STUPIDA RAZZA

giovedì 9 dicembre 2021

L’Italia è diventata un laboratorio per importare il modello cinese

 

Credevamo che le democrazie occidentali fossero immuni da derive totalitarie. La pandemia ci insegna che le cose non stanno così. Le restrizioni decise con la scusa del coronavirus e la digitalizzazione di tutti gli aspetti della vita quotidiana ci proiettano direttamente verso il modello cinese. E l’Ita l i a funge da apripista.Romano Prodi ha ammesso di recente che le democrazie sono in ritirata in tutto il mondo. Ha dimenticato di aggiungere: a cominciare dall’Ita l i a . È vero: dalla Russia alla Cina, dall’Iran alla Turchia all’America Latina e oltre, le libertà individuali e pubbliche garantite dalle democrazie liberali sono in ritirata. E l’Europa non è affatto in controtendenza. L’obbligo vaccinale prospettato per prima dall’Austria a suon di multe pesantissime - non potendo procedere con arresti e somministrazioni forzate dei sieri in cliniche per dissidenti - segna un passo importante verso un irrigidimento democratico che ha già caratteristiche pre totalitarie. Ma è in realtà l’Italia, fra gli applausi di politici e commentatori allineati, il Paese cui guardano in tanti. Da C o nte a D ra g h i , sono i greenpass più o meno rafforzati, gli obblighi vaccinali sempre più estesi, le scacchiere colorate più o meno arbitrarie in cui dividere il territorio, e soprattutto l’o c c upa z io n e monopolistica dei media, a rappresentare un modello. Sia per quanto riguarda l’ordine pubblico, da ottenere mediante controlli di polizia, divieti e arresti. Sia perché, passo dopo passo, si è potuto constatare grazie al laboratorio italiano che il passaggio dalla democrazia classica alla «democratura» - sistema in cui l’involucro resta democratico ma la sostanza è autoritaria - è una opzione effettivamente realizzabile in un Paese occid e nta l e. Proprio mentre la Russia di Puti n , cogliendo l’ap pa n - namento dei valori europei, comincia a premere sull’ac - celeratore, ammassando soldati al confine con l’Uc ra i n a , l’Italia adotta silenziosamente regole autoritarie, nonché il modello di controllo cinese, la «cyberdittatura». La celebrazione dell’informatica in ogni aspetto della vita - dall’e-banking al commercio online, dal pagamento con carta di credito incoraggiato dal cashback allo smart working - preludono alla registrazione di ogni nostro atto e al controllo centralizzato. Per esprimerci in termini cinesi, preparano il diwang , «la rete che si dirama dal cielo alla terra», su cui si basa la griglia del fa n - gko n g , per la prevenzione e il controllo generale, nonché l’a n fa n g , il sistema onnipresente di «controllo della sicurezza tramite l’i nte l l i ge n - za artificiale», con l’obiett ivo finale del w eiw e n , «il mantenimento della stabilità». Termini esotici solo in apparenza, perché la campana cinese, senza che i più se ne rendano conto, sta suonando anche per noi.

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