STUPIDA RAZZA

giovedì 23 dicembre 2021

Panico diffuso e festività in arrivo: farmacie piombate nel caos tamponi

 

I contagi in crescita, l’arrivo delle feste e il panico diffuso fanno schizzare le richieste di tamponi. Le farmacie sono oberate e le code durano ore. L’ipotesi dell’i ntro du - zione dell’obbligo di tampone pure ai vaccinati ha scatenato il caos. Le nuove restrizioni saranno rese note domani, dopo la riunione della cabina di regia. Scontato ormai l’inutile obbligo di mascherina all’aperto. Intanto, la Commissione europea si smarca dal premier Draghi. Il green pass per i viaggi durerà nove mesi. La norma sarà in vigore dal prossimo febbraio e la validità decorrerà dalla seconda iniezione. Bruxelles però prevede la distinzione tra chi ha ricevuto due o tre dosi. Così si spiana la strada all’introduzione di regole e limitazioni diverse per i privi di booster. E resta da capire come adeguare le app di verifica mantenendo la privacy dei cittadini.Come prevedibile, siamo nel pieno del caos tamponi. I casi sono in aumento, i dati parlano chiaro, e per ogni nuovo positivo i contatti sono tenuti ad effettuare uno o più test di controllo. Nel caso delle scuole poi, il testing fa allungare la fila di chi deve effettuare i tamponi con monitoraggi che coprono circa 20 alunni per classe. I test effettuati sono in costante aumento, nella giornata di ieri sono stati processati 851.865 tamponi a fronte dei 776.563 dello stesso giorno della settimana precedente. Eppure questo è niente se si pensa alla notizia, mai smentita dalla presidenza del Consiglio, che vedrebbe in arrivo la decisione per giovedì 23 di rendere obbligatorio il tampone anche per chi ha già effettuato il vaccino per accedere ai grandi eventi. La politica sul tema si è divisa e gli unici a non esporsi sono stati i rappresentanti del governo. Questo ha fatto sì che si creasse una sorta di silenzio assenso in attesa del giorno del giudizio, quando tutti gli italiani sapranno cosa fare in vista delle feste. Sul tema tamponi è sempre regnata gran confusione. Da settembre in poi sembrava esser diventato uno strumento utile solo a chi non si era vaccinato, con rare eccezioni. Alcune aziende infatti hanno continuato a monitorare i propri dipendenti pur vaccinati, specialmente nel mondo dello spettacolo e della televisione. Negli studi televisivi ad esempio non basta avere il vaccino, per accedere serve anche il risultato di un tampone negativo. Oggi il tampone sembra esser diventato indispensabile anche per chi si è «immunizzato» e potrebbe quindi diventare obbligatorio, ma le Regioni frenano. I dubbi sono molti, cosa succederebbe nelle case dei privati? Anche lì vigerebbe l’obbligo di tampone? E se fosse a chi spetterebbero i controlli? In ogni caso, a questo punto, si prevede una sorta di screening di massa per le feste natalizie senza che sia stata messa in piedi nessuna struttura in grado di gestire e coordinare lo tsunami di richieste di tamponi in arrivo. I drive in nelle grandi città sono di nuovo in grande difficoltà. Chi si deve testare si trova di fronte file di quattro o cinque ore con conseguente ritardo nell’attesa dei risultati. Chi ha dovuto per forza frequentare questi gironi infernali racconta che sembra di esser tornati indietro di un anno, quando i vaccini non c’erano e i drive in erano stati appena aperti. In questo momento sul territorio i cittadini contano soprattutto sulle farmacie che a 15 euro consentono di dare risposte rapide, ma anche questi presidi sono sull’orlo del collasso. Molte farmacie non accettano più prenotazioni e le file fuori sono divenute interminabili. A complicare il tutto ci si mettono le feste. «Chi viene a farsi i tamponi da noi vuole principalmente stare tranquillo in questi giorni che si avvicina il Natale» racconta il titolare di due grosse farmacie di Roma. «Negli ultimi giorni abbiamo visto più che raddoppiare le richieste di tamponi, ne facciamo uno ogni cinque minuti e anche i molecolari che facciamo, come service per gli ospedali, sono triplicati in questo mese». Alcune farmacie riescono a fare quasi 150 tamponi al giorno, mentre altre hanno messo uno stop per evitare di finire sopraffatti dalle richieste. I centri e le cliniche private che fino a pochi giorni fa avevano gruppi di tre o quattro persone in fila alla stessa ora per effettuare un tampone, oggi ne trovano decine e d e c i n e. Anche nelle città più piccole il disordine regna sovrano, a Perugia il Comune ha deciso di spostare il centro tamponi perché le file erano diventate un pericolo per la sicurezza. Anche a Messina, le lunghe code di macchine in attesa del test nei giorni scorsi hanno mandato il traffico in tilt. L’al - larmismo mediatico non ha giovato, l’indiscrezione secondo la quale anche i vaccinati saranno costretti, o comunque invitati, a effettuare i tamponi in vista delle feste ha fatto sì che si spargesse il panico. Inoltre, la mancata smentita del premier, o di chi per lui, ha reso complice anche il governo del trambusto che si è creato intorno ai tamponi. Il governatore del Veneto, Luca Zaia, ha colto il tema dell’impossibilità di lasciare le richieste dei test solo alle strutture pubbliche e private e ha aperto alla possibilità dell’autotesting. Se non fosse così, nei prossimi giorni rischiamo di avere milioni di persone in coda per fare un tampone. E se si dovesse rispondere che ci pensano i militari di F i g l iuol o, nessun problema, nelle scuole li aspettano da venti giorni. Considerando che il sistema è in affanno adesso, con poco più di 800.000 tamponi al giorno, c’è da temere per i prossimi giorni. Il modus operandi sembra essere tornato lo stesso del governo Conte 2: le indiscrezioni venivano fatte trapelare alla stampa amica per capire che impatto avrebbero avuto, salvo poi ritrovarsi nel caos con le persone che assalivano i treni e compravano chili e chili di pasta per reprimere l’ansia nell’attesa della prossima conferenza stampa. Oggi attendiamo la cabina di regia, ma lo schema è lo stesso e il disordine regna sovrano.

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