L’unica speranza che hanno albergatori e ristoratori per chiudere il 2021 con un minimo di fatturato è tutta riposta nel periodo natalizio. Purtroppo, però, ogni giorno che passa quest’ultima si allontana. È bastato parlare di variante Omicron, fra l’altro ritenuta contagiosa ma ben poco aggressiva, per iniziare una nuova serie di disdette che sta affossando il settore. A Venezia, ad esempio, le prenotazioni sono già in calo del 45%. A Roma, altra città importante per il turismo italiano, le disdette sono intorno al 70%. A Firenze, città molto amata dai turisti stranieri il fatturato previsto per fine anno è in calo dell’80%. Insomma, a quasi due anni dall’inizio della pandemia, la situazione non sembra essere migliorata troppo e il green pass negli ultimi mesi non ha rappresentato quell’aiuto che tutti speravano per ripartire. Di certo, poi, il super green pass in vigore dal 6 dicembre al 15 gennaio, non migliorerà la situazione. Come spiega Fipe Confcommercio, l’associazione italiana dei pubblici esercizi, «rafforzare le misure di contenimento del contagio è fondamentale sia per salvare quante più vite umane possibile, sia per scongiurare le ipotesi di nuove chiusure, in particolare in un periodo delicato come dicembre. Prima della pandemia, infatti, questo mese da solo valeva circa 9 miliardi di euro per il settore della ristorazione, mentre quest’anno la previsione è di 7,2 miliardi. Si tratta del 10% del fatturato dell’inte - ro anno e del 22% in più rispetto alla media mensile», spiega una nota della federazione, «troppo per un comparto che sta cercando di ripartire e che non può permettersi ulteriori chiusure né ulteriori incertezze. Consentire alle imprese di lavorare significa non solo garantire l’occupaz ione a 900.000 addetti tra dipendenti e indipendenti ma anche assicurare uno sbocco commerciale che vale 2 miliardi di euro ad una lunga filiera fatta di agricoltori, allevatori, vignaioli, imbottigliatori, pescatori e produttori artigianali e industriali di ogni genere». «I dati Istat sul fatturato dei servizi delle aziende ricettive fotografano una realtà tragica, che è sotto gli occhi di tutti, anche se molti si ostinano a rivolgere lo sguardo altrove, illudendosi che l’andamento favorevole della domanda italiana durante la seconda parte dell’estate sia stato sufficiente a compensare due anni di carestia», ha detto Bernabò Bocca commentando i dati diffusi dall’Istituto nazionale di statistica sul fatturato dei servizi di alloggio nei primi nove mesi del 2021, dai quali si può desumere un calo del 35,8% rispetto al corrispondente periodo del 2019, prima della pandemia. «A questo punto dell’anno», evidenzia B o c ca , «i conti sono pressoché definitivi: ben che vada il settore ricettivo italiano chiuderà il 2021 con un perdita di quasi 10 miliardi di euro rispetto al 2019. Nei due anni (2021 e 2020), la perdita complessiva è di circa 24 miliardi di euro». D’altronde, come spiega anche Federalberghi, in questo momento soffrono soprattutto le destinazioni e le strutture ricettive che si rivolgono al mercato straniero, soprattutto quelle che puntano sui turisti in arrivo da lontano. Inoltre, lavorano a scartamento ridotto pure i meeting e i congressi, anche a causa delle limitazioni alla capienza delle sale congressuali, per le quali più di un mese fa la Conferenza delle regioni aveva individuato una soluzione, che però stenta a materializzarsi. «Attendiamo le festività di fine anno con il fiato sospeso, nella speranza che l’a n d amento dell’epidemia e le nuove misure di contenimento non procurino ulteriori danni», ha detto B o c ca .
NEL 2012 NON CI SARA' LA FINE DEL MONDO IN SENSO APOCALITTICO,MA UN CAMBIAMENTO A LIVELLO POLITICO ED ECONOMICO/FINANZIARIO. SPERIAMO CHE QUESTA CRISI SISTEMICA ,CI FACCIA FINALMENTE APRIRE GLI OCCHI SUL "PROGRESSO MATERIALE:BEN-AVERE""ECONOMIA DI MERCATO" FIN QUI RAGGIUNTO E SPERARE IN UN ALTRETTANTO "PROGRESSO SPIRITUALE:BEN-ESSERE"ECONOMIA DEL DONO,IN MODO DA EQUILIBRARE IL TUTTO PER COMPLETARE L'ESSERE UMANO:"FELICITA' NELLA SUA COMPLETEZZA".
STUPIDA RAZZA
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