STUPIDA RAZZA

domenica 12 dicembre 2021

Pioggia di disdette: virus e regole fanno saltare vacanze e pranzi

 

A quasi due anni dall’i n i z io della pandemia le disdette nel settore turistico non accennano a calare. Ormai il settore italiano del turismo è abituato a prenotazioni e disdette repentine a causa dei timori legati al Covid. Il periodo del Natale, storicamente tra i più importanti per il fatturato, purtroppo non fa eccezione. Così a saltare sono settimane bianche, pranzi con i colleghi o con i parenti. Senza considerare che il super green pass in vigore fino al 15 gennaio non fa altro che peggiorare la situazione. Ormai, infatti, non basta più sedersi in quattro a un tavolo, limite previsto dalla precedente normativa. Per andare al ristorante bisogna per forza essere vaccinati o essere guariti dal Covid-19. Diversamente, addio cenone di Natale o Capodanno. D’altronde, prima dell’arrivo della variante Omicron, "si iniziava a vedere un po’ di luce in fondo al tunnel". Ma è bastato l’arrivo di una variante ritenuta poco aggressiva per far fioccare le disdette. A Venezia, di certo una delle città più turistiche d’Italia, le disdette superano ormai le prenotazioni. «Siamo preoccupati perché stiamo perdendo gli eventi aziendali: le ditte hanno paura di causare altri focolai, malgrado tutte le nostre precauzioni, dalle mascherine al super green pass», ha spiegato al G azzetti n o Erminio Alajmo, vicepresidente nazionale della Fipe, che in Veneto conta circa 20.000 locali associati. «Viviamo di prenotazioni e disdette a l l’ultimo minuto, con riduzioni degli ospiti se non soppressioni vere e proprie, perché magari gli amministratori delegati vietano ai dipendenti di organizzare raduni per gli auguri», ribadisce Diego Scara mu z za , presidente nazionale di Terranostra, che a livello regionale registra 500 agriturismi iscritti. Lo stesso, purtroppo, si può dire per Roma, Firenze e tante città d’arte ital i a n e, Come spiega Fipe Confcommercio, l’associazione italiana dei pubblici esercizi, «prima della pandemia questo mese da solo valeva circa 9 miliardi di euro per il settore della ristorazione, mentre quest’a nno la previsione è di 7,2 miliardi. Si tratta del 10% del fatturato dell’intero anno e del 22% in più rispetto alla media mensile», spiega una nota della federazione, «troppo per un comparto che sta cercando di ripartire e che non può permettersi ulteriori chiusure né ulteriori incertezze. Consentire alle imprese di lavorare significa non solo garantire l’occu - pazione a 900.000 addetti tra dipendenti e indipendenti ma anche assicurare uno sbocco commerciale che vale 2 miliardi di euro ad una lunga filiera fatta di agricoltori, allevatori, vignaioli, imbottigliatori, pescatori e produttori artigianali e industriali di ogni genere». Secondo uno studio realizzato da Confturismo-Confcommercio in collaborazione con Swg, all’appello mancano ancora 11 milioni di prenotazione previste di cui al momento non c’è traccia. Al contrario, al momento sarebbero già arrivato 2,5 milioni di disdette. A tutto questo si aggiunga che esistono altri 8,5 milioni di casi in cui, rileva l’indagine, gli intervistati dichiarano di avere cambiato meta di vacanza, scegliendone una più vicina, o hanno ridotto i giorni di vacanza.

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