STUPIDA RAZZA

martedì 8 marzo 2022

La Russia alza il finto Muro del Web e si prepara alla guerra informatica

 

n La Russia annuncia un potente giro di vite sul Web. Non sarà la disconnessione dall’O cc idente, ma un muro che segna il calcio d’inizio della vera cyber guerra. Mosca si prepara a difendersi e al tempo stesso a sferrare attacchi.Le autorità russe hanno comunicato ieri a tutti i titolari di siti, portali e servizi di telecomunicazione di tenersi pronti perché da venerdì il Paese si prepara a censurare l’Internet globale. Per capirsi, i domini passeranno su server indigeni, mentre gli accessi saranno completamente rivisti. Le pagine html, i codici javascript, banner, contatori saranno cancellati e ripuliti. Tutte le informazioni ri-direzionate verso hosting russi. In pratica, il ministero dello sviluppo digitale russo dovrà mappare l’i nte ra struttura utilizzata da oltre 140 milioni di persone per fare in modo che si ricostruisca un perimetro tutto racchiuso nell’e s ten s io n e .ru, che sta appunto per Russia. Ovviamente, l’idea di Vladimir Putin di isolare la nazione dal resto del mondo digitale non sarebbe nuovissima e non è nemmeno da immaginare come una reazione alle richieste del governo ucraino che a sua volta ha suggerito di spegnere il Web russo per evitare che la propaganda sia visibile anche in Occidente. La mossa anticipata ieri da Mosca mirerà sicuramente ad aumentare i filtri per alzare i toni della censura ed evitare che i cittadini russi possano accedere non solo ai socialnetwork, ma anche a siti e a piattaforme occidentali, ma va intesa come un finto muro di Berlino. Non come un taglio netto. Dalle fonti contattate da La Verità, non risulta esserci l’intenzione di isolarsi del tutto, bensì di prepararsi a una ondata di attacchi, nel doppio senso del termine. L’intelligence russa teme di subire cyber attacchi più mirati e selettivi in partenza da Kiev, ma al tempo stesso si prepara a sferrarne in modo massiccio. Non a caso le agenzie di cybersecurity occidentali hanno lanciato l’alert già la scorsa settimana. In pratica, andando al di là dell’annuncio ambiguo le attività servono a innalzare protezioni, creando al tempo stesso maggiore flessibilità nella guerra offensiva virtuale. «Fino ad ora siamo stati in presenza di uno scontro a basso contenuto tecnologico», spiega Al essandro Curioni, esperto di cyber e fondatore di Di.gi Academy. «In ogni caso le armi cyber viste all’o pera sono apparse molto distruttive, ma poco pervasive e nemmeno tanto evolute». Mentre per ora la risposta dell’Occidente è stata principalmente nelle azioni di Anonymous fatte di blocchi ai siti istituzionali o esfiltrazione di informazioni poi divulgate. «In primo luogo abbiamo capito che sul terreno del digitale gli attori in grado di partecipare direttamente alle ostilità possono essere molti», prosegue Cu r io n i , «e non soltanto gli Stati, ma anche aziende (vedi le analisi dei malware effettuate da Microsoft e da Eset, ndr), privati cittadini (alla chat su Telegram di chiamata alle armi cibernetiche del ministro dell’innovazione ucraino si sono iscritti in quasi in 300.000, n d r) e gruppi di attivisti e criminali (leggi Anonymous e Conti, ndr)». In parole più semplici il fronte anti russo è ampio e di difficile tracciabilità. Il che può rendere anche le attività offensive veri e propri boomerang. «Un esperto di cybersecurity, per sua natura poco avvezzo all’ottimismo, potrebbe valutare che la disconnessione di Mosca», aggiunge Cu r io n i , «sia in realtà la premessa di un attacco cyber su scala globale. Puti n giusto qualche giorno fa ha affermato che le sanzioni economiche sono un atto di guerra. Chiudere gli accessi alla rete russa significa limitare le possibilità di ritorsione o le conseguenze del “f uo - co amico” che nel mondo cyber dei malware possono essere letali. Infine, sarebbe opportuno evitare di essere miopi e dare uno sguardo al futuro. I prossimi anni segneranno una sempre più spinta digitalizzazione e interconnessione di sistemi. Progressivamente le smart cities diventeranno una realtà e allora potrebbe essere molto più conveniente conquistare una città non “casa per casa”, ma “route r per router”». Un tema interessante che apre un profondo interrogativo nella scelta delle sanzioni da parte degli usa e dell’Unione europea. Le grandi aziende tech, da Google a Oracle passando per Aws o l’intero settore che si occupa del cloud o dei servizi legati ad Android non hanno ricevuto alcun ordine di disconnessione. Sebbene la Russia dimostri attività militari anche analogiche, l’ap parato civile, compresa la pubblica amministrazione, e il settore delle telecomunicazioni è profondamente digitale e si basa su tecnologie occidentali. Per fare un semplice esempio, se gli interi apparati tlc russi venissero privati degli aggiornamenti delle mappe, dei software in generale, degli antivirus in poco meno di dieci giorni sarebbero preda degli hacker occidentali. I cittadini non riuscirebbero a usare i telefoni, le amminsitrazioni civili e le aziende si troverebbero prive dell’utilizzo di pc o cmputer. Perchè la scelta di innescare tale bomba non sia stata presa da Washington non è chiaro. Forse attende. D’altronde le ambasciate occidentali non hanno lasciato il Paese ma sono a Leopoli. Un p o’ come prepararsi a una divisione dell’Ucraina e a un lungo conflitto pieno di guerriglia e atti di ritorsion e.

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