STUPIDA RAZZA

martedì 21 dicembre 2021

Chi ci guadagna e chi ci perde nell’anno (fiscale) che verrà

 

La riforma dell’Irpef cancella molte detrazioni, è previsto qualche vantaggio per i redditi medi ma niente aiuti ai più giovani e ai proprietari di immobili. Minacciati anche da Bruxelles.  Revisione degli scaglioni, rimo dul azio ne delle detrazioni, eliminazione di alcuni bonus e, dulcis in fundo, l’incognita di rincari sulla casa per la riforma del catasto. Il contribuente purtroppo è abituato alle novità fiscali di fine anno e la maggior parte delle volte non sono affatto piacevoli. Ma per il prossimo anno si preannuncia una vera e propria rivoluzione che lascerà l’amaro in bocca a qualcuno. La riforma dell’Irpef tanto discussa sta per arrivare al traguardo e promette un abbassamento dell’onere fiscale. Ma siccome la generosità dello Stato si scontra con i margini di manovra del bilancio, già risicati prima del Covid e ora azzerati con i vari aiuti e bonus della pandemia, è evidente che la «generosità» è molto risicata. La modulazione delle aliquote porterà un maggior vantaggio ai redditi medi, tra 40.000 e 50.000 euro lordi l’anno e beneficio minore per chi si trova nei primi scaglioni. Gli economisti S i lv i a Giannini e Simone Pellegrin o, in un’analisi su L av o c e .i n - fo hanno commentato che «chi ha introiti medio alti godrà di risparmi in media molto più corposi rispetto a quelli riconosciuti all’85% di contribuenti che non arriva a 35.000 euro lordi». MENO SCAGLIONI Gli scaglioni scendono da 5 a 4: i primi due non subiscono modifiche; l’attuale terzo si riduce di ampiezza, perché il limite superiore passa da 55.000 a 50.000 euro; è previsto un unico scaglione sopra i 50.000 euro, a differenza dei due attuali (55.000-75.000 e oltre 75.000). Per quanto riguarda le aliquote, la prima non subisce variazioni, la seconda si riduce dal 27% al 25% e la terza dal 38% al 35%; quella massima rimane al 43%. Il bonus da 100 euro introdotto da Renzi rimane solo fino a 15.000 euro mentre a partire da questa soglia è prevista una sola detrazione in sostituzione delle preesistenti. I maggiori vantaggi a chi prende meno di 8.000 euro. Secondo le simulazioni del Sole 24 Ore, i maggiori risparmi li avranno i redditi di circa 40.000 euro l’anno: i contribuenti in questa fascia pagheranno circa 945 euro di imposta in meno, pari a 78 euro al mese. Il lavoratore dipendente medio, che stando ai dati del Tesoro dichiara 24.000 euro se ha un contratto stabile, dovrà invece accontentarsi di meno di 98 euro l’anno, 8 al mese. I redditi da 28.000-30.000 euro, che più avevano beneficiato del bonus di 100 euro, non godranno di alcun vantaggio. Anzi a 28.000 euro ci sarebbe un piccolo aumento Irpef pari a 8 euro, che però sarà annullato con un meccanismo di correzioni. Avrà uno sconto di 270 euro chi dichiara 75.000 euro l’anno, pari a circa 4.000 netti al mese; oltre quella cifra si scende a 90 euro di sconto annuo. Per i lavoratori autonomi il vantaggio fiscale va dai 52 euro l’anno per chi guadagna dai 20.000 ai 25.000 euro fino a 692 per chi si colloca nella fascia 60.000-65.000 euro. Però fino a 65.000 euro di reddito si può scegliere la flat tax del 15%. I pensionati non possono contare sulla riduzione dei contributi e quindi il loro risparmio medio è inferiore rispetto ai lavoratori dipendenti e pari a 146 euro per la fascia di reddito tra 20.000 e 25.000 euro l’anno e 667 euro tra 50.000 e 55.000 euro. La riforma è fatta per alleggerire i redditi medi e come tale non è a vantaggio dei giovani che hanno introiti mediamente più bassi e quindi possono usufruire meno della rimodulazione degli scaglioni e delle aliquote. Il reddito medio di un giovane di 25 anni è di 16.500 euro mentre fino a 44 anni difficilmente supera i 18.000 euro. Pertanto l’85% di costoro è compreso nella prima fascia di reddito sotto i 15.000 euro l’a n n o, quella per la quale non sono previsti benefici dalla riforma dell’Irpef. Solo il 15% si trova nello scaglione successivo (tra 15.000 e 28.000 euro) e beneficia di una riduzione Irpef del 3% ma solo per i redditi eccedenti i 15.000 euro. DETRAZIONI SPARITE Si volta pagina anche per le detrazioni per i figli a carico che da marzo confluiranno nel nuovo assegno unico. Le famiglie dovranno presentare la domanda all’Inps e avere l’Isee. Nessun alleggerimento, invece, della pressione sulla casa. Anzi, sta accelerando l’iter della riforma del catasto alla Camera. La riforma non dovrebbe produrre cambiamenti fiscali sugli immobili fino al 2026 ma è comunque un’ar ma consegnata al prossimo governo. Tanto basta per congelare le compravendite. C’è il rischio, nel giro di pochi anni, di dover pagare più tasse. Il taglio del peso fiscale sul mattone è lontano dal perimetro della riforma fiscale anche se questo comparto è stritolato dal fisco e vive una stagione di grave crisi. Non solo. Dall’Europa arriva la proposta di togliere dal mercato delle locazioni e delle compravendite gli immobili che non hanno raggiunto determinata soglia di efficienza energetica. La norma interesserebbe l’80% del patrimonio italiano, più di 20 milioni di abitazioni. L’obiet - tivo è raggiungere la decarbonizzazione del settore immobiliare entro il 2050. Prima di questa data sono previsti traguardi intermedi. Per i proprietari significa sobbarcarsi costi ingenti di ristrutturazione. L’assenza di agevolazioni fiscali per la casa, il rivolgimento catastale e la direttiva green della Ue sono tutti segnali che il settore immobiliare resta nel mirino come fonte principale di prel iev i .

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