Consigli per gli acquisti: in particolare per onorare la tavola, durante le festività natalizie, e non farsi dissanguare dal caro prezzi. Ecco alcuni esempi di menù anti inflazione che uniscono alla facilità di preparazione il gusto e (soprattutto) i costi contenuti. La prima regola è: mai fare la spesa a stomaco vuoto.Tornano in mente gli aforismi di Pellegrino Artusi, il codificatore della prima cucina borghese italiana, che era solito dire: «Il mondo ipocrita non vuole dare importanza al mangiare, ma poi non c’è festa o ricorrenza che non si distenda la tovaglia». Ma sapeva anche che «i conti lunghi spaventano i mariti e le tagliatelle corte dimostrano l’imperizia di chi le fece». Ecco siamo messi così. Arrivano le feste e c’è il (sacrosanto) desiderio di portare in tavola il meglio, ma c’è anche l’inflazione che pesa, c’è il virus in agguato che ci confina. Ci hanno giurato che avrebbero salvato il Natale, ma con le bollette alle stelle pare che il tema sia piuttosto come salvarsi dal Natale. E allora ci siamo messi a studiare un paio di menù tanto per la vigilia, che solitamente celebra il pesce, quanto per il pranzo più ricco dell’anno cercando di attingere alla tradizione senza aggravare la nostra condizione. Prima di tutto però diamoci delle regole di comportamento nel fare la spesa. Dopo quello anti Covid ecco un vero vaccino anti costi. La prima regola è non andare a fare la spesa a stomaco vuoto. Se si ha fame si compra di più. La seconda regola è progettare il menù prima di fare la spesa. La terza regola è comprare solo prodotti di stagione e di prossimità. Ci sono però alcuni ingredienti su cui è sbagliato risparmiare: primo fra tutti l’olio extravergine di oliva. Se lo comprate di scarsa qualità ne adoperate il doppio: il risultato è che guadagnate solo chili. Lo stesso vale per il vino. Tra i prodotti che hanno subito i maggiori rincari c’è l’olio di semi (potete pensare di friggere con lo strutto che non fa male) seguito dai frutti di mare, dalla pasta e dalla farina (meno quella di mais), dal pesce, dalla carne. Frutta e verdura se la prendiamo di stagione costa solo un 2-2,5% e chi invece se ne sta buono buono è il riso. E allora cominciamo il nostro menù anti crisi. Partiamo dal cenone della vigilia a base di pesce. Come sfizio ecco le zonzelle acciughe e mozzarella o se preferite le pizzelle fritte napoletane. Potete fare la pasta di pizza da voi oppure farvi dare un mezzo chilo di pasta di pane dal vostro fornaio. Il costo di questo piatto si aggira sull’euro a persona. Con 300 grammi di strutto, un po’ di passata di pomodoro una mozzarella e della acciughe s ott’olio risolvete il problema per almeno 4 persone. A seguire approfittando del pesce azzurro che costa pochissimo ed è buonissimo ecco dei tortini di alici. Anche questi sono semplicissimi da preparare. Potete farli con un ripieno di patate e arricchirli con un trito di prezzemolo e capperi, riciclate anche il pane facendone pangrattato e saranno un antipasto ottimo. Quattro tortini costano attorno ai 6 euro. Come primo piatto un sugo di sgombro vi risolve il problema. L’ottimo sono le tagliatelline che potete far in casa con 350 grammi di farina e tre uova. Per un sugo di sgombro bastano due pesci per 500 grammi complessivi, due tazze di passata di pomodoro, due spicchi d’aglio, un mezzo peperoncino e 4 cucchiai di olio extravergine di oliva. Se arrivate a spendere 10 euro è tanto. Potete anche fare una polentina sempre con il sugo di sgombro. Come secondo primo una pasta con l’acciugata: basta prendere capperi, acciughe salate o s ott’olio, tanto prezzemolo e generoso aglio ed è fatta, o ancora una buonissima pasta siciliana con le sarde. Come secondo vi può venire in soccorso un altro pesce che non siamo più abituati a consumare: la razza. Potete fare le ali di razza al burro nero con contorno di cavolfiore fritto. Sono una delizia. In alternativa se volete pesce al cartoccio: mormore o tanute vanno benissimo con una bella «macedonia» di verdure come porro, carota, sedano da mettere nella stagnola insieme al pesce e passare in forno sono un gran piatto, come lo è il palombo alla livornese cioè passato in un sugo di pomodoro, peperoncino, prezzemolo, aglio. Questi pesci costano attorno agli 8-10 euro al chilo! Infine un dolce buonissimo che viene dalla tradizione abruzzese i tu rc i n ill . Si fanno come gli gnocchi di patate addolciti con uva passa e zucchero e poi fritti. Sono buonissimi. Potete fare anche delle ottime mele caramellate in forn o. Quali vini accompagnare con tutto questo? Per spendere il giusto un buon Prosecco per partire, ma anche una Passerina spumante e poi si può proseguire con un pinot grigio, con un Soave, un Verdicchio e finire con un Asti spumante. Fatta la cena di pesce prepariamoci al pranzo di Natale. Prevediamo come minimo doppia portata. Partiamo con due antipasti che costano pochissimo. L’insalata di nervetti. Richiede un po’ di tempo, ma siccome si fa con gli zampetti bovini troverete che il macellaio è felice di prepararveli. Gli zampetti costano circa 2 euro al chilo. Con quattro euro avete risolto. La seconda portata è necessariamente un fritto: una bella mozzarella in carrozza. Con 4 euro sfamate una famiglia. Tocca al riso. Potete fare un buonissimo risotto alla salsiccia attingendo alla tradizione lombarda. Con due euro di riso e due salsicce è pronto. Seguitate o con gli gnudi alla maremmana (sono i ravioli senza pasta che si condiscono con foraggio e burro) oppure se volete rispettare la tradizione del brodo fatevi dei passatelli romagnoli: uovo, formaggio e pane grattugiato e sono pronti. Con due euro ci sfamate un c o n d o m i n io. Siamo ai secondi piatti. Un classico della cucina romana e marchigiana: pollo con i peperoni. Un piatto che non va oltre i 12 euro. Possiamo accompagnarlo o con un g ate au di patate alla napoletana o un ottimo sfornato di cavolfiore. Fatto il brodo per i passatelli con del lesso possiamo servirlo in tavola ripassato con le cipolle in agridolce: è un ottimo piatto. Per dolce degli struffoli, ma anche un tiramisù, oppure una panna cotta agli agrumi che fanno festa e portano fortuna. Quali vini scegliere? Lambrusco che va benissimo come la Bonarda allegra dell’Oltrepò fino ai passatelli. Poi un sangiovese giovane, ma anche un aglianico lucano o un Cirò calabrese. Per il dessert ancora Asti spumante, uno zibibbo liquoroso. Pandoro, panettone, torrone sono li a portata di mano. Perché la festa è festa.
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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