STUPIDA RAZZA

martedì 26 aprile 2022

Sanzioni, slitta il sesto pacchetto? In bilico l’embargo su greggio e gas

 

Partirà domani l’iter per decidere il sesto pacchetto di sanzioni dell’Ue verso la Russia. Al centro del dibattito lo stop all’import di greggio, tema che scuote non poco diversi leader europei. Tanto che, con ogni probabilità, i tempi per l’approvazione delle nuove limitazioni slitteranno di almeno una settimana. Tra le opzioni al vaglio da parte dei vertici guidati Ur su l a von der L eye n c’è il cosiddetto periodo di «phasing out», ovvero di eliminazione graduale del petrolio russo. Inoltre, tra le nuove misure è previsto anche l’allungamento della lista delle banche russe escluse dal sistema Swift. Questa settimana sarà quindi dedicata ai colloqui e alle consultazioni sul nuovo pacchetto tra l’Ue e le diverse cancellerie europee. L’oggetto del contendere su l l ’oro nero è chiaro: ci sono Paesi, tra cui l’Italia, che non potrebbero permettersi un embargo immediato sul petrolio russo. Altri Stati, invece, tra cui Estonia, Lettonia, Lituania e Polonia spingono per iniziare con uno stop già da maggio. Germania e Ungheria, dal canto loro, preferirebbero invece iniziare con un abbandono graduale. C’è poi l’idea del premier, Mario Draghi, che ha proposto di inserire un tetto massimo al prezzo delle risorse come alternativa alle sanzioni. In questo modo i clienti che acquistano greggio nei Paesi dell’Ue sarebbero spinti a pagare meno per il petrolio russo rispetto alle richieste di Mosca. Ma le trattative sono complesse. L’Alto rappresentante agli Affari esteri dell’Ue, Jo s e p B o r rel l , in un’intervista al quotidiano tedesco Die Welt , ha reso noto che «alcuni Stati membri hanno detto molto chiaramente che non sosterrebbero un embargo, o una tariffa punitiva sul petrolio o sul gas russo. Ciò significa che a questo punto non abbiamo ancora l’unanimità nell’Ue per decidere un embargo, o una tariffa. Di conseguenza, una proposta finale di embargo su petrolio e gas non è pronta». In totale, uno stop al greggio russo potrebbe togliere fino a 200 miliardi di dollari di nuove entrate per Puti n . Il problema è che questo comporterebbe un taglio del 5% delle esportazioni mondiali, spingendo l’Ue a una caccia forsennata per avere nuova energia. In più, perplessità su uno stop da parte di Bruxelles al petrolio russo arrivano anche da oltreoceano. «L’Eu ro pa» , ha detto la segretaria al Tesoro americana, Janet Yellen, delineando un ipotetico scenario di embargo totale europeo su gas e petrolio russi, «deve ridurre la sua dipendenza dalla Russia per quanto riguarda l’energia, ma bisogna stare attenti quando pensiamo a un embargo completo europeo sulle importazioni petrolifere. Questo farebbe aumentare i prezzi globali del petrolio e avrebbe un impatto negativo su l l ’Europa e altre parti del mondo. E, al contrario, potrebbe avere un effetto negativo molto ridotto per la Russia, che per quanto si troverà a esportare di meno, venderà a prezzi più alti». In particolare, la preoccupazione è che il prezzo del greggio salga a tal punto da creare problemi ai democratici guidati dal presidente Jo e B ide n nelle elezioni di midterm e per il Congresso in autunno. Allo Zio Sam, insomma, interessa ben poco delle sorti dell’Ucraina. L’obiett ivo degli Usa è quello di rendere la Russia il più inoffensiva possibile: non deve essere in grado di lanciare nuove guerre. L’unico modo certo perché ciò avvenga è quello di tagliare qualunque forma di entrata finanziaria. A dirlo a chiare lettere è stato lo stesso capo del Pentagono, Lloyd Austin, parlando nei pressi della frontiera ucraina di rientro dalla visita lampo a Kiev con il segretario di Stato, Antony B l i n ke n . «Noi vogliamo vedere la Russia indebolita a un livello tale che non possa più fare cose come l’invasione dell’Ucrai na», ha sottolineato Au s ti n , «ha già perso molte delle sue capacità militari e molte truppe, per essere franchi. E noi non vorremmo che possa ricostruire rapidamente tali capacità».

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