STUPIDA RAZZA

giovedì 2 dicembre 2021

Senza hub la campagna collassa

 

«A partire da oggi le dosi di richiamo possono essere somministrate a tutti coloro che hanno più di 18 anni. Vacciniamoci tutti. Così proteggiamo noi stessi e gli altri», ha scritto ieri sui social il ministro della Salute, Rober to Sp eranza. Che continua a predicare bene ma a pianificare male. Lo scorso 1 ottobre, il ministro aveva fatto un lungo intervento al Festival della città spiegando che la campagna vaccinale sarebbe dovuta uscire dagli hub ed entrare nella sanità territoriale. La fase di straordinarietà della campagna di vaccinazione «si dovrebbe trasformare in ordinarietà» e «gradualmente sarà trasferita nei presidi sanitari, dai medici di famiglia, nelle farmacie, nelle case di comunità», aveva detto. Poco meno di un mese prima, all’inizio di settembre, lo stesso ministero aveva filtrato alle agenzie di stampa che la somministrazione della terza dose avrebbe seguito questa tabella di marcia: da fine settembre agli immunodepressi, entro fine anno - probabilmente a dicembre - agli anziani over 80 e all’inizio del prossimo anno - tra gennaio e febbraio - agli operatori sanitari. Un timing, come abbiamo visto, completamente stravolto. Al continuo «contrordine compagni» del ministero, sono seguite le lettere inviate dal commissario Fra n c e s c o Paolo Figliuolo alle Regioni e le circolari come l’ultima firmata da S p e ra n za sul booster a cinque mesi e anche la riduzione della durata del green pass a nove mesi, che stanno creando un collo di bottiglia non solo nelle prenotazioni ma anche nelle somministrazioni con un mega imbuto cui si aggiungeranno presto anche i bambini tra i 5 e gli 11 anni e non vaccinati convertiti alla siringa dopo l’a n nu n c io delle nuove restrizioni. A conferma dell’errore commesso sugli hub, con la scelta non recente (risale almeno a giugno) di chiuderne gran parte. L’emergenza che diventa routine, infatti, non significa che è finita l’emergenza ma che la routine deve inglobare la risposta all’e m e rge n za . Così anche la narrazione si è inceppata, alcuni degli stessi liristi del «vaccinatevi e basta» come mantra ripara tutto hanno dovuto fare i conti con la realtà quando sono corsi a prenotare la terza dose e non hanno trovato slot liberi allo scadere dei cinque mesi dalla seconda. E rischia di succedere di nuovo anche se, e quando, cominceranno a scarseggiare le dosi perché gestite male tra open day vari (che non consentono di pianificare correttamente le scorte) e gare tra governatori a chi vaccina di più. Che infatti è già ripartita insieme all’ap e rtu ra di hub vecchi e nuovi, replicando un copione già visto al primo giro. «Nel Lazio si sta rafforzando la rete delle somministrazioni, oggi saliamo il gradino delle 40.000 somministrazioni di richiami al giorno. Per questo motivo è partito questa mattina il nuovo hub all’Eur della Asl Roma 2», ha detto l’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’A m ato, assicurando che «il team logistico, sanitario e amministrativo è lo stesso della Nuvola» di Fu - ksas. Agli hub di Firenze, intanto, sono tornati gli assedi di sei mesi fa tanto che il Mandela Forum lunedì sera è rimasto a corto di dosi di Moderna e ha dovuto così fermare le operazioni in attesa di una nuova fornitura. Nella Asl Centro, che da 2.300 somministrazioni al giorno è già tornata a quasi 7.000, la pressione si gestisce grazie agli straordinari dei dipendenti. Non basta infatti (ri)trovare gli hub, servono medici, infermieri e volontari senza però andare a intaccare l’attivi tà ordinaria degli ospedali appena ripresa. Il problema è legato ai vaccinatori del «bando Arcuri»: F i g l iuol o ha annunciato che i loro contratti potranno essere prorogati fino a luglio 2022 ma, pur dando per scontato che i prossimi contratti in scadenza a dicembre vengano rinnovati automaticamente, non si ha notizia su quelli che sono scaduti a novembre e che molte Asl vorrebbero reclutare di nuovo. Come? si potrebbe di nuovo fare una call per i medici in pensione, ci sono i «contratti Covid» di cui si aspetta il rifinanziamento, e la possibilità di aumentare la presenza degli specializzandi, che oggi dedicano solo una sessantina di ore a testa, ogni mese, alle vaccinazioni. Servono fondi per pagare i medici ospedalieri che in «libera professione» potrebbero prestare servizio nei centri vaccinali. Per non parlare degli infermieri.

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