STUPIDA RAZZA

martedì 1 marzo 2022

Accelera il piano per non rimanere al buio

 

Il Consiglio dei ministri ha varato ieri un decreto legge che accelera la procedura di emergenza gas già avviata sabato 26 febbraio, quando il ministero per la Transizione ecologica ha dichiarato lo stato di pre allarme per gli approvvigionamenti di gas naturale. Questa dichiarazione rientra nella procedura detta di «emergenza gas» delineata dal decreto del ministero dello Sviluppo economico del 18 dicembre 2019 (Piano di emergenza del sistema italiano gas naturale), esito ultimo di un susseguirsi di norme per gestire l’emergenza che origina dalle prime difficoltà del sistema gas nel 2006-2007. A differenza dello stato di emergenza generale che il nostro Paese vive ormai da più di due anni, questo, riferito all’equilibrio del sistema gas nazionale, è definito in base a una legge che identifica chiaramente gli attori in campo e, soprattutto, le condizioni oggettive per la sua dichiarazione e le condizioni che portano al suo termine. È una buona legge, in vigore da anni, che istituisce una procedura già usata diverse volte in passato. Se, per una volta, il quadro di partenza è buono, la dichiarazione di preallarme di sabato da parte del governo è assai tardiva. Questa andava invocata già a dicembre, quando i prezzi del gas raggiunsero quotazioni senza precedenti. Ciò avrebbe indotto il sistema a un maggiore rigore nell’uti - lizzo delle risorse e non avrebbe costretto al decreto legge urgente di ieri. Ma andiamo con ordine. La norma in vigore delinea le modalità con cui il sistema gas nazionale deve gestire le situazioni di emergenza. La procedura si articola su tre livelli: preallarme, allarme e emergenza. La dichiarazione di preallarme di sabato scorso è un early warning lanciato perché esistono «informazioni concrete, serie ed affidabili secondo le quali può verificarsi un evento che potrebbe deteriorare significativamente la situazione dell’ap provv i gionamento». Questo avviso è indirizzato agli utenti attivi nel trasporto o nello stoccaggio di gas nel sistema italiano, ovvero il maggior operatore del trasporto (Snam), gli altri trasportatori, i distributori, titolari di stoccaggio, grossisti, imprese di vendita di gas, grandi clienti industriali, produttori di energia elettrica e, infine, Terna. Si tratta dunque di un avviso specifico per gli operatori, i quali, ciascuno per la propria funzione, devono attivare alcuni comportamenti. In sostanza, nella fase di preallarme gli operatori sono invitati a: 1aumentare le importazioni in base ai contratti esistenti, utilizzando le flessibilità prev i s te; 2 applicare le clausole commerciali di interrompibilità volontaria con clienti, così da ridurre la domanda; 3utilizzare altri combustibili, se possibile, negli impianti i n du s tr i a l i . Il livello successivo è quello di allarme, che si ha quando effettivamente si verifica una interruzione negli approvvigionamenti, ma non tale da obbligare a misure straordinarie. A questo livello le attività richieste sono le medesime del preallarme, con in più la facoltà per Snam di ridurre la domanda di gas applicando i contratti di interruzione volontaria delle forniture ai grandi clienti industriali. Infine, il livello più alto è quello di emergenza, che si ha quando ci sia un grave deterioramento dell’app rovvig ionamento di gas e tutte le precedenti soluzioni «di mercato» non siano sufficienti a mantenere un adeguato livello di disponibilità. Questo è il momento in cui si attuano misure non di mercato, dunque straordinarie, che riguardano l’uso degli stoccaggi, le importazioni e il consumo dei clienti finali. Anche la produzione di energia elettrica è coinvolta in queste misure: Terna deve rivedere il dispacciamento degli impianti di produzione di energia elettrica, in modo da evitare il più possibile l’entra - ta in servizio degli impianti a ga s . Per quanto riguarda gli stoccaggi, una volta dichiarata l’emergenza l’impresa maggiore di stoccaggio (Stogit) deve realizzare l’erogazione di un volume di gas superiore alla capacità di erogazione giornaliera, in modo da fornire gas disponibile per il consumo. Stogit può inoltre erogare gas dallo stoccaggio strategico (unico caso in cui ciò è consentito), che ammonta a circa 4,6 miliardi di metri cubi. Per l’import di gas, invece, viene richiesto alle imprese importatrici di saturare la capacità dei gasdotti, immettendo gas nella rete italiana al massimo della capacità. Anche le società di rigassificazione devono massimizzare i flussi in ingresso. La parte più corposa della procedura di emergenza riguarda la riduzione dei consumi. In questo caso, infatti, si ha una riduzione obbligatoria del prelievo di gas dei clienti industriali. Si ha poi la sospensione dell’ob - bligo di fornitura da parte dei venditori verso i clienti non tutelati (i clienti tutelati sono le famiglie) e la definizione di nuove soglie di temperatura e/o orari per il riscaldamento nel settore civile. Infine, è possibile richiedere l’att iva z io n e delle misure di solidarietà e cooperazione con altri Paesi Ue . Ieri il Consiglio dei ministri ha però adottato un decreto legge che modifica questo quadro. Infatti, soprattutto per consentire di riempire gli stoccaggi al più presto (o meglio, per evitare di svuotarli ulteriormente), il Mite può richiedere l’attuazione delle misure di aumento della disponibilità e le riduzioni dei consumi previste nel Piano anche in mancanza della dichiarazione di emergenza. Di fatto quindi, con un decreto ministeriale, possono già essere programmate le riduzioni di consumo per i soggetti obbligati e per quelli volontari, come se si fosse in situazione di emergenza gas dichiarata. Inoltre, il decreto stabilisce che Terna può utilizzare impianti a carbone o a olio combustibile nel caso in cui le riduzioni di consumo del gas vengano richieste a impianti di produzione di elettricità. I consumi delle famiglie, per ora, non dovrebbero essere toccati da questi provvedimenti, che si rivolgono agli operatori e ai grandi consumatori. A meno che la situazione precipiti all’i m p rov v i s o, cosa sempre possibile. (🙏🙏🙏)

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