STUPIDA RAZZA

giovedì 2 dicembre 2021

Ma la Chiesa non ha niente da dire?

 

Il restauro della cattedrale di Notre Dame dopo l’in ce nd io de ll’aprile 2019 prevede alcuni interventi molto poco architettonici e molto ideologici. L’allarme non lo lancia la Chiesa di Francia o magari, che ne so, il Papa, lo lanciano alcuni architetti francesi. È previsto un itinerario di quattordici cappelle a tema ambientale, etico, edificante, sicuramente non cattolico e neanche troppo cristiano. Il senso è che nella nuova Notre Dame si devono sentire tutti a proprio agio, cristiani, musulmani, atei, insomma un p o’ tutti i turisti. Sono previsti «effetti di luce ed effetti sonori» in una riproposizione della meravigliosa ed altamente significativa proiezione di immagini di animali sulla facciata di San Pietro dal titolo «Fiat lux» del 2015. Nessuno si dovrà sentire discriminato. Pochi giorni dopo la presentazione ufficiale del progetto di restauro di Notre Dame, la Commissione europea dirama una circolare in cui si stilano alcuni criteri tra i quali non nominare il «Natale» negli auguri di Natale, non usare «nomi cristiani», non fare riferimenti ai generi sessuali «tradizionali» e in generale non usare «parole equivocabili». L’intrinseca e manifesta demenzialità dell’ap - pello ha suscitato la pronta reazione degli europeisti meno sanculotti che sono riusciti a farlo ritirare malgrado le lodi e la convinta adesione di Tomaso Montanari eLuca Sofri fossero purtroppo già andate in stampa facendoci per l’ennesima volta assistere alle sventure della virtù. Le due vicende, Notre Dame e la proibizione di dire «Buon Natale», sono strettamente connesse. Non sono soltanto due epifenomeni comici della stessa strategia, ormai chiara a tutti, come una chiara intenzione di sostituire la religione cattolica con un’al tra cosa, neutrale, ambientalista, gender free, immanente, materialista, eticamente adeguata alle linee dettate dalla politica e fortemente ecumenista, ma sono altresì sintomi di due derive di estremo interesse. Da una parte il tramonto della Chiesa quale punto di riferimento dei credenti. Le decisioni le prendono gli Stati, o meglio il Superstato Ue, anche in materia di fede e morale. Alla Chiesa spetta il ruolo di presa d’atto dell’a ge n d a: l’ufficio amministrativo etico che si trova sempre costretto ad adeguarsi ai dettami della fonte morale di natura politica. Spariscono i riferimenti a salvezza, fede, speranza, carità, giudizio e morte. E quindi sparisce anche l’utilità della Chiesa stessa. Se devo farmi dire come vivere da M ac ro n ascolto direttamente M ac ro n e non il parroco, poverino, che ha invece il preciso ruolo di negare con zelo tutto quello che la Chiesa era in passato. Il secondo fatto sintomale è invece rappresentato dalla costruzione di un mondo fittizio in aperto contrasto con il mondo reale. Ora noi non avremo certo la presunzione di sapere esattamente come è fatto il mondo reale, ma sappiamo di sicuro che il mondo delle lezioni gender nelle elementari, della proibizione di dire «Giuseppe e Maria», dei testi che evitano «espressioni ambigue» (alla fine siamo sempre a genitore uno e due) non rappresenta certo «istanze popolari insopprimibili e maggioritarie». Tolti giusto M o nta n a r i , la Cirinnà e qualche scrittrice regionale sarda, a chi interessa realmente adeguarsi alla proibizione di dire «Buon Natale»? Chi abita il mondo in cui non devi usare il maschile? Da chi è composto? Soprattutto, quanti saranno coloro che leggeranno questi provvedimenti etico-pedagogici come un elemento capace di incidere nelle loro vite? L’i m p re s - sione è che accanto al mondo reale alle prese con la pandemia e la maggior crisi economica e sociale degli ultimi cento anni, qualche fumatore d’oppio voglia costruire un mondo alternativo abitato da quattro eccentrici annoiati. Un mondo che assomiglia a quei centri commerciali pieni di luci, scale mobili e prodotti da comprare ma costruiti in posti talmente difficili da raggiungere da fallire dopo un paio di black friday.

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