: «Lo dicono i dati dell’Istituto superiore di sanità. Si tratta di una tendenza ancora iniziale secondo il virologo […] ma estremamente interessante perché significa che il virus circola di meno grazie all’elevato numero di vaccinati». Forte eh? Solo che il vaccino non solo non protegge chi non si è vaccinato, ma talvolta non protegge neppure i vaccinati. Figurati se Bu - rioni non lo sapeva, dai! Diceva il contrario solo per vedere se eravamo pronti a notare il tra n e l l o… Sapeva tutto anche Ilaria C a pua: «Che il vaccino non protegga dall’infezione lo sappiamo da sempre», ha rivelato ieri a Re p ub b l ic a . Si tratta proprio della stessa donna che, all’inizio di marzo, dichiarava: «Il vaccino fa miracoli, dobbiamo crederci. Due mesi e ne siamo fuori». Bene, se sapeva tutto perché uscirsene con una falsa promessa? Perché, poi, continuare a pontificare oggi dopo essere stata platealmente smentita dai fatti? E Matteo Bassetti? Quello che in maggio affermava: «Non ci sarà bisogno della terza dose», e a novembre sosteneva invece che «non fare la terza dose sarebbe come non aver fatto le prime due?». Voleva metterci nel sacco pure lui? Il meglio però ce lo regalano Tito Boeri eRober to Pe rotti , che su Re p ub b l ic a si sono messi d’impegno a sbertucciare Massimo Cacciari e Giorgio Agamben. Per prima cosa li accusano di non capire nulla di statistica, e può perfino darsi, per carità. Ma quando Boeri e socio si cimentano con la politica, sono loro a rivelare tanti limiti e parecchia malafede. Se la prendono, ad esempio, con l’a f fe r m a z io n e della Commissione dubbio e precauzione secondo cui il fatto che i vaccinati possano contagiare e contagiarsi rende inutile il green pass. «Questa affermazione è di una straordinaria e incomprensibile illogicità», s’i nd i gn an o Boeri e Pe rotti . Ed ecco il colpo di genio: «Nessuno ha mai negato che anche i vaccinati possano contrarre il Covid e trasmetterlo : è una questione di rischi relativi, non di c e rtez ze » . Sicuro: «nessuno lo hai mai negato», «lo abbiamo sempre saputo». Piccolo particolare: a negare che i vaccinati potessero contagiare sono stati tanti, tantissimi esperti e il sistema mediatico-sanitario nel suo complesso. A esibire certezze sul green pass è stato Mario Draghi in persona, non un passante. In nome di tali certezze (che certezze non erano) è stata violentemente discriminata una bella fetta di popolazione che non violava alcuna legge e che ancora adesso paga le tasse e contribuisce alla tenuta della società pur essendone esclusa (come ci ha tenuto a rimarcare lo stesso D ra g h i ). Dunque no, cari, non sapevate proprio niente (e se sapevate avete consapevolmente detto balle), però avete parlato e straparlato, e ora non potete far finta che non sia successo nulla, non potete cavarvela sibilando che «tutto cambia di continuo». Dovete rendere conto, oppure avvoltolarvi nelle vostre menzogne e rimanere finalmente in silenzio, perché avete abusato della pazienza e della buona fede degli italiani. Solo che, invece di fare ammenda, continuate a rincarare la dose. Ancora ve la prendete con gli untori no vax, ancora osate parlare di «cattivi maestri», ancora farcite la vostra arroganza sotto altri strati di arroganza. Ha detto Sergio Mattarella che troppo spazio è stato concesso ai no vax su media. Ecco, viene da pensare che, in realtà, sia stato dato eccessivo spago soprattutto ai profeti da quattro soldi al servizio della Cattedrale Sanitaria, ai propagandisti smargiassi che ancora imperversano su tutti i canali e su tutti i giornali, e ancora hanno il coraggio di dire «lo abbiamo sempre saputo», «del resto tutto è mutevo l e » . Beh, noi di cose ne abbiamo sempre sapute poche, ma una ormai l’abbiamo appresa: questa gente è senza vergogna. Ora che la nave comincia a fare acqua, ora che i protagonisti dei salotti televisivi lasciano lo studio per evitare di fare figuracce e ora che quando non lasciano lo studio fanno figuracce, forse si apre uno s pi ra g l io. L’Italia è sempre stato un Paese di voltagabbana, ed è probabile che tutti quelli che hanno negato l’evidenza in questi mesi diventeranno i più strenui accusatori della gestione S p e ra n za , R ic c i a rd i e compagnia cantante (mai aggettivo è più appropriato visto che ormai molti di questi sono più adatti all’ava nspettacolo che alla scienza che dicono di rappresentare). È sempre stato così questo Paese, dove son tutti pronti a saltare sul carro del vincitore, chiunque esso sia. Ma se prima i voltagabbana rinnegavano le loro dichiarazioni senza grossi problemi, oggi qualunque cosa venga detta viene impressa nella rete per l’ete r - nità e diventa un terribile boomerang; basti pensare alla promessa di Renzi di lasciare la politica qualora avesse perso il referendum sulla riforma istituzionale, quella frase, ovviamente insieme alla sconfitta nel referendum è stata la sua tomba politica. Andrea Crisanti si è detto indignato della follia che si sta materializzando in Italia sul fronte dei mix vaccinali, e ha sottolineato un punto fondamentale, e cioè che non ha senso continuare con l’ossessione del numero di vaccinati, quando nessuno parla del numero di protetti. Una sottigliezza che sfugge nei salotti e sui giornali del pensiero unico, tutti presi nel ricercare il no vax pentito finito in terapia intensiva. Per valutare i coperti dalla malattia andrebbe cambiata strategia, andrebbero valutate le persone, ognuna con le sue caratteristiche sanitarie e con la sua storia nei confronti del Covid; ormai da due anni si sa dei milioni di persone che sono entrate in contatto con il virus ma che sono completamente asintomatiche e nello stesso tempo protette almeno (anche se probabilmente in misura maggiore e per un tempo superiore) quanto un vaccinato. Misurare gli anticorpi dovrebbe essere il minimo sindacale per una efficiente campagna di difesa dal virus, anziché idioti green e super green pass, che non hanno nessuno senso sanitario, oltre che essere un golpe democratico. Ma ragionare sui grandi numeri richiede semplificazioni, e quindi meglio una vittima in più da vaccino che tante vittime in più da Covid; questo è l’assunto che guida probabilmente (nel migliore dei casi, nel peggiore la guida è affidata a incompetenti superficiali, e visti i risultati questa seconda opzione non è assolutamente da escludere) il Comitato tecnico scientifico, che guida a sua volta il ministro della salute che emana ordinanze che incidono sulla quotidianità di sessanta milioni di persone da ormai due anni, dispensando panico e ripetendo come un mantra senza senso l’invito a non abbassare la guardia. Risultato di questa politica ipocondriaca: un Paese che si accinge anche per quest’anno a emanare ordinanze da manicomio su come organizzare i pranzi e le cene di Natale e che ancora una volta terrà lontani gli stranieri dall’Ita - lia. Ma se l’ipocondria è una patologia della sfera psichica, l’autoritarismo una patologia della sfera politica e civile, la stupidità collettiva è una patologia grave per chi esercita un pensiero libero e critico. La stupidità collettiva, proprio perché non abituata al pensiero critico, si può tuttavia anche muovere velocemente da un senso ad un altro; le figuracce televisive dei vari Sileri e B a s s etti sono talmente palesi da riuscire forse a inserire dubbi anche alla massa poco critica di questo Paese, che segue pedissequamente ciò che gli viene detto di fare dal «padrone» di turn o. La libertà di pensiero è infatti un privilegio che alcuni non sono in grado di esercitare e alcuni non sono in grado di permetterselo, e quindi seguono l’onda senza porsi troppe domande. Ma quando l’onda comincia a essere fastidiosa comincia il mal di mare e piano piano si cerca un attracco diverso, prima di vomitare. Ecco, un consiglio da dare a chi guida la macchina della lotta al Covid in questo momento è la cautela, non solo nei confronti delle varianti del virus, ma anche nei confronti delle varianti della collettività, che può far ribaltare la barca, soprattutto oggi che comincia a evidenziare qualche buco.



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